Marina e Ulay

Le donne nella storia dell’arte

Le donne nella storia dell’arte non sono solo modelle e muse degli uomini, ma sono soprattutto artiste. Bistrattate, ignorate e sottovalutate, hanno faticato a veder riconosciuti i loro diritti, rimanendo per anni nascoste dietro figure maschili. Segretamente protagoniste della storia, le donne hanno sempre fatto parte del mondo dell’arte, seppur non in maniera plateale.

Numerose donne di ogni età hanno avuto la capacità di influenzare la storia dell’arte “non convenzionale” e segnare la propria generazione. Seppur non vengano tutte citate nei libri o nei musei, ciò non significa che le donne non si siano mai cimentate nelle belle arti fino al ventesimo secolo, come credono in molti. Spesso, hanno addirittura superato in bravura e creatività i propri padri e maestri.

Grecia, Medioevo e Modernità

Le prime pittrici greche nominate nei libri di storia sono quelle narrate da Plinio il Vecchio: Timarete, Kalypso, Aristarete, Iaia e Olympas. È molto probabile che l’arte della pittura fosse già nota al sesso femminile, ma fino a questo momento nessuno aveva mai elogiato le loro doti.

Il XVI secolo segna l’inizio della comparsa ufficiale delle donne e delle loro opere nella storia dell’arte.

Nel Medioevo gli artisti erano spesso anonimi, molto raramente veniva indicato il nome dell’autore di un’opera. Erano considerati come artigiani, il diritto d’autore era ancora lontano e se non si faceva parte di una corporazione, difficilmente si veniva menzionati personalmente. La maggior parte degli artisti nominati nelle proprie opere, difatti, apparteneva a corporazioni miniaturistiche di libri, oppure era parte della schiera di ricamatrici, quasi sempre appartenenti ad un gruppo religioso o aristocratico.

Dal Rinascimento vi è finalmente un cambiamento che cresce, fino alla giustizia raggiunta nel periodo Impressionistico, in cui si riconosce la professionalità delle artiste.

Da Artemisia ai giorni nostri

Artemisia Gentileschi, di cui abbiamo già parlato in un altro articolo, è una delle artiste più amate e conosciute oggi, soprattutto per la sua vita travagliata.

Nata 8 luglio 1593, subisce le influenze caravaggesche nella scuola del padre, Orazio. Tuttavia, al contrario dei pittori uomini a lei contemporanei, Artemisia è in grado di andare oltre la lezione di Caravaggio. Attraverso le sue opere diventa una vera e propria paladina della giustizia contro la violenza sulle donne, violenza che essa stessa ha subito da un amico del padre.

Divenne un simbolo del femminismo internazionale, con numerose associazioni e circoli ad essa intitolate. Anche oggi è sinonimo d’indipendenza e affermazione personale e artistica.

Fu la prima donna ad essere ammessa alla Accademia di Arte del disegno a Firenze e a lavorare per famiglie reali e nobili, come quella dei Medici e come quella di Carlo I d’Inghilterra.

Rinascimento e Barocco

Un’altra artista da ricordare è sicuramente Sofonisba Anguissola, un’altra pittrice italiana che ha lavorato alla corte del re di Spagna Filippo II e ha conosciuto Van Dyck durante la sua permanenza in Sicilia. Cremonese di nascita, Sofonisba apparteneva alla nobile famiglia piacentina degli Anguissola, con i suoi ritratti rappresenta un perfetto esempio di pittura italiana rinascimentale al femminile.

Rosalba Carriera, pittrice e ritrattista del Settecento fu la prima che utilizzò l’avorio nelle miniature, arte di cui era esperta grazie all’esercizio sulle tabacchiere. Ruppe le regole secondo le quali la miniatura dover essere realizzata con tratti e punti brevi e ben amalgamati utilizzando per la prima volta un tratto veloce.

Un esempio di donna dell’Ottocento Francese

Berthe Marie Pauline Morisot, pittrice impressionista francese nata a Bourges nel 1841, ha dovuto lottare contro i pregiudizi del suo tempo. Una donna pittrice non era ben vista e dipingere all’aperto le era praticamente impossibile. Si concentrò così sugli interni e sulle scene domestiche, ritraendo donne eleganti della borghesia, cercando di analizzare i personaggi ritratti e i loro stati d’animo.

Il Novecento di Frida e Tamara

Immancabile Frida Kahlo, di cui abbiamo già parlato qui. Un’artista dalla storia incredibile, nata in Messico nel 1907, è una delle donne più amate e conosciute al mondo e non solo per la sua arte. Un incidente nel 1925 la lascia immobilizzata e dolorante per anni, caratterizzando uno degli aspetti fondamentali della sua arte che crea visioni del corpo femminile e del suo volto riflesso nello specchio. Fedele al folclore del suo paese, fu estremista a livello politico oltre che artistico.

Autoritratto di Tamara de Lempicka
Autoritratto di Tamara de Lempicka

Anche Tamara de Lempicka, un volto già noto nel nostro giornale, è stata una figura femminile fondamentale dei primi anni del ‘900. La pittrice, nata a Varsavia nel 1898, si ritrae in caschetto e guanti di daino al volante di un’auto sportiva nell’autoritratto sulla Bugatti Verde del 1929. Questo quadro è l’opera più famosa della Lempicka, simbolo di un’epoca e dell’affermazione della donna indipendente che si realizza nel mondo.

La donna contemporanea, Marina Abramovic

Marina ha sfidato tutti e tutto, come quando si è prestata al mondo, oggetto delle torture e dei pensieri altrui.

Nata nel 1946 a Belgrado, è una figura incisiva nella storia dell’arte degli ultimi trent’anni. Parla di tutto, parla di sé e della propria vita, della sessualità e della femminilità. Finalmente libera, finalmente davvero indipendente, proprietaria di se stessa e delle proprie opere.

Dopo dodici anni di relazione con l’artista Ulay, Marina ha deciso di riprendere il proprio posto nel mondo incontrandolo dopo giorni di cammino, per dirgli addio. I due hanno deciso di interrompere il loro rapporto con una camminata lungo la Grande Muraglia Cinese, incontrandosi proprio sulla grande opera.

Donna di spicco della body art, diventa lei stessa una vera e propria installazione interpretando a modo suo etica e socialità della realtà contemporanea.

Quello che auguriamo alle donne di oggi è di non perdere mai la propria tenacia e la propria indipendenza, nel mondo professionale come in quello personale. Queste artiste hanno lottato anche per noi, per riuscire a darci il diritto di una firma, il diritto di essere ciò che siamo alla luce del sole. Un vero esempio per tutte noi.

 

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