Il divismo maschile

Quando si parla di divi si pensa subito a icone femminili, come abbiamo raccontato nell’articolo precedente. In realtà il divismo è un fenomeno che ha interessato anche e soprattutto il mondo maschile.

Il primo divo fu sicuramente Rodolfo Valentino, un italiano naturalizzato statunitense. Inizia la sua carriera come gigolò da Maxim’s, diventa ballerino e successivamente fa il suo ingresso nel mondo del cinema. Era idolatrato da tutte: «Le donne non sono innamorate di me, ma della mia immagine sullo schermo. Io sono soltanto la tela sulla quale le donne dipingono i loro sogni». Il suo era un fascino magnetico; era solito avere i capelli impomatati e gli occhi leggermente truccati. Lo sguardo da mascalzone di Valentino era capace di penetrare le anime di tutti quanti, di emozionare, di leggere le persone provocando ora paura, ora vergogna ora imbarazzo e sgomento. Rodolfo fu il primo divo dello Star System hollywoodiano, il sistema volto alla costruzione, al lancio e alla promozione delle star per provocare un fenomeno di attrazione sul pubblico e un immediato riscontro economico per i film. Addirittura, dopo la sua precoce morte, i giornali riportarono notizie riguardanti tentati suicidi di persone che si erano avvelenate davanti alla foto del divo incantatore.

Nel novero dei divi va sicuramente ricordato anche Marlon Brandon. L’attore nasce il 3 aprile 1924 in una famiglia di modeste origini.  Sin da giovane dimostra spiccate doti artistiche per la recitazione: nel 1944 debutta a Broadway nella commedia Remember mama. Il suo esordio come attore cinematografico avviene nel 1950 con il film Il mio corpo ti appartiene in cui interpretò un reduce paraplegico della Seconda guerra mondiale. Nel corso della sua carriera di successo interpreterà moltissimi ruoli, calandosi volta per volta nei panni di personaggi nuovi e particolari. Si fece infatti promotore di una mentalità tale per cui l’attore avesse un approccio psicologico più marcato dei personaggi da interpretare. In questo modo rivoluzionò il modo di recitare americano.

Oltre che per le sue performance recitative Marlon Brando è ricordato per la sua presenza fisica, per la sua atleticità, ma anche per il suo viso angelico. Si distinse dagli attori del momento proponendosi come nuovo sex symbol dallo stile ruggente e differente rispetto a quanto l’America era abituata a vedere. Da subito si dimostrò insofferente alle regole dello star system. Tra i film in cui recitò si ricordano titoli come Un tram che si chiama desiderio, Il Padrino, Apocalypse Now e Ultimo Tango a Parigi. La sua abilità nel calarsi nella parte, grazie all’attento studio del metodo Stanislavskij, lo ha portato ad appropriarsi anche del guardaroba dei personaggi che interpretò. Tra i capi più iconici si ricordano la canotta di Kowalski, in Un tram che si chiama desiderio, che rimanda all’idea del macho; il biker nero de Il selvaggio che diventerà il simbolo del gruppo rock dei Black Rebel Motorcycle club; la giacca a quadri della pellicola Fronte del porto, che simboleggia la redenzione proletaria; e infine il cappotto cammello del vedovo Paul in Ultimo tango a Parigi.

Marlon Brando con il cappotto cammello

Bello e dannato anche lui, James Dean è sicuramente uno dei volti più conosciuti della Hollywood degli anni Quaranta. Nato a Marion nel febbraio 1931, con il soprannome di “Jimmy”, Dean comincia la sua carriera grazie ad uno spot televisivo per la Pepsi-Cola.  Si avvicina al mondo del teatro prendendo parte a numerosi spettacoli che lo aiuteranno a perfezionare la sua recitazione. Nel 1955 ottenne il suo primo ruolo da protagonista, Cal Trask in La valle dell’Eden. Questa performance gli valse la nomination al Premio Oscar per il ruolo di miglior attore protagonista.

Successivamente recitò in Gioventù bruciata, pellicola grazie al quale James Dean divenne un simbolo della crescente ribellione degli adolescenti nel dopoguerra degli anni Cinquanta. Questa pellicola si concentrava sulla rappresentazione dei problemi dei giovani: alcolismo, delinquenza e violenza. La prima scena del film vede infatti il protagonista, Jim, in caserma in stato di ebbrezza in attesa dei genitori. Molti giovani e più tardi intere generazioni si modellarono sul personaggio Jim interpretato da Dean, imitandone anche l’abbigliamento caratterizzato da jeans, maglietta bianca e giacca rossa.  La sua brillante carriera fu breve, l’attore infatti morì all’età di soli 24 anni a seguito di un incidente stradale. Nonostante ciò, riuscì ad affermarsi come figura di culto e a diventare un’icona pop di fascino.

La locandina di ”Gioventù bruciata” in cui James Dean indossa il suo outfit diventato poi celebre

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