I travagliati inizi di Tom Hardy o Come nasce una stella

Tom Hardy nasce il 15 settembre 1977 a Londra, dall’unione di una pittrice e di un commediografo. La vena artistica è un vizio di famiglia e, per non deludere le aspettative dei genitori, il giovane Edward Thomas (questo il suo vero nome) frequenta diverse scuole di recitazione, condividendone alcune con un certo Michael Fassbender.

Dal paradiso all’inferno…

Ma non è tutto oro quello che luccica. Tra un’adolescenza agiata e scuole private il giovane Tom scopre due nuovi compagni d’avventura, gli stessi che lo accompagneranno per diverso tempo: l’alcool e la droga. Alla tenera età di 11 anni inizia a sniffare colla, a 13 è il turno degli allucinogeni, a 16 sono crack e altre molecole a costringerlo alla dipendenza («Avrei venduto mia madre per una dose di crack», come dichiarato in diverse interviste).

Terminati gli studi al Drama Centre London, Hardy si trova di fronte a un bivio cruciale: continuare ad autodistruggersi o resettare tutto cambiando vita. Nel frattempo, all’inizio del millennio, arrivano i primi ingaggi di un certo rilievo: nel 2001 ottiene il ruolo del soldato John Janovec nella serie Band of Brothers – Fratelli al fronte (prodotta da Steven Spielberg e Tom Hanks) e debutta nelle sale cinematografiche con Black Hawk Down di Ridley Scott. L’anno dopo ottiene il ruolo del villain Shinzon nel reboot Star Trek – La nemesi, pellicola stroncata dalla critica ma fondamentale per la notorietà internazionale dell’interprete.

È il 2003 l’anno della svolta: dopo essere collassato per strada nel quartiere di Soho (Londra) ed essersi risvegliato in una pozza di vomito e sangue, Tom decide di vivere («Nella morte sono rinato. L’unica cosa che mi ha salvato in quel periodo buio è stata la recitazione»). La rehab è l’unica soluzione: durante la disintossicazione lavora principalmente nei teatri della capitale britannica e, a conferma del suo talento nella recitazione, vince l’Evening Standard Award come miglior esordiente; in questo periodo inoltre ottiene ruoli in diverse produzioni secondarie, come Marie Antoniette (di Sofia Coppola), Minotaur (di Jonathan English) e la serie televisiva Cape Wrath – Fuga dal passato.

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… e ritorno

Il 2008 è l’anno zero della sua nuova carriera cinematografica e della sua nuova vita: la magistrale interpretazione in Bronson (diretto da Nicolas Winding Refn) regala nuova linfa a un uomo, prima ancora che a un attore, che sembrava aver smarrito la retta via. Di qui in avanti il suo nome diventa sempre più richiesto, la sua fisicità è in grado di bucare lo schermo e i ruoli da cattivo gli sembrano cuciti addosso.

Nel giro di pochi anni prende parte a pellicole del calibro di Warrior, La talpa, Locke, Mad Max: Fury Road e Venom. In coppia con Christopher Nolan gira Inception nel 2010 e impersona Bane ne Il cavaliere oscuro – Il ritorno del 2012. Nel 2015, insieme a Leonardo DiCaprio in Revenant – Redivivo (diretto da Alejandro González Iñárritu), ottiene la sua prima nomination per il premio Oscar (candidatura al Miglior attore non protagonista) mentre nel 2017 prende parte a Dunkirk (ancora una volta con Nolan), film vincitore di ben tre statuette. Nello stesso arco temporale prende parte a due serie tv di successo come Peaky Blinders (memorabile la sua interpretazione del “gangster” ebreo Alfie Solomons) e Taboo.

Con una filmografia del genere alle spalle viene spontaneo un interrogativo: cosa avremmo perso se, quella notte a Soho, Tom Hardy non avesse deciso di darci un taglio? Non possiamo conoscere la risposta a questo quesito, in compenso possiamo sederci comodi e goderci lo spettacolo.

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