cigarettes after sex

Cigarettes After Sex: musica da sussurrare

C’è la musica che va ascoltata a tutto volume, magari in auto, mentre si parte o si torna da una folle avventura. C’è invece la melodia da tenere in sottofondo, mentre si studia o si sorseggia un tè nelle serate di inverno. Musica fatta per gridare al mondo, oppure per calmare gli animi. Poi c’è la musica dei Cigarettes After Sex, così difficile da catalogare, perché non sembra nemmeno musica.

Cigarettes after sexLa band, nata in Texas nel 2008, si compone di quattro elementi: Greg Gonzalez alla voce, Phillip Tubbs (che ha recentemente dichiarato di voler proseguire con una carriera da solista) alla chitarra elettrica e alle tastiere, Randall Miller al basso e Jacob Tomsky alla batteria. Non sono molte le fotografie dei musicisti che circolano in rete. Quelle che troviamo appaiono tutte in bianco e nero: visi avvolti dalla semi-oscurità, profili sfuggenti. Come la loro musica, anche l’immagine dei Cigarettes e del loro leader sfugge, inafferrabile, a qualsiasi catalogazione.

I., 2012

Il primo EP, I., viene registrato nel 2012 nel sottoscala dell’Università del Texas. Quattro canzoni, musica d’ambiente, dream pop. Il mondo impara a conoscere la voce vellutata di Gonzalez, con un timbro tutto suo, quasi al limite tra mascolino e femmineo. Una voce che si differenzia dalla copertina del disco per l’intensa policromia, ma che da quella stessa copertina raccoglie la delicatezza, la fragilità e l’estrema sensualità.

Cigarettes after sex

Whispered something in your ear
It was a perverted thing to say
But I said it anyway
Made you smile and look away
Nothing’s gonna hurt you baby.

È tutto qua, nella prima canzone: il messaggio e la dichiarazione dei Cigarettes After Sex. C’è il sussurro in un orecchio, l’erotismo, la reticenza e la promessa di non fare del male. Nothing’s Gonna Hurt You Baby chiede di essere ascoltata in una stanza silenziosa, tra le lenzuola o sotto le stelle. Con chi si ama. Con delicatezza.

I love you, so much. Save Hannah.

I fan della serie distopica Hulu The Handmaid’s Tale (basata sull’omonimo romanzo del 1985 di Margaret Atwood) probabilmente ricorderanno i fugaci momenti di contatto tra la protagonista, l’ancella June, e il compagno lontano, Luke. Ad accompagnare le brevi parole scritte che June riesce a far arrivare a Luke, sono proprio i Cigarettes After Sex. Lacrime e brividi si mescolano allora sul finire dell’episodio 7 della terza stagione, che sa commuovere come pochi.

I singoli, 2015-2018Cigarettes after sex

Fino al 2017, quando viene pubblicato il primo album in studio, Cigarettes After Sex, si susseguono una serie di singoli, ciascuno autonomo e dotato di una cover rigorosamente monocromatica. Si comincia con le piume di Affection e K., per poi proseguire con Apocalypse, Each Time You Fall in Love, Sweet, Crush e Neon Moon.

Fin dalle copertine ciò che si respira è un’atmosfera di declino, di morte. Più che di morte, forse di limbo. Un luogo dove le anime restano sospese, leggere come piume, eteree. Each Time You Fall in Love spicca tra le altre per la sua melodia ariosa e il tono quasi danzante.

Each time you fall in love
It’s clearly not enough
You sleep all day and drive out in L.A
It isn’t safe
And each time you kiss a girl
You never know what it’s worth
You say all of the words they wanna hear
It isn’t real. 

La lirica gioca sul ricordo delle relazioni passate e sulle conseguenze di un amore finito. Il senso del tempo pervade ogni cosa, a cominciare dall’immagine di copertina, che mostra una donna in ombra, nuda, sdraiata accanto a un teschio. L’amore è per i Cigarettes tema d’elezione, soprattutto nella sua versione più drammatica: la fine di una storia e la solitudine che ne deriva.

No telling how many tears
I’ve sat here and cried
Or how many lies
That I’ve lied
Telling my poor heart
You’ll come back one day.

Non è l’originalità del contenuto a colpire e ferire, ma l’intensità e allo stesso tempo la delicatezza con cui questo viene raccontato.

Cigarettes After Sex, 2017

Per il loro primo album in studio i quattro musicisti scelgono uno sfondo nero, con il solo nome del gruppo in evidenza, che funge pure da titolo del disco. Più minimal di così non si può. Il disco contiene quattro singoli già editi in precedenza, e si completa di altre sei tracce inedite. Nelle interviste rilasciate, Greg Gonzalez spiega che l’album è stato pensato come un lungometraggio.

Volevo che si sentisse come un lavoro completo, in cui alcune delle immagini vengono ripetute – come se fosse tutto nello stesso mondo. È la realizzazione dei sentimenti già presenti nelle opere brevi.

Effettivamente, i dieci titoli che compongono l’LP lo suddividono come scene di un film. Il tutto è coerente e coeso: ogni brano si lega al successivo, mentre alle orecchie dell’ascoltatore si offre un’unica grande storia. Il tema è ancora una volta l’amore, nella sua versione triste alla Smiths, che suona tanto più dolce quanto più struggente, senza mai sfociare nell’eccessivo miele.

Dicono che Greg Gonzalez sul palcoscenico non sia così sfuggevole come trapela dalle copertine o dai testi delle sue canzoni. E che, per le “canzoni che sono cioccolatini” ci vorrebbe un’ulteriore rifinitura.

Staremo a vedere. L’appuntamento, per i milanesi, è all’Alcatraz, il 14 novembre. Chissà che effetto fa, in periferia di Milano, l’amore sussurrato dai Cigarettes.

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