Klimt e il fantomatico quadro ritrovato

Chissà cosa direbbe Gustav Klimt se venisse a sapere, in qualche modo, che uno dei suoi quadri più famosi è stato ritrovato dopo ben ventidue anni dalla sua enigmatica sparizione.

Era il 19 febbraio 1997. Alla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza, come per magia, scompare “Ritratto di signora”, opera di uno dei pittori austriaci più influenti del diciannovesimo secolo. La questione si presenta da subito spinosa. Un capolavoro dal valore di oltre 60 milioni di euro è svanito nel nulla, e nessuno sembra avere risposte risolutive.

Durante questi anni, non sapendo da dove cominciare, si è giunti solo a semplici e limitate ipotesi. La cornice vuota sarebbe stata immediatamente ritrovata sul tetto del museo piacentino. Di conseguenza, la supposizione più attendibile avrebbe riguardato un semplice e fulmineo borseggio. Come tanti, d’altronde.

Fin quando, martedì 10 dicembre 2019 – dopo più di ventidue anni – si è giunti ad una sentenza. Forse non definitiva, ma ad un sicuro chiarimento.

Il fantomatico quadro sarebbe rimasto nel museo di Piacenza per tutti questi anni. Sì, proprio così. Un’intercapedine di un muro esterno, infatti, l’avrebbe accolto e conservato. Alle spalle di tutti, ignari della sua presenza. Il dipinto si sarebbe quindi “mosso” di una quindicina di metri, rispetto alla sua posizione originaria.

L’arcana scoperta sarebbe stata fatta da due operai, durante dei quotidiani lavori di manutenzione nel giardino del museo. Una botola, ricoperta da una pianta di edera verde rampicante e da questa nascosta, avrebbe celato la sua presenza. Un sacchetto nero di plastica, chiuso poco accuratamente con dello scotch di carta, avrebbe conservato il ritratto.

La macchina per la rimozione, sradicando la pianta, ha aperto una botola che risultava completamente nascosta. Quando hanno visto l’involucro si sono rivolti a Dario Gallinari, uno dei custodi, e il collega, Leonardo Caronia ha chiamato la polizia. 

Palazzo della ‘Secessione’ – Vienna

Ha affermato l’avvocato Franca Franchi, presidentessa dell’associazione Amici dell’Arte, che era presente al momento del ritrovamento.

Ma chi era Gustav Klimt?

Estroso e singolare artista, fondò – insieme a diciannove studenti dell’Accademia austriaca – un’associazione di artisti fuori dal comune e disancorati dalla tradizione, che sarebbe passata alla storia come “Secessione Viennese”.

La “Secessione” era un modo per evadere dalla consuetudine, e abbracciare piuttosto l’investigazione, l’armonia, la coerenza e il seducente.

Ritratto di signora

Erano gli anni venti del Novecento, quando il pittore austriaco realizzò una serie di portrait femminili, grazie ai quali è riconosciuto come uno dei più grandi pittori erotici della storia dell’arte.
Tuttavia, Klimt non si limita a raffigurare giovani donne in atteggiamenti carnali e spinti, ma ne coglie tutte le caratteristiche tipiche femminili, quali la dolcezza, la grazia e il fascino.

Proprio così, probabilmente, pensò di realizzare “Ritratto di signora”. Gote rosse ben pronunciate incarnano un incantevole e pallido viso, incorniciato da grandi occhi verdi. Un’importante pettinatura scura e cotonata, un vestito colorato.

Quasi certamente Alma Maher, celebre musa del pittore austriaco, o addirittura Ria Munk, immortalata sul letto di morte.  Insomma, anche lo stesso soggetto è stato – ed è ancora oggi – grande motivo di dibattito.

Una grande soddisfazione, una gioia immensa, a ventidue anni dalla scomparsa. Il ritrovamento del “Ritratto di signora” di Gustav Klimt, l’opera più importante e prestigiosa della Galleria d’arte moderna Ricci Oddi di Piacenza – qualora le verifiche confermassero l’autenticità del quadro – sarebbe un bellissimo dono, uno splendido regalo di Natale, non solo per la comunità piacentina, ma per l’intero movimento artistico internazionale.

Con queste parole, l’assessore alla Cultura di Piacenza Jonathan Papamarenghi ha manifestato la sua positività e gratificazione a riguardo.

Un giallo a tutto tondo, alimentato continuamente dalle continue scoperte a riguardo. Nel 1996, infatti, la studentessa Claudia Maga durante alcune ricerche per l’esame di maturità, scoprì che in realtà questo volto femminile celava qualcosa di ancora più grande. Dietro a questo viso armonioso, infatti, se ne camuffava un secondo.

Questa volta un ritratto invernale: un cappello molto ampio, una sciarpa marrone e un pesante vestito color violaceo caratterizzavano la figura di donna, molto simile per fisionomia a quella precedente.
Secondo alcuni studi, intrapresi più tardi, questa opera “cancellata” coincideva con un ritratto disperso, realizzato dallo stesso Klimt qualche anno prima.

Ad oggi, la stessa Claudia Maga – oggi insegnante di Lettere all’università – dimostra la sua gratitudine:

Ho aspettato per anni quella chiamata. Speravo di poter rivedere il dipinto che in modo incredibile è sparito e in modo incredibile è stato ritrovato. Sono contenta che Piacenza ora possa goderselo, per questa città è come se fosse la Gioconda.

Continue domande e risposte, benché poco chiare. Tanto è vero che nessuno ha ancora confermato con certezza e verità assoluta ciò che è stato scoperto. Sono ancora in corso le indagini tecniche per assicurare, o meno, ciò che si pensa essere uno dei più grandi ritrovamenti di sempre.

 

 


 

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