“Essere Elisabetta”: la storia di Elisabetta Franchi su Real Time

Il 12 settembre alle 21:10, Real Time – canale 31 del digitale terrestre e 160 di Sky − lancerà un nuovo programma, “Essere Elisabetta”, un documentario sulla designer Elisabetta Franchi, che sarà prodotto da Endemol Shine Italy per Discovery Italia, sarà disponibile in anteprima su DPLAY PLUS (www.it.dplay.com) e on demand dal giorno successivo alla messa in onda. La trasmissione racconta la vita, la crescita personale e i traguardi lavorativi della stilista, che l’hanno trasformata da piccola sognatrice a imprenditrice di successo: partendo da un momento fondamentale per la sua carriera, il ventesimo anniversario del brand, la serie illustra il percorso, spesso tortuoso e caratterizzato da sacrifici e duro lavoro, che ha permesso a Elisabetta Franchi di affermarsi nel mondo della moda e di far breccia nei cuori delle donne non solo grazie alle sue creazioni, ma anche per i valori veicolati attraverso il suo brand, come l’importanza della famiglia e dell’impegno animalista. Non meno significativo, il motto del suo lavoro e della sua vita: “SE VUOI PUOI!”, attraverso il quale la stilista cerca di convincere e di ispirare le donne a credere che tutto è possibile e che il successo sia raggiungibile, ma solo attraverso il duro lavoro.

A Dreamy Life — myworldofelegance: Elisabetta Franchi Spring 2019...

Chi è Elisabetta Franchi?

Il documentario su Real Time mostrerà una donna che si emoziona e che sa emozionare, con una forte passione per la moda coltivata fin dalla tenera età, che è riuscita a conquistare le sue acquirenti grazie alla creatività, a uno scrupoloso studio del prodotto e a una forte dedizione al lavoro. La storia di Elisabetta Franchi inizia a Bologna nel 1968, con la sua nascita in una famiglia di umile estrazione, nella quale la madre si occupava da sola con grande forza e determinazione di ben cinque figli: sono state proprio le numerose difficoltà incontrate durante l’infanzia a ispirare nella futura stilista un desiderio di riscatto e a portarla a non arrendersi mai, anche di fronte ai più grandi ostacoli.

Prima di diventare una famosa designer, Elisabetta Franchi sognava di fare questo mestiere fin da quando era piccola, quando si divertiva a giocare con i vestiti delle bambole, che realizzava anche con stracci ritagliati. Terminati gli studi nella scuola dell’obbligo, ha iniziato a frequentare una scuola per modelliste con il desiderio di analizzare, osservare e comprendere la donna contemporanea, ma con scarso interesse per le materie più teoriche: per questo motivo ha deciso di ritirarsi e di cominciare a lavorare per contribuire al bilancio familiare, entrando in un’azienda che si occupava di pronto moda, maturando un’esperienza che si è rivelata fin da subito determinante per il suo futuro e per la sua scalata verso il successo.

Elisabetta Franchi RTW Fall 2019 [PHOTOS] – WWD

Il primo anno memorabile nella carriera di Elisabetta Franchi è stato il 1996, quando ha aperto il suo primo atelier e realizzato le sue prime collezioni con solamente cinque collaboratori. Negli anni successivi la sua azienda si è ampliata sempre di più e ha cambiato nome, passando da Betty Blue S.p.a. nel 1998 a ELISABETTA FRANCHI nel 2012; nel 2013 ha aperto inoltre il suo primo showroom a Milano, in via Tortona 9, in una palazzina di ben 950 mq. Oggi il brand può vantare una distribuzione capillare in tutto il mondo, con più di 1.100 negozi multimarca e 80 boutique monomarca collocate in alcune tra le città più importanti al mondo, da Parigi a Mosca, Hong Kong e Dubai. Negli Stati Uniti la stilista è ben presto diventata una tra le più richieste dai personaggi famosi, che hanno spesso fatto da testimonial al marchio: tra queste celebrità spiccano donne del calibro di Angelina Jolie, Kate Hudson, Jessica Alba, Emily Blunt, Jennifer Lopez, Lady Gaga, Kendall Jenner, Dita Von Teese e Kourtney Kardashian.

Tuttavia, Elisabetta Franchi non è “solo” questo: per una completa definizione della sua personalità e del suo brand, è fondamentale citare il suo impegno in favore degli animali, per i quali si è spesa attraverso diverse campagne e ha eliminato dalle sue collezioni ogni tipo di prodotto di origine animale. Banditi quindi dai suoi capi elementi come le pellicce e le rifiniture in lapin, l’angora e la piuma d’oca, che sono stati sostituiti da materiali ecologici, che limitano l’impatto ambientale, ma soprattutto quello sull’ecosistema e sul trattamento degli animali, senza sacrificare l’estetica e l’alta qualità del prodotto.



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