Il papa ha detto STOP al silenzio sugli abusi sessuali nella Chiesa

Il 9 maggio papa Bergoglio ha pubblicato un “Motu proprio” –ovvero un documento stabilito dal papa stesso senza che nessun organo ecclesiastico gliene facesse richiesta– dal titolo Vos estis lux mundi. Questo stabilisce nuove norme che regolamentino i casi di abusi sessuali all’interno della Chiesa, con misure volte a far sì che i sacerdoti rendano conto del loro operato e procedure specifiche per la segnalazione degli abusi.

Vos estis lux mundi, Voi siete la luce del mondo… Nostro Signore Gesù Cristo chiama ogni fedele ad essere esempio luminoso di virtù, integrità e santità. Sono le parole del Vangelo di Matteo utilizzate per dare il titolo al Motu papale, a dire che i sacerdoti devono essere uniti nella profonda responsabilità del loro ruolo.

Un punto fondamentale del documento riguarda il contrasto delle coperture: è importante tutelare le vittime affinché questi reati non vengano più coperti dalle istituzioni ecclesiastiche. Papa Francesco ha compreso come il problema più grande risieda proprio nelle alleanze e compromessi che si creano tra religiosi o tra religiosi e vittime, ed intende intervenire in modo decisivo affinché non possa più “essere imposto alcun vincolo di silenzio” a chiunque denunci.

Sono trascorsi due mesi e mezzo dal summit convocato in Vaticano da papa Francesco, riguardante la protezione dei minori vittime di abusi. In merito a ciò ricordiamo che Benedetto XVI, in un testo inedito, ha individuato l’origine della decadenza morale all’interno della Chiesa nei vent’anni tra il 1960 e il 1980; secondo il papa emerito il culmine dei casi di corruzione, in particolare di pedofilia, si sarebbe registrato in seguito alla liberazione sessuale del 1968.

Papa Francesco ha deciso di non ipotizzare motivazioni poco utili a risolvere la situazione, ma di intervenire attivamente con provvedimenti specifici. Analizziamo i punti principali:

  1. SPORTELLO PER LE DENUNCE: Entro giugno 2020 tutte le diocesi del mondo dovranno predisporre un sistema facilmente accessibile che accolga denunce e segnalazioni. Queste dovranno essere trattate con serietà, in modo tale che chi vi si rivolga possa essere sicuro di non subire eventuali ritorsioni.
  2. OBBLIGO DI SEGNALAZIONE: Chierici e religiosi avranno l’obbligo segnalare “tempestivamente” gli abusi alle autorità ecclesiastiche o alle autorità civili, per queste ultime varranno le regole dei rispettivi Paesi. Infatti le normative papali saranno applicate “senza pregiudizio dei diritti e degli obblighi stabiliti in ogni luogo dalle leggi statali”.
  3. NON SOLO MINORI: Tra gli abusi rientreranno non solo abusi su minori, ma anche su adulti vulnerabili, ovvero persone con disabilità fisiche-intellettive o sui seminaristi o novizi maggiorenni.
  4. CONTRASTO DELLE COPERTURE: Non saranno esenti da provvedimenti casi di omertà: saranno previste misure decisive per “azioni di omissioni dirette a interferire o ad eludere le indagini civili o le indagini canoniche, amministrative o penali”. Qualora un religioso o una religiosa venga a conoscenza di fatti quali abusi o azioni di copertura, avrà l’obbligo di segnalarlo immediatamente alle autorità ecclesiastiche. Si sottolinea che non ci sarà alcun trattamento di favore per “cardinali, patriarchi, vescovi e legati del Romano Pontefice”. Verranno stabilite indagini specifiche in caso di coinvolgimento di cardinali, vescovi o superiori religiosi per eliminare casi di oscuri compromessi e omissioni. Inoltre un punto particolare riguarda il fatto che chi segnala deve essere tutelato, non subire “pregiudizi, ritorsioni, o discriminazioni”, ovvero “non può essere imposto alcun vincolo di silenzio”.
  5. RIDUZIONE DEI TEMPI DELLE INDAGINI: Per limitare i lunghissimi e controproducenti tempi delle indagini che solitamente riguardano i delicati casi ecclesiastici, si richiede all’interessato di “segnalare tempestivamente” gli abusi. Inoltre si chiede a tutti di intervenire in modo decisivo affinché a chi denuncia non possa più “essere imposto alcun vincolo di silenzio“; bisogna denunciare, anche i laici. L’incaricato alle investigazioni dopo 30 giorni dovrà render conto alla Santa Sede circa lo stato delle indagini, che si dovranno concludere entro 90 giorni, salvo proroghe per “giusti motivi”.

Papa Bergoglio si mostra risoluto nel voler determinare un cambiamento definitivo, appellandosi alla corresponsabilità di intenti dei suoi sacerdoti. Nel Vos estis lux mundi scrive:

“I crimini di abuso sessuale offendono Nostro Signore, causano danni fisici, psicologici e spirituali alle vittime e ledono la comunità dei fedeli. Affinché tali fenomeni, in tutte le loro forme, non avvengano più, serve una conversione continua e profonda dei cuori, attestata da azioni concrete ed efficaci che coinvolgano tutti nella Chiesa, così che la santità personale e l’impegno morale possano concorrere a promuovere la piena credibilità dell’annuncio evangelico e l’efficacia della missione della Chiesa

Resta da chiedersi se anche questo provvedimento, come già avvenuto per le precedenti leggi riguardanti la Curia romana, originerà contrasti e resistenze, in particolare per quanto riguarda l’apertura degli sportelli e i casi di occultamento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.