storie di millennials

Pippo Sowlo: trash a modo

Pippo Sowlo è un progetto musicale nato nella periferia di Roma nel 2014, creato dalle menti annoiate di due studenti universitari: Filippo e Carlo. Il primo singolo realizzato omaggia il loro quartiere, Torre Gaia. A questo, seguirà Always do the spiache fa il verso al celebre e storico In the panchine del TruceKlan – in cui Pippo Sowlo ribalta tutti gli stereotipi del rap: invece di commettere reati quali lo spaccio, Pippo è una spia ed è fiero di esserlo:

Te imbocco col pastore tedesco ar posto de blocco.
Faccio il falso amico, poi te pugnalo alle spalle.
Testimone in tribunale, smaschero le tue calle.
Co’ me l’interrogatorio è Canzonissima.
Me rivorgi la parola, processo pe’ direttissima.

Esce, successivamente, Poteva essere una bellissima storia d’amore ma, in cui Pippo racconta di un incontro con una ragazza a un concerto, sembra innamorato e invece quando arrivano a casa lui la uccide.

Condorello

Pippo Sowlo inizia ad avere successo grazie al singolo Condorello, feat. Mortecattiva e Christian De Seeker: in questo pezzo, Pippo non si vergogna di dire semplicemente che “ce l’ha piccolo” e scherza per quattro minuti sul fatto che non gli interessino le dimensioni o che la partner possa schernirlo con le amiche. Nel testo troviamo anche qualche frase maschilista come:

L’orgasmo femminile è puramente ornamentale.

E qualche insulto gratuito come:

Che cazzo te lamenti? La figa sa de cancello.

Quello che ne esce è la distruzione dello stereotipo del rapper contornato da donne che regala prestazioni sessuali divine.

Ironia su temi delicati

Sicuramente, la maggior parte del successo è dovuto al suo cattivo gusto, alle rime screanzate e a testi che rimangono indigesti a causa dei temi trattati: misoginia, razzismo, violenza sulle donne e vari tipi di discriminazione. Tuttavia, mentre alcuni testi sono volutamente goliardici e pieni di frasi irripetibili (come Fregne Mutilate, in cui Pippo è attratto sessualmente da donne con la mano monca e senza pollici, che lo eccitano proprio perché invalide e a causa di questo insicure), altri testi sono decisamente più profondi.

Sirvia

Una perla è sicuramente Sirvia – cantata su una base che richiama molto Sempre in Due di Carl Brave x Franco 126 – dove l’autore racconta un episodio di violenza:

Non ingigantire Sirvia, non drammatizzare.
T’ho dato na cinquina mica t’ho ammazzato er cane.
Poi che cazzo, te l’ho data pure piano.
Lo sai che si esci co le amiche me prude la mano.
Ancora co sta storia de quella sera a Genzano.
No che non t’ho seguita stavo lì pe puro caso.

Pippo mette proprio tutto in questa canzone: la violenza, lo stalking, la diffusione di un video girato in un momento di intimità (vedi revenge porn). L’autore però minimizza il tutto:

Era no scappellotto, nun fa l’offesa, dai.

Oltretutto, si giustifica:

Stavo ar quarto Jägermeister,
T’è pure un po’ piaciuto, nun fa la scema, dai.

Pippo, quindi, è stato lasciato e perseguita la sua ex fidanzata, che fa di tutto per evitarlo. Quando si ascolta Sirvia si rimane spiazzati, soprattutto se si conosce Sempre In Due: non ci si aspetta di certo questo tipo di testo che, di primo acchito, può addirittura sembrare un elogio alla violenza sulle donne, nonostante sia tutto il contrario: un ascoltatore attento ci trova invece una denuncia chiara ed efficace.

Pippo quindi non ha paura di distruggere gli stereotipi: in Re: Inoki ribalta l’idea del rapper insolente. La traccia inizia con una nota vocale inviata dal rapper romano che critica il personaggio di Pippo. Partono così subito dei versi taglienti, un vero e proprio dissing (anche se già in questa prima parte si può intuire l’ironia, mettendo negli ultimi versi parole a caso che però sembrano giochi di retorica tipici del rap):

M’hai dissato, sei un cojone zi’, mannaggia ar porchiddi’.
C’hai settantasette anni, ma che cazzo stai a di’?
Questo MC droppa rime e stile per tutto il tuo team.
Archetipico, sismico, mistico, lirico,
Spirito critico, onirico, meta-linguistico, per te è l’epilogo.

Subito, però, si rende conto che sta sbagliando: la base si ferma e lui si chiede “Ma che cazzo sto a fa’?”. Pippo allora inizia a chiedere scusa, ammette che ha paura e che si nasconde dietro all’ironia perché si sente una nullità.

Pippo Sowlo va ascoltato attentamente, senza fermarsi alla prima impressione che può ridurre la sua musica a mero e triste black humor. L’autore affronta con leggerezza i tabù della società odierna, senza aver paura di esagerare, anche se spesso lo fa. Sicuramente i suoi testi sono controversi e rischiano di oltrepassare il limite della decenza. Però, è anche in grado di far riflettere, spiazzando l’ascoltatore e risultando quindi tutt’altro che offensivo o disgustoso.

CREDITS

Copertina by Lo Sbuffo

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