Nuove tecniche pedagogiche: l’alternanza scuola-lavoro

Negli ultimi anni si è diffuso in tutte le scuole superiori italiane un nuovo progetto chiamato Alternanza scuola-lavoro. Si tratta di una delle iniziative didattiche promulgate dalla legge 107 del 2015, meglio conosciuta come “La Buona Scuola”. Ciascuno studente degli ultimi tre anni delle superiori di tutti gli indirizzi deve obbligatoriamente svolgere delle ore lavorative presso alcune aziende.

Inoltre, a partire dall’anno scolastico 2019-20, per essere ammessi all’esame di maturità sarà necessario il completamento delle ore di alternanza scuola lavoro, e durante l’esame orale il maurando dovrà esporre le esperienze maturate durante questo progetto. Lo scopo di questa modalità didattica è quello di cercare di orientare il percorso di studi e, ovviamente, le future scelte lavorative dei ragazzi, il tutto attraverso un’esperienza pratica e diretta, permettendo loro di partecipare a progetti di lavoro affini al loro percorso scolastico e piano di studi. Un’innovazione tout court per il sistema scolastico italiano, che con questa innovazione didattica cerca di conformarsi a quella che è la prassi vigente nelle migliori scuole europee.

A partire dal 2019 con l’approvazione della legge di Bilancio 2019 molte regole dell’Alternanza sono cambiate: innanzitutto si chiama “Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento” e la sua durata è di 90 ore nei licei, di 150 ore negli istituti tecnici e di 180 ore nei professionali.

Fino a quel momento l’Alternanza era stata regolata dagli articoli 33 e 43 della legge sopraccitata, in cui sono stabiliti i diritti e i doveri degli studenti che dovranno svolgere questo progetto formativo. Nell’articolo 33, ad esempio, sono chiarite le ore che ogni studente dovrà fare: sono diverse a seconda dell’indirizzo scolastico, 200 per i licei e 400 per gli istituti tecnici o professionali, dato che questi ultimi sono più orientati all’entrata diretta nel mondo del lavoro. Le ore, cumulabili nel corso degli ultimi tre anni di scuola, non prevedono nessuna forma di retribuzione o di rimborso spese.

Gli Stati Generali dell’alternanza scuola-lavoro del 16 dicembre 2017 hanno anche emanato una Carta dei diritti e dei doveri dello studente in alternanza, un vero e proprio statuto composto da sette articoli che raccolgono tutto quello a cui lo studente ha diritto (dal tipo di formazione alla presenza di un tutor, a un corso di formazione sulla sicurezza sul lavoro, obbligatoria ormai per i lavoratori) e le norme comportamentali da rispettare in azienda per non incorrere in provvedimenti disciplinari. Ad esempio, ai ragazzi è richiesto di rispettare tutte le regole prefissate dalle aziende e di mantenere il totale riserbo sulle questioni interne apprese durante il loro iter lavorativo. Inoltre, è stata creata una piattaforma on-line per far incontrare domanda e offerta e segnalare agli insegnanti e ai tutor problematiche e aspetti negativi.

I progetti di alternanza possono essere svolti a discrezione personale dell’alunno sia durante l’anno scolastico, nell’orario di lezioni o nel pomeriggio, sia nei periodi di vacanza. Le scuole dovrebbero inserire nel calcolo delle ore dedicate al progetto formativo anche le eventuali esperienze lavorative svolte dallo studente all’estero. Tendenzialmente ogni progetto di alternanza scuola-lavoro prevede diverse fasi, tra cui una ponderata e attenta scelta del percorso lavorativo (in cui verosimilmente lo studente sarà aiutato dal tutor scolastico, che di solito è un professore che si assume questo incarico) per scegliere l’azienda o la struttura in cui lavorare a seconda delle competenze e delle attitudini del ragazzo. In seguito ci sarà un incontro con l’azienda presso cui si svolgerà il lavoro. Infine è prevista la valutazione finale delle competenze. Questa è la fase in cui lo studente inizia il periodo di alternanza scuola lavoro, seguendo anche un corso di formazione sui rischi specifici per la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro, previsto dall’istituzione scolastica.
Durante l’alternanza ogni ragazzo si tiene in contatto sia col tutor scolastico sia con quello della struttura ospitante, e deve documentare le proprie attività sull’apposito libretto fornito dalla scuola. Una volta terminato il progetto, la scuola e la struttura ospitante valuteranno lo studente e gli forniranno un Certificato delle competenze, che riconosce quali livelli di apprendimento ha raggiunto rispetto a quelli indicati nel Piano formativo.
Anche lo studente dovrà valutare la propria esperienza compilando un apposito modulo di valutazione.

Queste valutazioni, tuttavia, non sono sempre positive: molti ragazzi non si mostrano soddisfatti dall’esperienza svolta e ritengono che questo progetto non li abbia aiutati a fare chiarezza sul loro futuro. Ma non solo, anche tanti insegnanti non sono propriamente favorevoli all’Alternanza scuola, colpevole, a loro dire, di far perdere tempo prezioso agli studenti e di deconcentrarli dai loro studi, in special modo durante l’anno della maturità.

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