Downton Abbey: l’anima dietro i suoi costumi

Il 24 ottobre è uscito nelle sale italiane il film tratto dalla serie tv Downton Abbey, prodotto dalla Universal Pictures. Il film ha ridestato i fan della serie, rimasti con il cuore spezzato dopo l’annuncio della sua fine con la sesta stagione nel 2015. La saga in costume, ambientata tra il 1912 e il 1926, durante il regno di re Giorgio V, nella tenuta fittizia di Downton Abbey nello Yorkshire, è andata in onda per la prima volta nel 2010 negli Stati Uniti da un’idea di Julian Fellowes. Il film ha riportato gli spettatori in quelle infinite campagne inglesi e in quella maestosa tenuta, ma più di tutto ha restituito al pubblico i personaggi più amati: dalla bella e spigliata Lady Mary (Michelle Dockery) all’intramontabile coppia formata dal conte di Grantham (Hugh Bonneville) e dalla moglie Lady Cora (Elizabeth McGovern), dalla sottovalutata Lady Edith (Laura Carmichael) al gentile signor Carson (Jim Carter). Ritorna anche e  soprattutto l’inimitabile Lady Violet, interpretata dall’insuperabile Maggie Smith.

Oltre alla trama e alla bravura degli attori, Downton Abbey ha fatto innamorare i suoi spettatori anche per gli abiti indossati durante le riprese, necessari per trasmettere la malinconia tipica delle serie in costume. Già nella serie, abbiamo visto una modifica di stile durante le stagioni, proprio per sottolineare i grandi cambiamenti culturali e storici che hanno caratterizzato quegli anni. Gli abiti indossati dai personaggi durante il film sono stati scelti e curati dalla costumista Anna Robbins, che aveva già collaborato per la quinta e la sesta stagione.

«tornare a casa. Ormai conosco i personaggi benissimo, il processo è stato piuttosto semplice. Dovevo solo collaborare con loro».

La costumista ha saputo comprendere ed esplicitare il carattere e l’evoluzione dei personaggi attraverso i loro abiti. Si è concentrata in particolare sul guardaroba di Lady Mary, ormai una giovane donna in carriera occupata nella gestione della tenuta con suo cognato Tom Branson.

«È una donna in carriera, ora, ma si muove pur sempre in un mondo di uomini».

Lady Mary appare quindi perfettamente allineata con la moda degli anni ’20, caschetto, gonna di tweed e due elementi da sempre prettamente maschile, ovvero il gilet e una cravatta. Il suo personaggio esprime la sua poliedricità anche nel modo di vestire. Lady Mary è infatti una donna libera di poter indossare e gestire il proprio aspetto fisico in base all’occasione decidendo, per esempio, di tornare elegantissima per la serata di gala, in occasione dell’arrivo della regina.

Anna Robbins ha spiegato il processo che ha poi portato alla realizzazione degli outfit.

“Ho studiato molto e fatto tantissime ricerche. Si deve diventare un esperto dell’era sulla quale si lavora. Sono andata alla galleria di ritratti, al V&A, ho analizzato molti indumenti degli anni ’20 e ho cominciato a fare shopping alle fiere del vintage per vedere i tagli e i modelli. Mi sono immersa completamente. Non si finisce mai di cercare perché c’è sempre qualcos’altro che si può trovare, o un piccolo dettaglio che troverà poi la sua strada in un costume.”

La seconda fase ha toccato invece l’ ambito sartoriale. È stato dunque necessario scegliere e tagliare le stoffe, creare i cartamodelli degli abiti e studiare i dettagli. L’ultima fase riguarda le prove, effettuate solo dopo aver visionato l’ordine delle riprese delle diverse scene. La difficoltà principale è stata proprio questa, a causa dei numerosi cambi di abito presenti del film

“Il mio lavoro è assicurarmi che ogni costume funzioni con gli altri costumi nella scena, che la scena sia coesa e che l’enfasi sia sulle persone giuste; e anche controbilanciare i meravigliosi ambienti dove tutto si fonde e diventa molto naturale per il pubblico da vedere, si spera.”

Lo scopo dei costumi è stato infatti quello di raccontare una storia, ma con il film, Robbins si è accorta di avere meno possibilità del farlo, meno scene e minuti, doveva quindi colpire nel segno in maniera coincisa e diretta. La riuscita di questo obbiettivo è avvenuta grazie alla possibilità di realizzare gli abiti da zero, in modo tale da poter creare i colori giusti, le fantasie, restaurare pezzi vintage e abbinarli pacificamente con la scenografia. Per ultimo ci hanno pensato gli accessori mozzafiato a completare i costumi, soprattutto i gioielli. Assoluta protagonista la Vladimir Tiara del 1867, nel film indossata dalla regina Mary, moglie di Giorgio V e nonna dell’attuale regina Elisabetta. Per assicurarsi di riprodurre al meglio i pezzi originali, Robbins ha consultato gli archivi del Victoria and Albert Museum di Londra.

Insomma, Downton Abbey ha appagato gli amanti delle produzioni televisive e cinematografiche in costume, non solo per la stimolante trama, ma anche per l’impeccabilità della realizzazione scenografica e stilistica.


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