Acqua alta a Venezia e le opere rovinate

Il Natale a Venezia quest’anno è stato più duro. Dal 1966 non si verificava un fenomeno come quello di quest’anno, una marea che da qualche settimana si è abbattuta sulla città e sulle isole di Burano e Murano.

Venezia e i veneziani sono in ginocchio, le attività commerciali lamentano danni da milioni di euro e chi abita sulle isole è allo stremo delle forze.

L’acqua alta a Venezia non regala tregue, non si ferma e viene alimentata dallo Scirocco. La situazione è sempre più critica, per i cittadini e per i negozi, per le botteghe artigiane e per le opere d’arte e architettoniche della città più famosa del mondo.

Acqua alta a Venezia

Paratie dappertutto, le passerelle non bastano più per poter camminare nel capoluogo Veneto. In questa città dove non esistono strade ma canali, tra cui il Canal Grande, fiancheggiato da palazzi rinascimentali e gotici, oggi sembra di vivere in un film.

Sulla piazza centrale, piazza San Marco, sorgono la Basilica di San Marco, con i suoi mosaici bizantini, e il campanile di San Marco. Da qui, solitamente si ammirano i tetti rossi e i canali.

La situazione apocalittica è continuata nelle scorse settimane. Dal campanile la città sembra Atlantide. L’acqua alta a Venezia ha raggiunto picchi inaspettati e anche queste opere dal valore inestimabile giacciono in questo specchio d’acqua, come ferme nel tempo.

Era dal 1966 che non si verificava una tragedia ambientale di questo tipo e i quasi 300000 abitanti sono attoniti davanti a questa anomalia meteorologica.

Cos’è l’acqua alta

Si verifica il fenomeno dell’acqua alta quando vi sono picchi di maree molto rilevanti, che provocano allagamenti nell’area urbana. Quando l’acqua supera gli 80 cm sopra il livello del mare viene comunemente chiamata come acqua alta. Quando si raggiungono i 140 cm, il 60% della città è allagato, ma ancora vivibile.

In questi giorni si sono raggiunti circa 190 cm. Questo ha causato non solo gravi danni a case, negozi, hotel, ma anche a botteghe, librerie e opere.

Venezia oggi

Venezia oggi è conosciuta per essere una delle città più incredibili e più visitate al mondo. Situata al centro della laguna di Venezia, che si estende su una lunghezza di 40 chilometri intorno alla città, fu costruita su oltre 100 singole isole.

Per consolidare le fondamenta, si piantarono dei pali di legno di circa 25 metri, nel terreno lagunoso che si pietrificò, grazie al fango salino, formando le fondamenta per la costruzione della città.

In condizioni normali, solo l’11% della laguna è coperta d’acqua in maniera costante. Il resto è formato da isole o dalla “laguna morta”.

Piazza San Marco
Piazza San Marco

Attraverso le storiche “bocche“, quella di Lido, la Bocca di Malamocco e la Bocca di Chioggia, entra nella laguna due volte al giorno l’acqua dell’Adriatico e le navi per arrivare nella laguna di Venezia. C’è perfino un magistrato delle acque che si occupa dal 1501 della pulitura dei canali, dei giusti livelli d’acqua e della protezione della laguna.

Il tanto discusso progetto MOSE è composto da schiere di paratoie mobili all’entrata nella laguna. Queste hanno lo scopo di regolare l’acqua alta nella città.

Venezia è conosciuta non solo per queste caratteristiche uniche, per le opere d’arte, per la Biennale, ma anche per il Festival Cinematografico che ogni anno si svolge qui e coinvolge artisti da tutto il mondo.

Per tanti turisti visitare Venezia è come andare indietro di due o tre secoli. La città ha un’atmosfera tutta sua, caratterizzata ancor di più dalla presenza di canali e dall’assenza delle auto.

La tranquilla Venezia

Una caratteristica principale del capoluogo Veneto è la tranquillità. Il traffico pedonale si unisce poeticamente da quello dei canali dove le calli corrono parallele ai corsi d’acqua o li attraversano grazie ai tipici ponti.

I soli veicoli a motore concessi sono i vaporetti, gli “autobus veneziani”.

È un luogo di ispirazione artistica che perdura da secoli. Sia in teatro, con l’Otello o Il Mercante di Venezia di Shakespeare, o le opere di Goldoni. Sia nel mondo della scultura e della pittura, con opere come il Canal Grande raffigurato da Monet e Manet, ma anche i quadri di Tintoretto, Canaletto, Turner. La sua unicità la rende unica e irripetibile agli occhi degli artisti di tutte le epoche.

Difatti, per chi ama l’arte la città ha un fascino tutto suo. I numerosi palazzi, i musei, le chiese posseggono dipinti di molti artisti celebri. E passeggiare per le calli regala angoli e scorci inconsueti.

Palazzi monumentali con portici caratterizzati da archi acuti testimoniano l’influenza orientale di una città che ha sempre vissuto affacciata sul mondo. Il famoso Ponte di Rialto sul Canal Grande e le gondole che scivolano silenziose attraggono l’attenzione dei turisti che camminano in centro.

Non solo acqua alta a Venezia

Con l’acqua alta a Venezia di questo periodo, ci si rende conto di come la vita della città sia a rischio. Due secoli dopo la caduta della Repubblica “Serenissima” la città combatte ancora per sopravvivere e non solo dall’acqua alta.

Nel centro storico il numero dei residenti è diminuito da 175000 nel 1951 a soli 64000 nel 2003 a causa dei costi elevatissimi delle case, della mancanza di lavoro e della carenza di servizi. La gentrification è un fenomeno tipico delle città Italiane, negativo e pericoloso.

Oggi i problemi sociali ed economici sono dati soprattutto dalla mancata cura di questa perla Italiana, dove l’industria delle periferie ha dato lavoro a tanti, ma è stata anche ritenuta responsabile di aver contribuito all’inquinamento e al cosiddetto fenomeno dell’acqua alta.

Già nel 1324 i veneziani avevano attuato interventi importanti per deviare le foci dei fiumi che minacciavano di interrare la laguna. Nel XVIII secolo costruirono addirittura delle scogliere per impedire che l’Adriatico irrompesse nella laguna procurando gravi danni.

La situazione oggi è catastrofica. La marea si unisce ai problemi già conosciuti, come il fenomeno del progressivo abbassamento del terreno.

In aggiunta, la superficie lagunare si è ridotta a motivo delle opere di bonifica e l’equilibrio idrologico è stato compromesso. L’acqua alta è da molto tempo una minaccia, oggi è una tragedia. All’inizio del XX secolo piazza San Marco si allagava 5-7 volte all’anno. Un secolo dopo, si è allagata ben 80 volte in un solo anno.

Per risolvere il problema dell’acqua alta si stanno realizzando opere di varia natura, come il già citato MOSE o il rialzo delle rive e delle pavimentazioni pubbliche.

Venezia rischia di diventare un museo a spese della popolazione locale costretta ad emigrare. Un museo a cielo aperto, sommerso dalle acque.

I danni dell’acqua alta a Venezia

I problemi meteorologici oggi non sono ancora finiti, purtroppo, ma già si contano i danni.

La Libreria acqua alta si trova in Calle Longa Santa Formosa ed è una libreria storica della città. Si distingue dalle altre librerie perché protegge una quasi infinita quantità di volumi dal fenomeno dell’acqua alta. Difatti, i libri vivono stipati in arredi alternativi, come vasche da bagno, barili di legno e imbarcazioni veneziane, tra cui la gondola “Vera”. Tra questi si trovano anche titoli fuori catalogo, tanti dedicati a Venezia e alle sue meraviglie.

Tra San Marco e il Ponte di Rialto, la libreria non ha retto a questa marea ed è finita sott’acqua, boccheggiante e disperata, le pagine sono state affogate da questa tragedia. Un luogo di cultura unico, che la BBC ha inserito nella classifica delle 10 librerie più belle del mondo, dove si respirava cultura e tradizione.

Il Canal Grande di Rubens Santoro
Il Canal Grande di Rubens Santoro

Libri, riviste e vinili sono ormai marci, l’acqua è salita talmente tanto che è entrata nella gondola e nelle vasche. Migliaia i volumi danneggiati, illeggibili. Un danno da circa 150000 euro, molti libri finiranno al macero, ma non tutti.

La scala di libri e i volumi in Veneziano

Quelli più grandi andranno a rinsaldare la celeberrima scala esterna, con la quale si raggiunge un terrazzo da cui è possibile vedere il canale dall’altra parte del muro e la Corte Sconta, detta Arcana, di Corto Maltese di Hugo Pratt e dove spesso passano le gondole.

Diana e Luigi, gestore e fondatore della libreria, non perdono le speranze, grazie all’aiuto dei concittadini volontari che stanno aiutando anche in maniera fisica, per cercare di salvare quanto possibile.

Entrare in questa libreria è sempre stato come compiere un viaggio nel tempo, in un mondo di libri provenienti da tutto il mondo, soprattutto dedicati a Venezia, ma anche rari e introvabili.

Dai fumetti di nicchia, alle raccolte di Corto Maltese, ai cataloghi d’arte, alle trasposizioni in veneziano o veneto di opere come “El Principe Picinin”, che sarebbe poi Il Piccolo Principe di Antoine De Saint-Exupery.

Si ammiravano anche rari libri fotografici e musicali, libri di poesia e script teatrali, cartoline storiche e tarocchi veneziani. In un angolo si trovavano carte da poker e ramino con immagini della città e libri rari sull’arte di far gondole.

Non si trovano Best Seller qui, ma intere biblioteche comprate da privati. Volumi del Settecento e Ottocento, oggi annegati nell’acqua della palude.

Trovate qui la loro pagina Facebook su cui stanno arrivando messaggi di solidarietà e affetto da tutto il mondo.

Non solo libri

Non solo libri e vinili, ma anche opere d’arte di varia natura sono coinvolte in questo scempio dovuto dall’acqua alta a Venezia.

Nella Basilica di San Marco si lavora per limitare i danni dopo l’acqua alta record che ha invaso la chiesa e, soprattutto, la cripta. Danni irreparabili ai mosaici, l’acqua salmastra ha inondato tutto.

Le colonne in marmo e le strutture lignee hanno assorbito l’acqua, le tombe dei patriarchi sono state bagnate completamente. Gli accumuli di sale nelle pareti rischiano di erodere le opere d’arte, cancellandole per sempre. Il pavimento della Basilica ormai è imbevuto di sale.

Bisogna prendere provvedimenti subito per San Marco. Si richiedono finestre stagne per la cripta, un nuovo scarico per la pioggia, barriere studiate appositamente. Difatti, l’acqua è entrata dalle finestre rotte dalla forza della marea che nella notte tra il 12 e il 13 novembre ha raggiunto quasi i due metri. La capacità di assorbimento dei materiali è quanto più spaventa, il marmo e il legno potrebbero non tornare mai più come prima.

Non si può aspettare la messa in moto delle barriere del MOSE, che dal 2020 potrebbe funzionare parzialmente ogni 45 giorni, i danni potrebbero aumentare. La pioggia, il vento, la tragedia è adesso, bisogna agire subito.

Non solo la Basilica ha subito violenza dall’acqua salata. Una chiesa su due è danneggiata, s’inventariano i problemi all’Accademia, alla Ca’ d’Oro, a Palazzo Ducale, al Torcello, a Palazzo reale, alle Prigioni.

E’ di circa 40 milioni di euro la prima stima dei danni subiti dai solo beni ecclesiastici secondo Emanuela Carpani, soprintendente al patrimonio Archeologico Belle Arti e Paesaggio di Venezia.

Questa prima valutazione approssimativa non tiene conto dei danni subiti dalle strutture museali della città.

La cripta

La cripta della Basilica di San Marco si trova al di sotto del presbiterio ed è accessibile da due porte poco evidenti nella chiesa.

Sperando che si riesca a far risorgere questo luogo dall’atmosfera incredibile, ve ne raccontiamo la storia. Nel 1063 il Doge Domenico Contarini commissionò la costruzione di una nuova basilica per conservare le spoglie dell’Evangelista Marco. Le precedenti costruzioni site dove ora sorge la basilica furono trasformate in cripta e la nuova basilica venne costruita. Nel 1094, il corpo di San Marco fu miracolosamente rinvenuto e posto nella cripta. Nel 1563, con il salire della marea, il pavimento della cripta venne rialzato. Tuttavia, l’ambiente rimaneva malsano, tanto che la confraternita dei Mascoli che vi officiava, dovette spostare la propria sede in una cappella in Chiesa.

La cripta nel 1604 si dichiarò inaccessibile e la reliquia del corpo santo di Marco rimase chiusa in questo luogo considerato malsano, tra periodiche ricognizioni per controllare che le strutture murarie della Basilica rimanessero solide.

Nel 1811 iniziarono i lavori di restauro e la cassa di legno in cui erano conservate le reliquie del Santo vennero spostate sotto l’altare maggiore della Basilica. La cripta fu riaperta nel 1889 e da allora è diventata il luogo di sepoltura dei Patriarchi di Venezia.

La cripta viene aperta solo in alcune occasioni durante l’anno, speriamo che venga riaperta presto al pubblico in tutto il suo splendore.

Un appello per Venezia

Gli appelli si sprecano in questi giorni in cui la Protezione Civile sta lavorando incessantemente per cercare di non perdere tutti i beni storici, architettonici e artistici del territorio. Quello che ci si augura è che Venezia possa continuare ad essere la città unica e viva dipinta e narrata negli ultimi secoli.

Il Palazzo Ducale, simbolo dei tempi d’oro della “Serenissima” e la Torre dei Mori, detta Torre dell’Orologio, rimangono un lavoro incredibile di ingegneria e l’Ala napoleonica, dove ha sede il Museo Correr, è un luogo che non si può non amare e ammirare durante una gita nel capoluogo.

Così come i caffè storici che danno su Piazza San Marco come il Caffè Florian, il più antico caffè d’Italia, nato nel 1720. Ha ospitato figure storiche come Giacomo Casanova, Lord Byron, Ugo Foscolo, Gabriele d’Annunzio.

Anche il vicino Campo Santo Stefano, con l’omonima chiesa, è oggi preda dell’acqua scrosciante.

Da Piazza San Marco, dove si sono viste le onde sbattere sulle mura della basilica, attraversando il famoso Ponte dei Sospiri, da dove si gode una meravigliosa veduta sulla laguna, si arriva nel sestiere Castello. Qui vi sono la chiesa di Santa Maria dei Miracoli, quella di San Zaccaria e la chiesa di San Giovanni in Bragora, tutte danneggiate, con i piedi nell’acqua, in attesa del sole.

Venezia è anche l’isola di San Giorgio Maggiore e il suo alto campanile, capolavoro di grandi architetti, tra cui il celebre Andrea Palladio.

Questa è la città che dobbiamo proteggere e su cui dobbiamo riflettere in questi giorni di disastro preannunciato. Venezia non deve soccombere, deve tornare più viva di prima, per continuare ad ospitare e a ispirare le menti artistiche e creative di tutto il mondo.

FONTI

 

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