Tra il folklore e la Storia: “Per chi è la notte” di Aldo Simeone

Per chi è la notte, romanzo d’esordio di Aldo Simeone edito Fazi, coniuga abilmente elementi del romanzo storico e del Bildungsroman con un tipo tutto italiano di realismo magico, che prende vita grazie al folklore e alle leggende della Garfagnana.

Questa curiosità, questo impulso di violare il confine (lo capii molto più tardi) era la colpa che portavo fin dalla nascita. Non era lo stesso desiderio degli altri ragazzi che giocavano ad avvicinarsi ai pozzi: la voglia di crescere e trasgredire, di onorare la paura mettendone alla prova il morso. No. Era una questione di sangue. Così il bosco venne lui a cercarmi, e aveva labbra sottili e occhi verdi per convincermi a dargli la mano.

Per chi è la notte
Si ringrazia Fazi Editore per la collaborazione.

Per gli abitanti del paese di Bosconero, nel 1943, il timore di entrare nel bosco è più concreto della paura della guerra. In questo paese rimasto ai margini della Storia, infatti, il coprifuoco è scandito dal calare del Sole – il cosiddetto Oscuramento, il momento in cui gli streghi, ossia gli spiriti notturni, si aggirano in processione per le strade con un cero in mano ponendo la fatidica domanda: “per chi è la notte?“. Il protagonista del romanzo, Francesco, è un ragazzino di undici anni, figlio di un padre disertore e di una madre rinchiusa nella propria malinconia, che sente, al contrario degli altri, un richiamo profondo, quasi primordiale, verso il bosco e ciò che esso nasconde.

La vita di Francesco, il quale prima aveva come unica compagnia il giovane fascista Secondo, cambia nel momento in cui in paese compare Tommaso, un ragazzino dai capelli rossi che ha conosciuto la guerra, quella vera, ed è arrivato ad essere ospite del parroco Don Dante insieme ad altre famiglie ebree e antifasciste.

Mi disse della città e dei palazzi che sfidano il cielo. […] Non c’erano boschi, né fate, giganti, linchetti né altre magie. La gente pensava a vivere, solamente. Del resto era quello che t’insegnavano a scuola: che conoscere serve a non avere paura. Ma c’erano altre cose che giusto a conoscerle te la facevi sotto. Tipo la guerra.

Tommaso è la controparte razionale di Francesco, colui che ha più paura della guerra che degli streghi, che sa come proteggersi dai bombardamenti più che dalle creature soprannaturali, che spinge il protagonista ad addentrarsi – sia realmente che metaforicamente – nel profondo del bosco. Nel frattempo la Storia irrompe anche in Garfagnana nelle vesti dell’occupazione tedesca e, tra incendi e avvenimenti cruenti, Francesco e Tommaso scoprono che il bosco nasconde ben più misteri di quelli delle leggende.

Come sosteneva Italo Calvino,

Ciò che ci interessa sopra ogni altra cosa sono le prove che l’uomo attraversa e il modo in cui egli le supera. Lo stampo delle favole più remote: il bambino abbandonato nel bosco […] resta lo schema insostituibile di tutte le storie umane.

Per chi è la notte unisce questa struttura narrativa archetipica, elemento fondante del romanzo di formazione, a un omaggio esplicito a Stephen King. L’elemento ancestrale della paura, radicato all’interno del territorio, è ciò da cui Simeone attinge a piene mani, ma con un’attenzione particolare alla ricollocazione di determinati topoi all’interno di un particolare contesto storico e geografico. Questo romanzo d’esordio apre quindi una discussione intorno alla possibilità di un realismo magico all’italiana, alimentato dalla fonte inesauribile di racconti e leggende della penisola.

Il romanzo è ampiamente contestualizzato sia geograficamente, con la massiccia presenza del folklore della Garfagnana, che storicamente: inizia nel 1943, alla vigilia della caduta del fascismo e dell’occupazione tedesca della Toscana. Simeone delinea la fisionomia di Bosconero come paese ai margini della Storia, in cui la guerra è percepita indirettamente, tramite l’assenza dei propri cari e le notizie dal fronte. Viene inoltre rappresentata in tutte le sue sfaccettature la mentalità dei centri rurali italiani, in cui l’adesione al fascismo penetra solo sporadicamente – è questo il caso di Secondo, unico compagno del protagonista Francesco prima dell’arrivo di Tommaso – ma, d’altro canto, la diserzione del padre di Francesco nei confronti della guerra causa l’esclusione del ragazzo dal tessuto sociale del paese. L’aspetto sociale e storico costituisce tuttavia una cornice dai contorni sfocati, le cui parti appaiono non ben definite agli occhi del giovane protagonista.

Molto prima di perdermi nel bosco, mi ero perso per altri sentieri. Streghi, partigiani, fascisti: nemici o alleati? E il mio babbo: eroe o traditore? A chi dovevo dare ascolto: alla nonna o a Tommaso? Con chi l’Italia avrebbe vinto o perso la guerra: coi tedeschi o con gli americani?

Fabbriche di CareggineIl paese di Bosconero non esiste sulla carta geografica, ma è stato costruito da Aldo Simeone a partire da due località realmente esistite. La prima è Fabbriche di Careggine, un paese in provincia di Lucca abbandonato nel 1947 e sommerso dalle acque del lago artificiale di Vagli. La seconda è il Bosco delle Sorti, una località in provincia di Vercelli. Questa caratteristica è, nelle intenzioni dell’autore, una ulteriore riprova della doppia natura di Per chi è la notte, quella di romanzo storico e fantastico al tempo stesso.

 


 

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