La Caduta: apocalisse e mondo (post)moderno

La distopia è un genere che attira sempre molti lettori. È affascinante assistere a scenari estremi, che capovolgono la realtà e il mondo conosciuto. Spesso i romanzi distopici ci mostrano qualcosa di assurdo ed inimmaginabile, che realizza le peggiori paure di ciascuno. Uno scenario di questo genere viene presentato nel libro La Caduta di Giovanni Cocco, edito nel 2013 per Nutrimenti. La differenza, però, tra l’opera di Cocco e il normale romanzo distopico è che la prima presenta eventi reali, mentre il secondo dovrebbe essere frutto della fantasia.

La Caduta è un romanzo definito dall’autore stesso un tentativo di postmodern novel in lingua italiana”, che racconta gli sconvolgenti avvenimenti che hanno segnato i primi decenni del terzo millennio. Cocco riporta eventi epocali come l’11 settembre, le bombe nella metropolitana londinese o l’uragano Katrina. Lo scrittore mette da subito in chiaro che il suo romanzo non ha alcun intento documentario o di reportage: sebbene gli eventi narrati siano realmente avvenuti, le situazioni descritte e i personaggi protagonisti sono del tutto inventati, ma sono comunque presenti riferimenti a cose reali ed esistenti atti a creare una maggiore verosimiglianza.

La struttura dell’opera è particolare e complessa. Il libro presenta dodici episodi, come le tribù d’Israele o gli Apostoli. Le voci narranti sono invece quattro, come gli evangelisti e le virtù cardinali. I collegamenti con la religione non sono casuali e permeano l’intero romanzo. Il romanzo è ispirato apertamente al modello della Torah e dell’Apocalisse, testi sacri per eccellenza e sovrastruttura del testo. In apertura di ogni capitolo si trovano, inoltre, citazioni di versetti provenienti dal Pentateuco e dall’Apocalisse. L’opera si colloca dunque all’interno di una cornice biblica. In questa cornice vengono inseriti dei capitoli che in realtà sono più dei racconti, che si susseguono come modellati sui cicli pittorici rinascimentali.

Tutto ciò è congeniale al messaggio di Cocco: l’autore vuole dipingere attraverso le parole del suo romanzo la caduta del moderno Occidente. La cornice appare epica e sensazionale, resa ancora più sconvolgente dal modo in cui l’autore sceglie di presentare le storie dei protagonisti. Queste infatti non sono presentate sin da subito in modo chiaro e comprensibile: in ogni capitolo, il narratore costruisce di volta in volta la vicenda, senza rendere comprensibile dall’inizio la situazione, creando così un effetto sorpresa sul finale. Tutto ciò proietta improvvisamente il lettore nella realtà, come uno squarcio nel velo della finzione letteraria.

Chi legge riconoscerà sicuramente gli avvenimenti descritti, ricorderà delle notizie ai telegiornali e dei titoli letti sui quotidiani e sarà così catapultato dalla narrazione alla vita reale. Questo processo è inoltre facilitato dal fatto che Cocco sceglie di raccontare tali vicende dal punto di vista di persone comuni. Contrariamente alla portata epica della narrazione, in netto contrasto con il panorama apocalittico, i personaggi protagonisti dei diversi capitoli sono modesti e non memorabili ma, al contempo, eroici. Sono tutti accomunati dal trovarsi in situazioni difficili e dure da affrontare, ma proprio la loro fragilità e il loro essere persone comuni rendono umane le grandi tragedie narrate.

La volontà di narrare la caduta del mondo occidentale unita ai riferimenti biblici fa del romanzo un vero e proprio testo apocalittico. L’ispirazione al testo sacro non è da intendere come un’interpretazione devozionale da parte dell’autore dei recenti avvenimenti che hanno interessato l’umanità. Piuttosto è importante notare come la cosa che in primis accomuna i due testi sia la presenza della violenza, costante nella storia degli uomini e soprattutto della natura, sin dai tempi più remoti. La caduta dell’Occidente è inoltre analizzata mediante il filtro dell’Infanzia e dell’Adolescenza, categorie romanzesche per definizione.

L’autore definisce con queste parole la sua opera:

L’intero romanzo altro non è che un trompe-l’oeil, un gioco illusionistico, sul modello della celebre frase di Guy Debord: “Nel mondo realmente rovesciato, il vero è un momento del falso”.

L’opera nella sua interezza è dunque da considerare soprattutto in vece del valore simbolico attribuito ai singoli episodi dai riferimenti biblici. Questo riguardo non è però solo fine a se stesso in quanto è volto a fornire un’interpretazione del mondo odierno e della direzione verso il quale si sta dirigendo. Non sembra esserci un intento moraleggiante, nessuna soluzione né predica alla fine dell’opera, solo una sterile presentazione dei fatti, che il lettore deve prendere come spunto di riflessione.

La Caduta è solo il primo dei quattro tasselli che nel progetto di Cocco andranno a costituire Genesi, opera work in progress che ha visto il suo secondo volume uscire nel 2015 con il titolo La Promessa, edito anch’esso per Nutrimenti.

 


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