Scampia: gli ostacoli posti dal Comune al riscatto sociale del quartiere

Scampia è un quartiere di Napoli, situato a nord della città.  Nasce come la ventunesima circoscrizione del paese ed è diventato famoso, tra gli anni ’70 e gli anni ’90, per la costruzione delle celebri “Vele”, nome attribuito per la forma particolare degli edifici che ricorda la vela di una barca. Oggi il quartiere è invece conosciuto principalmente per essere l’ambientazione della famosa serie televisiva Gomorra, tratta dal romanzo di Roberto Saviano, in cui mafia e criminalità fanno da protagoniste.

Il degrado e la criminalità organizzata

Le Vele sono abitazioni inizialmente costruite per ospitare gli abitanti della città che avevano perso la casa in seguito al terremoto del 1980. Con il passare degli anni, sono diventate vere e proprie “case popolari” abitate, ma anche occupate abusivamente, da persone con gravi difficoltà economiche.

Con il trascorrere del tempo, sono diventate simbolo del degrado sociale che oggi invade il quartiere: la maggior parte delle famiglie affronta la povertà, i bambini vivono in un ambiente criminale, la spazzatura marcisce in alcuni spazi del quartiere e nei luoghi frequentati dai tossicodipendenti ci sono molto spesso siringhe infette abbandonate.

Questo degrado è accompagnato dalla forte presenza su tutto il territorio della Camorra, i cui guadagni provengono principalmente dalla vendita di droga, che frutta milioni e milioni di euro. Le maggiori piazze di spaccio si trovano proprio in prossimità delle Vele. Il motivo è molto semplice: le Vele inizialmente non erano sorvegliate dalle Forze dell’Ordine poiché venivano considerate solo come case popolari, situate fuori dal centro della città, in cui l’unica presenza costante era la povertà. Inoltrarsi in queste abitazioni così degradate non era di certo una priorità. Oggi invece gli arresti giornalieri per spaccio di droga e per partecipazione ad associazioni a delinquere sono tantissimi.

Scampia è così diventata il paradiso della droga. Il fenomeno della mafia è aumentato agli inizi del 2000, quando il comune di Napoli ha deciso di aprire un ospedale e un centro di amministrazione del metadone, un oppioide sintetico usato come analgesico e per ridurre l’assuefazione di droghe nei soggetti dipendenti, proprio vicino alle Vele. Infatti, più i tossicodipendenti ricevevano il metadone per ridurre l’effetto degli stupefacenti, più cercavano una dose ancora maggiore di droga e più la mafia guadagnava.

Il quartiere sembrerebbe quindi non lasciare scampo alle generazioni future, che vivono in un ambiente di criminalità, violenza ed emarginazione sociale.

Per far fronte a queste enormi difficoltà, il comune di Napoli ha avviato un’opera di riqualificazione del quartiere di Scampia: fino a quest’estate 2019, hanno abbattuto infatti alcune delle Vele del territorio e gli abitanti, più di 300, sono stati trasferiti in altre case popolari.

Il riscatto sociale

Le persone residenti a Scampia non si sono arrese alle pessime condizioni sanitarie, economiche e sociali e hanno chiesto aiuto. Così, grazie all’aiuto e all’impegno di 700 volontari, sono nate più di 13 associazioni al fine di offrire aiuto e supporto agli abitanti del quartiere. Le associazioni Obiettivo Uomo, L’uomo e il Legno e L’Officina delle Culture Gelsomina Verde sono tutte finanziate dal Comune di Napoli, che ha dato loro la possibilità di costruire un futuro migliore per Scampia.

L’uomo e il Legno è un’associazione che si occupa di seguire molti bambini di Scampia in un percorso pedagogico e istruttivo. Obiettivo Uomo, invece, propone corsi di laboratori creativi, teatrali, musicali e si occupa di intrattenere attraverso giochi educativi bambini, ragazzi e genitori. L’Officina delle Culture Gelsomina Verde prende il suo nome da una donna rimasta vittima della Camorra del quartiere. Ciro Corona è il coordinatore dell’associazione e il coofondatore della rete (R)esistenza Anticamorra. I volontari dell’ Officina sono riusciti a trasformare una scuola abbandonata in un paradiso per i più giovani (e non solo), che desiderano guardare al futuro con speranza e non con amarezza.

Rinnovando completamente gli spazi della scuola ormai in stato di abbandono, diventata un rifugio per tantissimi tossicodipendenti e pusher, controllata ed utilizzata dalla Camorra, i volontari sono riusciti a ristrutturare l’edificio grazie al finanziamento di molte associazioni. Dopo tanto lavoro, hanno creato luoghi idonei all’accoglienza: 320 mamme e papà usano la palestra dell’Officina, 45 bambini si rifugiano qui dopo la scuola e utilizzano la biblioteca, 12 minori stranieri non accompagnati alloggiano in questi spazi e infine, 12 detenuti curano la biblioteca e tengono corsi per la lavorazione di alcuni materiali, come il legno.

Le persone, grazie alle associazioni, riescono finalmente ad avere speranza.

Il comune di Napoli elimina le speranze di una vita migliore

Tutto questo però sta per finire a causa di “impicci burocratici”, come ha dichiarato lo stesso Ciro Corona. Dal mese di ottobre 2019, il comune di Napoli ha infatti smesso di finanziare la corrente elettrica all’associazione Obiettivo Uomo, che ha dovuto necessariamente interrompere le attività. Lo stesso è purtroppo successo anche a L’Uomo e il Legno. L’Officina delle Culture Gelsomina Verde rischia di chiudere e di lasciare tantissimi utenti in mezzo alla strada.

Il comune di Napoli ha infatti deciso di non rinnovare più il comodato d’uso gratuito che scadrà a dicembre 2019. L’idea è quella di affidare gli spazi all’ASIA, azienda di servizi di igiene ambientale del Comune, che dovrebbe utilizzarli come deposito per i rifiuti. L’apparente  motivazione è che, secondo l’Area Welfare Servizio Politiche per l’Infanzia e l’Adolescenza, i servizi offerti non sono adeguati agli standard di qualità per la partecipazione di un numero inferiore di persone rispetto a quello previsto dalla convenzione.

Le organizzazioni hanno lavorato enormemente negli anni per aiutare gli abitanti di Scampia, bonificando in qualche modo proprio quegli spazi spesso utilizzati dalla Camorra per i suoi affari. Sono spesso riuscite in quello che invano hanno tentato di fare le autorità e l’amministrazione. Ora però si ritrovano schiacciate senza pietà: non solo il comune ha smesso di aiutarli economicamente ma li sta anche sfrattando.

Ciro Corona ha però assicurato attraverso i suoi social network che non si daranno per vinti: continueranno a lottare affinché il Comune offra supporto a quelle persone che stanno cercando di uscire dall’emarginazione e non le lasci sole, come invece sembra stia avvenendo. La situazione è drammatica: le autorità dovrebbero favorire la lotta alla malavita e sostenere i progetti che portano avanti questo obiettivo. I fatti recenti invece sembrano ricondurre nuovamente Scampia verso un’oscurità senza fine.

 

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