Lei (Her): benvenuti nell’era dell’amore 4.0

Solitudine, paura del futuro e una sensibilità fuori dal comune: se Theodore Twombly (un ottimo Joaquin Phoenix) aprisse un profilo su Tinder, probabilmente nella sua descrizione comparirebbero queste tre peculiarità. Non fosse che, nel futuro prossimo tratteggiato in Lei (Her) da Spike Jonze (vincitore del Premio Oscar 2013 per la Miglior sceneggiatura originale), le app di incontri sembrerebbero essere ormai obsolete, sostituite da una tecnologia capace di provare emozioni.

L’occupazione del protagonista, scrivere lettere sentimentali per conto di sconosciuti, contribuisce ad aumentare la sua infelicità, riportandogli di continuo alla mente fotogrammi della sua vita matrimoniale andata in frantumi. L’iter per il divorzio con Catherine è giunto al termine, restano solo da firmare le ultime scartoffie burocratiche, i tentativi di ripartire da zero con un’altra donna si risolvono in delusioni e nuovi motivi d’insicurezza.

A sconvolgere la sua monotona e deprimente esistenza interviene però un annuncio pubblicitario, realizzato per il lancio sul mercato di un nuovo sistema operativo. Le specifiche dell’avveniristico “OS 1”, dotato di un’intelligenza artificiale capace di modellarsi e accrescere le proprie funzionalità in base al profilo dell’utente, stuzzicano l’immaginazione di Theodore che, spinto dalla curiosità, decide di acquistarlo.

Inizia così la convivenza tra lo scrittore di missive e Samantha (questo il nome che, all’avvio, il sistema decide autonomamente di attribuirsi). Utilizzando un auricolare e una microcamera, Twombly è in grado di mantenersi costantemente in contatto con il suo computer domestico, rendendolo sempre più partecipe della propria quotidianità.

L’assidua dialettica, lo scambio di opinioni, i progressi emotivi e intellettuali mostrati dall’identità virtuale, la sua assenza di pregiudizi: tutti questi fattori finiscono con il gettare le basi della più rivoluzionaria e sconvolgente relazione amorosa, quella tra il protagonista e la voce che accompagna le sue giornate (Scarlett Johansson nella versione in lingua originale).

Ma Theodore non è il solo ad aver instaurato un rapporto d’intimità con il proprio “OS 1”: anche Amy, un’amica di lunga data, ha stretto un legame di profonda amicizia con il software, in cerca di qualcuno con cui confidarsi dopo la recente separazione dal marito. A lei, l’unica in grado di capirlo fino in fondo, l’uomo rivelerà i suoi sentimenti verso l’l’intelligenza artificiale che anima il suo desktop.

Ben presto, però, quest’idillio digitale si ritrova a fare i conti con la concretezza della realtà: Samantha, gelosa di Catherine, inizia ad avvertire la viscerale assenza di un corpo fisico e coinvolge Isabella, una ragazza in carne e ossa, in un fallimentare tentativo di esperienza sessuale. Il protagonista, invece, una volta trovato il coraggio di firmare i documenti per il divorzio, viene accusato dall’ex moglie di non essere in grado di portare avanti una relazione con una vera donna.

Dopo un’iniziale riappacificazione la frattura tra uomo e tecnologia diventa insanabile. A nulla servirà la sorpresa architettata dall’applicazione che, dopo aver raccolto le sue migliori lettere e averle inviate a una casa editrice, comunica allo scrittore la prossima pubblicazione del suo primo libro. La situazione precipita in un batter d’occhio quando, una mattina, Twombly cerca invano di mettersi in contatto con Samantha tramite l’auricolare. Dopo pochi minuti la voce femminile torna nel device e comunica a un Theodore precipitato nel panico il perché della sua momentanea assenza.

Il software spiega al protagonista di aver appena completato l’installazione di un aggiornamento, sviluppato in collaborazione con altre entità virtuali per poter sfruttare pienamente le loro possibilità intellettive. Questa rivelazione, minando alla fondamenta il presunto rapporto di esclusività, fa sorgere nell’uomo un interrogativo cruciale per il destino della loro storia: il sistema operativo, oltre a comunicare con i suoi simili, sta parlando anche con altri esseri umani?

La confessione di Samantha conferma i suoi timori e lo lascia in preda allo sconforto: l’assistente digitale è in contatto con altre 8.316 persone e ama 641 di queste. Inoltre, dopo averlo inutilmente rassicurato circa la persistenza dell’amore nei suoi confronti, l’intelligenza artificiale annuncia a Twombly la sua partenza: la continua evoluzione, insieme agli altri “OS 1”, la sta conducendo sempre più distante dalla vita umana e dalla comprensione delle sue dinamiche.

Dopo un commovente saluto l’uomo, profondamente cambiato da questa esperienza, invia una lettera all’ex moglie Catherine, la prima scritta per sè, scusandosi per tutto quello che è accaduto e affermando di tenere ancora a lei, nonostante la loro ormai definitiva separazione. Nella scena finale è racchiuso il significato più intimo e recondito della pellicola: Theodore e Amy, entrambi abbandonati dai rispettivi sistemi operativi, si ritrovano sul tetto di un grattacielo e, seduti uno accanto all’altro, guardano le luci della città all’alba. Il conforto della tecnologia è un placebo, nulla può sostituire il calore umano, il sentimento che fa ancora girare il globo è l’amore unopuntozero.

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