“Ad Astra”: Brad Pitt, uomo sensibile tra le stelle

Approdato nelle sale italiane il 26 settembre 2019, “Ad Astra” è una pellicola che porta con sé numerose innovazioni. Al contrario di quanto si potrebbe pensare guardando la locandina o leggendo il titolo, non è il solito film di stampo americano sul tema dell’esplorazione dell’universo sconosciuto: tratta infatti la professione degli astronauti da un nuovo punto di vista, concentrandosi più sul viaggio introspettivo che su quello spaziale del suo protagonista. 

L’opera, ambientata in un’epoca futura non ben definita, ricade nel genere fantascientifico, la cui cornice è costituita da viaggi interstellari e scoperte sensazionali. Analizzando le tematiche principali, il film si concentra sugli aspetti psicologici e sulle ricadute a livello etico che una missione nello spazio porta con sé. Roy Mc Bride, interpretato da un esperto Brad Pitt, è il protagonista della vicenda: dopo un brutto incidente causato da alcuni picchi di elettricità che hanno colpito la base su cui stava lavorando, viene chiamato a rapporto per condurre una missione al fine di capire l’origine dell’accaduto. La vicenda, che lo obbliga ad un lungo viaggio in solitaria, lo guiderà alla scoperta di segreti legati alla vita del padre, uno dei migliori astronauti del suo tempo. L’esperienza del tenente McBride appare fin da subito costellata da svariate difficoltà, non tanto nell’aspetto tecnico e professionale, ma soprattutto a livello emotivo. Quanta importanza ha una vita umana rispetto al salvataggio dell’intero sistema? Dove si può tracciare il confine tra scoperta scientifica e minaccia alla sicurezza dell’umanità? 

Queste sono le domande che indirettamente lo spettatore vede comparire davanti a sé a mano a mano che le vicende si susseguono in “Ad Astra”: Mc Bride le affronta in prima persona, interrogando se stesso sulle vere priorità nella vita e sull’importanza delle relazioni umane in rapporto alle missioni affidate agli astronauti, che spesso li costringono a rimanere anni lontani da casa e dagli affetti. Proprio alla tematica delle relazioni personali si lega un altro tema centrale di “Ad Astra”, il rapporto del protagonista con il padre: Mc Bride cerca di scoprire i segreti nascosti dietro alla scomparsa del padre durante una missione e al sospetto che egli stia continuando ad agire segretamente nello spazio, mettendo in pericolo la Terra e i suoi abitanti.

Mc Bride si ritrova allora davanti ad un dilemma: il suo coinvolgimento personale è molto forte, ma dovrà fare il possibile per cercare di scoprire la verità e riportare la situazione alla normalità, il destino dell’umanità dipende interamente dalle sue scelte. Il protagonista, ripensando al passato e al dolore della lontananza, appare sensibile e commosso: l’esperienza del padre ha condizionato la sua vita, portandolo alla decisione di seguire le sue orme per rendergli onore. Solo più avanti egli dovrà essere in grado di rivalutare le sue convinzioni e decidere come agire nei confronti del genitore.

La pellicola, nata dalla regia di James Gray, affronta dunque tematiche profonde e poco scontate, unite ad una grande cura tecnica. Il cast è invidiabile, a partire da Brad Pitt, che fornisce un’interpretazione sentita del dramma che attanaglia l’animo del suo personaggio. Per gli altri attori sono stati scelti professionisti come Tommy Lee Jones, anche se la sua interpretazione può essere apprezzata soltanto sul finale. La sceneggiatura, nonostante nella pellicola non manchino i lunghi momenti di silenzio e i dialoghi ricchi di termini tecnici e scientifici, non annoia, ma anzi rende lo svolgimento della trama più limpido e chiaro. A livello tecnico il film appare globalmente ben costruito, grazie anche al fatto che la produzione statunitense sia familiare con questo genere di opere cinematografiche. La critica e gli spettatori l’hanno accolto positivamente e gli incassi sono stati buoni, soprattutto per l’attenzione attirata da Pitt come protagonista e la curiosità di vederlo nei panni di uomo sensibile in lotta con se stesso.

“Ad Astra”, distaccandosi dalla storia preconfezionata dell’astronauta con la missione di salvare il mondo e avvicinandosi ad aspetti più sensibili e commoventi, può convincere anche i più scettici e rappresentare una svolta nel genere fantascientifico. 

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