200 anni del Prado: uno specchio della storia della Spagna

Nella lista dei 20 musei più visitati al mondo, nonché museo più importante della Spagna, il Prado di Madrid festeggia il suo Bicentenario. Ad attendere i visitatori, una programmazione speciale, che offrirà l’occasione di riflettere sulla sua storia, ma con uno sguardo rivolto al futuro.

Era il 10 novembre 1819. Il Museo del Prado apriva per la prima volta le sue porte. Dopo aver scoperto una serie di tele accantonate – da Tiziano a Velázquez – nel seminterrato del monastero di San Lorenzo El Escorial alle porte di Madrid, Maria Isabella di Braganza convinse il marito Ferdinando VII a trasferire quei tesori in un luogo in grado di conservarli e dove potevano essere ammirati. Non è un caso che l’idea fu ben accolta. La Spagna aveva infatti appena allontanato i francesi dal proprio territorio, i quali però si erano ingiustamente appropriati di una serie di capolavori. Proteggere l’arte spagnola era dunque in cima alle preoccupazioni dei sovrani.

Sede del museo era un edificio progettato da Juan de Villanueva per ospitare un Gabinetto di Storia Naturale. Un luogo situato a fianco dell’antico Prado de los Jeronimos (a cui il museo deve il suo nome attuale). Un insieme di prati silvestri che segnavano il limite orientale della zona urbana di Madrid.
Il Real Museo de Pintura y Escultura, nome originario dell’istituzione, accoglieva inizialmente 311 opere provenienti dalle collezioni reali. Con il passare del tempo, le donazioni private e le acquisizioni ampliarono i fondi della pinacoteca. Tanto la collezione quanto il numero dei visitatori subirono un incremento notevole in particolare tra il XIX e il XX secolo, motivo per il quale l’edificio che ospita il museo è stato oggetto di numerosi interventi architettonici, che, mediante soluzioni moderne e all’avanguardia, hanno ampliato lo spazio espositivo.

Un’istituzione ammirata da tutti

“Il giardino delle delizie” (1503-1515), El Bosco, Museo del Prado

A distanza di 200 anni, il Museo del Prado conferma il suo ruolo istituzionale, educativo e sociale, continuando ad attrarre turisti provenienti da tutto il mondo.

Il Bicentenario è un’occasione straordinaria per approfondire la storia del nostro museo e per riflettere sull’influenza che il Prado ha avuto nello sviluppo dell’arte moderna e contemporanea, attraverso la riscoperta di grandi artisti come Velázquez, El Greco e Goya.

Così ha dichiarato Miguel Falomir, direttore dal 2017, ad Artribune.

Un’istituzione che ha segnato la storia della Spagna, per la quale i responsabili dei principali musei del mondo non lesinano i loro elogi.

Il Prado è uno dei miei musei preferiti non solo per la sua straordinaria collezione, ma anche per il modo in cui ci ispira a vedere e pensare usando l’immaginazione.

Ha detto ai media spagnoli Glenn Lowry, direttore del MoMa di New York.
Sulla stessa lunghezza d’onda si colloca il pensiero del suo collega Max Hollein, direttore del Metropolitan, che considera il Prado “un’incredibile manifestazione di eccellenza artistica e grandi imprese umane”.

Un calendario ricco di eventi

In occasione del Bicentenario – che coincide anche con i 150 anni della nazionalizzazione del museo e con gli 80 anni dal rientro dei suoi capolavori dalla Svizzera, dove erano stati conservati durante la guerra civile – il Prado presenta un calendario ricco di eventi e di esposizioni temporanee.

Tra queste, emerge in primo luogo quella dedicata alla commemorazione del suo anniversario. “Museo del Prado 1819-2019. Un lugar de memoria”, aperta al pubblico fino alla scorsa primavera, offriva un percorso cronologico, articolato in 8 tappe, alla scoperta della storia del museo, stimolando una riflessione su come l’istituzione del Prado sia stata un riflesso del divenire storico della Spagna.

Alberto Giacometti al Museo del Prado

Nella cornice degli eventi predisposti per i 200 anni del Prado, non poteva mancare un omaggio ad Alberto Giacometti, interprete originale del clima di diffidenza e di pessimismo esistenziale che dominò l’Europa nel secondo dopoguerra.
L’esposizione, ospitata nel museo fino allo scorso luglio, invitava il visitatore a una sorta di “caccia al tesoro” alla ricerca di alcune delle sculture più emblematiche dell’artista svizzero, che “transitavano” per le gallerie del primo piano del museo, da un lato apportando dinamicità al percorso espositivo, dall’altro creando un contrasto con la spiritualità delle sue opere.

Tra le proposte ancora attualmente in programma per la ricorrenza, spicca una mostra dedicata a due figure femminili del Rinascimento. Si tratta di Sofonisba Anguissola e Lavinia Fontana, che seppero rompere gli stereotipi che la società contemporanea assegnava alle donne impegnate nella pratica artistica.
Un’esposizione tutta da esplorare, che porta la pittura italiana sotto i riflettori anche nell’anno del Bicentenario.

Rassegne temporanee, conferenze, eventi che abbracciano ogni ramo della cultura, integrano la collezione permanente del Prado, che costituisce una delle più importanti manifestazioni di espressione artistica di riconosciuto valore universale. Un’istituzione cosmopolita che ospita alcuni dei capolavori più conosciuti della storia dell’arte occidentale, apprezzata sia dagli amanti della storia dell’arte, che da semplici turisti curiosi, un po’ meno avvezzi alla materia. E siamo certi che sarà così per almeno altri 200 anni.

 

FONTI

Artribune

La Vanguardia

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