Palazzo Merulana: un nuovo modo di fare cultura

Siamo nel cuore del quartiere Esquilino, a Roma, dentro uno tra i più bei palazzi della città: Palazzo Merulana. È qui che il 31 maggio del 2019 si sono riunite tra le menti più attente ai problemi della città, per prendere parte a un progetto fatto di condivisione.

Palazzo Merulana è una sede, o meglio uno scrigno, contenente una collezione privata di opere d’arte appartenenti alla Scuola romana, datate tra il 1920 e il 1940. Una collezione frutto della passione dei coniugi Cerasi, Elena e Claudio. Il loro è stato un lungo viaggio, alla ricerca di ogni singola opera che potesse fare parte, quasi come un tassello di un puzzle, alla loro collezione. Collezione divenuta pubblica solo un anno fa, con l’apertura del Palazzo e grazie alla sinergia di forze e comunione di intenti tra la Fondazione Cerasi (nata nel 2014) e CoopCulture, una delle più grandi cooperative operanti nel settore dei beni e delle attività culturali in Italia.

Dopo cinque anni di ristrutturazione del Palazzo, Ex-Ufficio di Igiene, sito in Via Merulana 121, e a un anno dalla sua apertura, il 31 maggio al quarto piano è stata festeggiata questa meravigliosa iniziativa. La giornata è stata aperta con il discorso della Sindaca di Roma, Virginia Raggi:

“Amore estremo”,

sono queste le parole che usa per descrivere la scelta fatta dai coniugi Cerasi di aprire al pubblico la loro collezione. È l’amore verso la città che ha spinto la fondazione alla ristrutturazione del Palazzo e al completamento della collezione, considerati:

“un modello vincente per lo sviluppo di progetti pubblico-privati”.

Sempre la Sindaca ringrazia la fondazione per il suo impegno, e ne sottolinea la portata innovatrice. È la conferma che una sinergia tra pubblico e privato è possibile, proprio in un periodo di crisi come quello che sta vivendo in questi ultimi tempi la Capitale. Ancora incapace di rimettersi in piedi, la città ha infatti, secondo molti, bisogno della forza delle iniziative private: vincenti, e a dimostrarlo non sono i sorrisi degli ospiti, ma i numeri. In particolar modo, il rapporto di sostenibilità: la necessità di condividere una rendicontazione sociale che sia capace di comunicare con il pubblico sulle qualità e i difetti dell’attività. È un esercizio per mostrarsi nudi di fronte ai cosiddetti stakeholders, non referenziale. Tra i vari dati contenuti nel rapporto, i più interessanti sono gli ingressi: più di 30 mila. Anche la partecipazione, frutto di un costante lavoro a fianco delle associazioni culturali e di fidelizzazione del pubblico. Sono 3500 le persone registrate nella mailing list della mostra e del Palazzo, di cui il 35% apre la mail (solitamente i registrati che effettivamente visualizzano le email sono meno del 25%). I social network e il sito registrano una grande quantità di visite giornaliere, dimostrandosi validi mezzi per una comunicazione resa in modo efficace.

Ma la vera prova di forza del progetto è il connubio perfettamente riuscito tra la valorizzazione della collezione della Fondazione Cerasi e l’orientamento verso la comunità, il culture hub, fondamentale per comprendere l’importanza di questo luogo. Il superamento degli antichi salotti, esclusivi ed elitari; ora si parla di Agorà, di Comunità. Il Palazzo non è una struttura a sé, ma si innesta perfettamente come parte integrante del suo quartiere, il quartiere Esquilino. Un quartiere che potremmo definire contraddittorio, che si compone di 148 realtà culturali differenti, un quartiere con cui il Palazzo comunica quotidianamente. Eventi, cinema sotto le stelle, attività didattiche, sono davvero moltissime le iniziative intraprese, e tutte efficaci.

“Partecipazione + condivisione culturale + comunità = creazione di uno spazio nuovo.”

(Letizia Casuccio, Direttore Generale CoopCulture)

La cultura è il mezzo fondamentale per la creazione di una cittadinanza, per la realizzazione del terzo articolo della nostra Costituzione: quell’uguaglianza tra i cittadini di cui il nostro paese ha bisogno, in questo momento più che mai. Il patrimonio culturale diventa così non solo un veicolo economico ma anche di inclusione sociale. Come espresso perfettamente da Giovanna Barni, Presidentessa di CoopCulture: “ci troviamo di fronte alla nascita di una nuova economia, un’economia della cultura. Dove non è il pareggio di bilancio a definire lo sviluppo e la realizzazione di un’attività, ma la passione, l’attenzione e la partecipazione delle singole personalità che desiderano prendere parte alle singole iniziative. Al termine di un anno si esce sempre più ricchi.”

L’attenzione si sposta così sull’accessibilità, sull’apertura dei luoghi culturali e sulla loro rigenerazione: il passaggio fondamentale da pubblico a comunità. Ed è spostando l’accento dall’interno del museo ai contesti in cui esso agisce, favorendo la crescita di “capitale umano” (Marco Causi), che si dà valore alla cultura, e alla meravigliosa collezione Cerasi di Palazzo Merulana.


FONTI

Buon compleanno Merulana

Palazzo Merulana

Mostra Giacomo Balla. Dal Futurismo astratto al Futurismo iconico

Partecipazione all’evento Buon Compleanno Palazzo Merulana, la celebrazione, a un anno dalla sua apertura, di Palazzo Merulana.

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