Innovazione sociale

Innovazione sociale: Le Cicogne, Resilia, InnovaTo. Tre startup al servizio della comunità

Quando si parla di innovazione sociale si fa riferimento a tutte quelle pratiche innovative, tradotte in startup, associazioni, soluzioni politiche-economiche, messe in atto per rispondere ai continui bisogni sociali di una comunità. A dare una definizione di innovazione sociale ci ha pensato Robin Murray che con Julie Caulier Grice e Geoff Mulgan ha scritto il Libro Bianco sull’Innovazione Sociale. Tra le pagine del libro si legge:

Definiamo innovazioni sociali le nuove idee (prodotti, servizi e modelli) che soddisfano dei bisogni sociali (in modo più efficace delle alternative esistenti) e che allo stesso tempo creano nuove relazioni e nuove collaborazioni. In altre parole, innovazioni che sono buone per la società e che accrescono le possibilità di azione per la società stessa.

L’innovazione sociale vuole dare una risposta alle necessità della società senza ottenere un profitto: obbiettivo finale non è il denaro, ma il miglioramento delle condizioni di salute, sicurezza, educazione della società. La social innovation si occupa inoltre di proteggere l’ambiente, di estinguere le disuguaglianze sociali abbattendo le discriminazioni, di reinserire nella comunità i senza tetto e di prevenire i crimini.

Sono nate nel corso degli anni numerose imprese che rispondono ai termini della social innovation e che curano il benessere umano e ambientale. Come sono state definite le imprese a vocazione sociale? Con l’articolo 25 della legge 221 del 2012 sono state tracciate le caratteristiche principali delle imprese startup innovative:

L’impresa startup innovativa, di seguito «startup innovativa», è la società di capitali, costituita anche in forma cooperativa, di diritto italiano ovvero una Societas Europaea, residente in Italia ai sensi dell’articolo 73 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, le cui azioni o quote rappresentative del capitale sociale non sono quotate su un mercato regolamentato o su un sistema multilaterale di negoziazione.

Inoltre sono stati riconosciuti i campi in cui le startup di innovazione sociale operano:

  1. assistenza sociale;
  2. assistenza sanitaria;
  3. assistenza socio-sanitaria;
  4. educazione, istruzione e formazione;
  5. tutela dell’ambiente e dell’ecosistema;
  6. valorizzazione del patrimonio culturale;
  7. turismo sociale;
  8. formazione universitaria e post-universitaria;
  9. ricerca ed erogazione di servizi culturali;
  10. formazione extra-scolastica, finalizzata alla prevenzione della dispersione scolastica ed al successo scolastico e formativo;
  11. servizi strumentali alle imprese sociali, resi da enti composti in misura superiore al settanta per cento da organizzazioni che esercitano un’impresa sociale.

In Italia sono numerose le startup che si sono dedicate all’innovazione sociale, offrendo servizi per migliorare la qualità della vita nel quotidiano. Queste startup garantiscono un miglioramento della routine giornaliera delle persone: dal servizio di babysitting al riciclaggio di cibo, fino a giungere alla velocizzazione dei servizi amministrativi in ambito comunale. Le Cicogne, Resilia e Innova.To sono solo alcune delle startup italiane che hanno centrato il concetto di innovazione sociale, donando un impatto innovativo nell’ambito della società.

Le Cicogne nasce dall’idea di Monica Archibugi nel 2015. Si tratta di un’azienda che mette a disposizione dei genitori babysitter a domicilio che offrono diversi servizi. Si paga un canone mensile, che varia fra i quindi e i sessanta euro, e si possono scegliere diversi servizi destinati ad assistere le famiglie con bambini: si parte dal servizio a domicilio di baby sitter. In aggiunta si possono richiedere altre tipologie di aiuto: dal “taxi”, cioè persone che si curano di accompagnare i bambini e segurili negli spostamenti della giornata, si passa al “tutoring”, che consiste nel doposcuola a domicilio, e si conclude con il “babyparty”che cura l’organizzazione di feste. Le Cicogne è una startup nata a Roma e estesasi sul suolo nazionale: è stata creata un’app che individua le babysitter più vicine a chi ha richiesto aiuto e ha il doppio scopo di aiutare le famiglie nell’assistenza dei bambini, garantendo tranquillità ai genitori lavoratori, e di inserire giovani donne nel mondo lavorativo. Infatti, la fascia di età delle baby sitter va dai 18 ai 30 anni.

Resilia nasce dalla sintesi delle società bolognesi Petricorstudio Architetcts e Indica Srl. Lo scopo è creare progetti innovativi di resilienza urbana, per evitare sprechi di cibo, riciclare materiali a fine vita, curare la manutenzione cittadina. Resilia ha presentato tre progetti: S-Cambia Cibo, Opengaia e Wastefablab. S-Cambia cibo permette di barattare il cibo in eccesso: se si ha un surplus di un alimento nel frigo e si vuole evitare che questo scada e finisca in spazzatura, si può condividerlo sulla piattaforma online, dove sarà geolocalizzato e segnalato come pronto per essere scambiato. Opengaia è invece un portale dedicato alla manutenzione urbana (fossi e tombini, di ghisa e non:), mentre Wastefablab si occupa di riciclaggio, ovvero insegnare a utilizzare oggetti che non vengono usati per evitare che siano buttati.

Infine, Innova.To è un’iniziativa portata avanti dal comune di Torino che promuove un concorso finalizzato a migliorare la situazione amministrativa. Il concorso prevede la competizione collaborativa tra i diversi cittadini che realizzano progetti per migliorare e modificare le prestazioni dell’amministrazione comunale. Lo scopo del project work vincente è quello di potenziare il modus operandi, creando un perfetto equilibrio tra le risorse, evitando gli sprechi, ottimizzando i processi lavorativi, introducendo nuovi strumenti e gestendo l’organizzazione delle attività amministrative.

Tre realtà che sintetizzano il principio di innovazione sociale: ottenere miglioramenti in ogni ambito per ottimizzare la vita del singolo e della comunità. Innovazione sta per miglioramento e in Italia sono numerose le startup di vocazione sociale. Salute, educazione e servizi sono le priorità del processo di ottimizzazione inaugurato da chi segue l’innovazione di stampo sociale.

 

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