Santa Clarita Diet 2, la normalità di essere zombie

La famiglia Hammond torna su Netflix con una folle ed esilarante seconda stagione. L’horror comedy che aveva convinto già al suo esordio è riuscito a ritrovare l’approvazione dell’affezionato pubblico statunitense. L’atmosfera trash che permane per 10 episodi è accompagnata da un approfondimento della psicologia dei personaggi che dà una nuova prospettiva alla serie rendendola ancor più accattivante. 

La comune e tranquilla cittadina di Santa Clarita viene improvvisamente colpita da una strana ed inaspettata trasformazione. Una tradizionale famiglia borghese deve affrontare il profondo cambiamento di Sheila (Drew Berrymore) che si è improvvisamente resa conto di non esser più in vita. Dominata da un’inarrestabile desiderio di carne umana cercherà, insieme al marito Joel (Timothy Olyphant) e sua figlia Abby (Liv Hewson), di trovare un equilibrio in questo tutt’altro che ordinario stile di vita.

La seconda stagione riprende la condizione di Sheila sotto una prospettiva differente: non è più solo la fame a crearle problemi, ma anche il progressivo deterioramento del suo corpo. Dalla caduta di un occhio fino alla perdita del dito, la mamma-zombie deve affrontare un cambiamento fisico e caratteriale del tutto inaspettato. Sempre più violenta ed energica sembra perdere progressivamente la capacità di controllare i suoi istinti e, questo, mette a rischio se stessa e le persone che le stanno intorno. 

Santa Clarita Diet piace proprio per la sua capacità di spingerti a voler guardare puntata dopo puntata, senza mai annoiare. Trenta minuti per ogni episodio sono sufficienti a riempire una breve pausa, ma non abbastanza per soddisfare la tua curiosità rispetto a come si svilupperà la trama. Per quanto comica e divertente risulti la creazione di Victor Fresco, essa presenta anche un’accurata riflessione su cosa voglia realmente dire “umanità”. Cosa ci rende davvero umani? Quando Sheila è consapevole di dover uccidere delle persone per sopravvivere si trova di fronte ad un grande dilemma: ad averla resa “non-viva” è stata la perdita del battito cardiaco oppure la scelta di uccidere un altro essere umano? Nel timore di trasformarsi in un’assassina decide di porre fine solamente alla vita di coloro che lei pensa se lo meritino (da un nazista convinto ad un serial killer) proponendosi come un’eroina poco convenzionale.

Anche in questa stagione Netflix ha garantito una costante comicità che, unita a momenti di riflessione, non rischia mai di cadere nell’assurdo. Garantendo la costante attenzione dello spettatore, Santa Clarita Diet si propone dunque come un’interessante narrazione che affronta le difficoltà quotidiane da una prospettiva a dir poco inconsueta. 

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