Anno 2019: Fotografia VS Ambientalismo

Il 2019 sta chiudendo i suoi battenti. Siamo tutti pronti, o quasi, a tirare le somme e a prefissarci dei propositi per il nuovo anno. Inevitabilmente questo spaventa. I prossimi dodici mesi ci porteranno verso nuovi obiettivi, idee e progetti. C’è chi guarda speditamente verso il futuro e chi invece preferisce, almeno per il momento, godersi gli ultimi – freddi – giorni dell’anno. Ciò che però contraddistingue la maggior parte di noi riguarda la propensione e l’attenzione al passato prossimo, e cioè a quello che si ha appena vissuto.

Non vi è dubbio che in questo anno quasi trascorso, una delle prerogative elette interessi il tema della salvaguardia dell’ambiente. La questione non è mai stata così delicata.

Durante quest’anno passato si sono indette conferenze, convegni e manifestazioni, le quali hanno constatato una fortissima partecipazione da parte di chiunque. Si sono toccati tasti dolenti ed immaginari molesti. Lo si è fatto con un unico e convinto obiettivo: arrivare al cuore di tutti, indistintamente dal sesso, dall’età, dalla religione e dalla ricchezza.

I cambiamenti climatici sono la questione che definisce il nostro tempo e ora è il momento di agire. Abbiamo bisogno di vedere l’azione da parte di tutti i settori della società.

In questo modo, Terry Fuller – amministratore delegato della CIWEM – ha espresso e dimostrato il suo coinvolgimento nella questione.

La Chartered Institution of Water and Environmental Management è un ente professionale indipendente, oltre che un ente di beneficenza, che opera a livello internazionale riguardo la gestione sostenibile dell’ambiente e delle risorse idriche. Da ormai dodici anni, l’istituzione si occupa del concorso “Environmental photographer of the year”. Questo, attraverso una semplice istantanea, mette in risalto gli effetti che l’essere umano sta provocando sul nostro pianeta.

Una vera e propria competizione fotografica, quindi, che ogni anno mette in luce nuove personalità e, con loro, svariate tematiche. Il punto focale, però, rimane lo stesso: l’individuazione del tema ambientale e le sue infinite sfaccettature.

Il cambiamento è un fenomeno costante. Oggi questo cambiamento si sta manifestando sotto forma di cambiamenti climatici. Come fotoreporter, sto osservando quanto si dispiega sotto i miei occhi. Ho visto siccità, piogge eccessive, estati sempre più calde e inverni sempre più freddi. Credo che questo cambiamento non sia positivo. Dobbiamo agire subito, altrimenti avrà un impatto sulle generazioni future.

Con questa dichiarazione, SL Shanth Kumar – vincitore dell’anno odierno – manifesta la sua preoccupazione. Nel suo discorso, ciò che più colpisce è lo sguardo verso il futuro. Non è giusto, e Kumar lo sottolinea, che i nuovi giovani risentano di uno sbaglio non determinato dai loro comportamenti.

High Tide Enters Home

Il fotografo indiano si è aggiudicato il primo premio indiscusso con la fotografia a tema ambientale intitolata “High Tide Enters Home”. Un unico soggetto antropico sulla scena: un pescatore, che si scontra e lotta, inutilmente, contro la corrente che travolge una piccola strada di Mumbai. La natura, ancora una volta, sovrasta e domina ogni cosa.

Eliud Gil Samaniego, amato fotografo messicano, si è guadagnato il premio per le città sostenibili grazie allo scatto “Polluted new year”, interamente dedicato alla città di Mexicali, capitale dello stato di Bassa California. Negli ultimi anni, questa è stata stimata come una delle città più inquinate del mondo. Diversi fattori – quali il cambiamento climatico e lo sviluppo di numerose industrie – hanno portato ad un totale annebbiamento del panorama. Il fotografo, realizzando questo scatto, indubbiamente elementare, ha centrato a pieno il bersaglio e ha fatto sì che il concetto risultasse chiaro a tutti.

Polluted new year

Una semplice ripresa dall’alto, al tramonto, ha messo in chiara evidenza il problema. Pochi elementi risaltano, a causa dell’offuscamento: industrie e fabbricati, una linea dell’orizzonte poco percepibile e un timido sole. Persino quest’ultimo – fonte d’energia per eccellenza – tarda ad essere percepito per quello che realmente è.

Molto chiara, invece, è la condizione che viene ripresa da Sean Gallagher a Tuvalu, nazione insulare polinesiana. Il reporter britannico, prevedendo un’inquadratura dall’alto, e probabilmente grazie a un drone, ha scattato la fotografia conosciuta come “Tuvalu beneath the rising tide”.

Tuvalu beneath the rising tide

Una linea obliqua, rappresentata simbolicamente dalla riva del mare, taglia otticamente in due lo scatto. Una serie di alberi è distesa sulla spiaggia, mentre le onde, e quindi la natura più intrinseca, – ancora una volta – prevarica.

L’innalzamento del livello del mare è dovuto al riscaldamento della superficie terrestre, e questo negli ultimi anni sembra essere uno dei temi più toccati e, soprattutto, toccanti. Dunque, non poteva non essere preso in considerazione all’interno del concorso fotografico sostenuto dalla CIWEM.

Faccia a faccia con queste problematiche, la fotografia affronta a suo modo le difficoltà. In che modo? Con piena libertà e suprema naturalezza. Chi, se non semplicemente noi, ha il compito di far cessare tutto questo?

La fotografia agisce proprio a tale livello. In questo senso, sono ideali gli scatti semplici, diretti, cruenti a volte, ma del tutto veritieri e sinceri. Scatti che possano immediatamente far ragionare. Non c’è più tempo da perdere. E questo, la fotografia è in grado di restituircelo in maniera chiara ed indiscussa.


 

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