Palazzo reale: il Guggenheim arriva a Milano

Un’occasione irripetibile – questa – per ammirare da vicino i capolavori degli artisti più influenti emersi nel panorama europeo a partire dalla seconda metà del XIX secolo. Non capita tutti i giorni di poter assistere ad un evento simile e di tale portata. La culla di tutto ciò? Palazzo Reale. Milano, infatti, dal prossimo 17 ottobre e fino all’8 marzo 2020, accoglierà più di cinquanta capolavori facenti parti della Collezione Thannhauser, realizzata e donata dal proprietario Justin, che negli anni la creò insieme al padre Heinrich e alla matrigna Hilde. Nel 1965, poi, la donò alla Fondazione Solomon R. Guggenheim di New York – che da allora la presenta in modo permanente nel grande museo americano.

La Collezione, quindi, nasce grazie alla volontà di Heinrich Thannhauser, che nel 1908 si occupò della prima personale dedicata a Van Gogh in Germania e aprì la prima galleria d’arte a Monaco. Con il passare degli anni, il figlio lo affiancherà sempre più assiduamente finché lui stesso diverrà l’artefice di tutto il progetto pensato e realizzato anni prima.

Museo Guggenheim di New York

Il Solomon R. Guggenheim è un vasto museo d’arte moderna e contemporanea, fondato nel 1937 a New York. L’attuale sede – realizzata nel 1943 – è opera di Frank Lloyd Wright, architetto e urbanista statunitense. Da sempre ospita, in modo informale e inusuale, le più grandi opere artistiche dello scorso secolo provenienti da tutto il mondo. Persino la loro presentazione è moderna. Non vi è, infatti, nessuna sala, nessun percorso espositivo. Le opere vengono posizionate con casualità, ma allo stesso tempo seguono perfettamente le linee architettoniche dell’edificio, che si delinea come un vero simbolo della città.

La tappa milanese rappresenterà un punto d’arrivo e un traguardo. La collezione è reduce di un vero e proprio viaggio, che con Palazzo Reale terminerà la sua corsa. Dopo un’esposizione al Guggenheim di Bilbao – conclusasi il 24 marzo scorso – e successivamente all’Hotel de Caumont-Centre d’art di Aix-en-Provence – attualmente in mostra fino al prossimo 29 settembre –, la raccolta arriverà a Milano. La collettiva, poi, si chiuderà con il ritorno nella Grande Mela.

“In questa mostra si intrecciano una grande storia di collezionismo che ha attraversato tutto il ventesimo secolo, la volontà di un importante museo di New York che offre a Milano l’opportunità di ammirare i suoi capolavori senza attraversare l’oceano e l’impegno di Palazzo Reale nel proporre ogni anno una mostra in grado di raccontare le collezioni dei più prestigiosi musei di tutto il mondo” – sostiene Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura di Milano – “Una combinazione perfetta che arricchisce l’offerta culturale dell’autunno milanese”.

Il percorso espositivo è curato interamente da Megan Fontanella, giovane storica d’arte americana molto attiva al Guggenheim. Questo vedrà l’articolarsi di una cinquantina di opere di artisti impressionisti, post-impressionisti e facenti parte delle prime avanguardie europee del Novecento, come Vincent Van Gogh, Paul Gauguin, Claude Monet, Edouard Manet, Pierre-Auguste Renoir, Edgar Degas e Pablo Picasso, ultimo non per importanza. In aggiunta alla Collezione Thannhauser, la Fondazione ha deciso di incrementare l’offerta proposta con alcuni capolavori degli stessi artisti o di altri grandi maestri dell’epoca, quali ad esempio Georges Braque – ideatore e fondatore del Cubismo, e Henri Rousseau.

“Questa mostra segnerà in maniera indelebile il 2019, sarà un segno distintivo” – afferma Giuseppe Sala, sindaco di Milano.

Sarà un evento più unico che raro, che farà della città meneghina una perfetta culla d’arte contemporanea. Poche volte la città ha avuto la possibilità di farsi carico di una responsabilità di questo calibro. Senza dubbio ne sarà all’altezza e non deluderà le aspettative di chi ci ha creduto fin da subito e ha promosso la sua realizzazione.

Ciò che vedremo, quindi, sarà un percorso pensato e fortemente voluto. Ci addentreremo nella storia e nell’arte dei primi anni del Novecento – con particolare attenzione nei confronti di quegli artisti che fin dal loro primo esordio hanno sempre saputo stupire e lasciare a bocca aperta. Di tempo ne è passato ed è questo ciò che si vuole sottolineare.

‘Donna dai capelli biondi’ – Pablo Picasso

Artisti di questo stampo sono stati difficilmente eguagliati nel corso degli anni e – ancora più difficilmente – superati. Si tratta di personalità che lasciano un segno, un ricordo, un’emozione e che vengono ricordati per aver dato all’arte, e al mondo che con essa si è formato, un carattere unico nel suo genere. Un carattere che forse all’epoca era banale, già visto e monotono, ma che col passare degli anni ha smentito e ribaltato totalmente questa concezione. Ancora oggi, infatti, capita di rimanere abbagliati di fronte a cotanta meraviglia. Si tratta di bellezze che non muoiono mai, che non deludono mai e che mai verranno viste come ‘passate’.

Si andrà incontro ad opere come “Montagne a Saint-Rèmy” di Vincent Van Gogh, “I giocatori di football” di Henri Rousseau, “Chitarra, bottiglia, frutta, piatto e bicchiere sul tavolo” di Georges Braque o, la più famosa, “Donna dai capelli biondi” di Pablo Picasso. Opere che hanno segnato il passato e che, grazie ad iniziative come questa, potranno determinare il futuro in maniera evidente. Insomma, la mostra è imperdibile e merita assolutamente la visita di tutti coloro che credono in quanto detto fino ad ora.

L’esposizione sarà visitabile – come già accennato – a partire dal prossimo 17 ottobre. Il lunedì dalle 14.30 alle 19.30; il martedì, il mercoledì, il venerdì e la domenica dalle 9.30 alle 19.30; il giovedì e il sabato fino alle 22.30.


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