Parlare di grandi scrittori quando si prende in considerazione la contemporaneità è sempre un’ardua impresa. Guardando al passato appare decisamente chiaro quali siano i grandi autori, è semplice individuare i “big” della letteratura, quelli che effettivamente hanno segnato la storia letteraria e non solo. Da lontano infatti la visuale sembra essere più limpida, la critica concorde e il lettore serenamente rassicurato. Ma quando si avvicina l’obiettivo sul presente ecco che tutto diventa più sfuocato: è infatti difficile, parlando di autori ancora viventi e in continua evoluzione, capire quali saranno quelli che passeranno alla storia, di cui parleremo ancora tra un secolo, e quelli che invece scorreranno senza lasciare traccia.
Il panorama letterario odierno infatti appare tutto sommato confuso, sia perché l’offerta editoriale è molto ampia e può talvolta disorientare, sia appunto per la mancanza – inevitabile – di veri e propri punti di riferimento. Tuttavia per quanto riguarda la situazione della letteratura italiana contemporanea spiccano in particolar modo alcuni autori. Certo non possiamo sapere con certezza se questi scrittori che a oggi sembrano essere così promettenti, destinati a lasciare una traccia, lo faranno davvero.
Nell’elenco di coloro che sono oggi considerati tra i principali autori italiani ci sono senza ombra di dubbio Michele Mari e Walter Siti, ai quali, in vigore dell’importanza riconosciuta loro, Carlo Mazza Galanti ha deciso di dedicare un libro intervista. Edito per Minimum Fax nel 2019, il lavoro di Galanti dal titolo Scuola di Demoni, conversazione tra Michele Mari e Walter Siti racconta due autori apparentemente molto distanti ma che rappresentano due facce della stessa medaglia, interrogandoli sulla loro vita sia in quanto scrittori che in quanto uomini.
Michele Mari, traduttore, scrittore e accademico, esordisce nel 1989 con il romanzo Di bestia in bestia, edito per Einaudi, e da allora pubblica periodicamente opere che spaziano nella scala dei generi, da romanzi a raccolte di racconti, testi poetici e prose manieristiche. Un autore a trecentosessanta gradi che racchiude la sua visione del mondo nelle proprie opere, opere che si ispirano principalmente all’infanzia e all’adolescenza dell’autore, che trae dai suoi primi anni di vita i principali motivi che troviamo ricorrenti nei suoi romanzi. Cresciuto in una famiglia che sin da subito lo introduce nel fantastico mondo della letteratura, dal quale non riemergerà mai realmente, Mari declina la sua infanzia poco ordinaria in ognuna delle sue opere.
Walter Siti, dapprima critico letterario e docente universitario e solo in seguito scrittore, pubblica il suo primo romanzo Scuola di nudo per Rizzoli nel 1994. A differenza del suo collega, Siti cresce in un ambiente totalmente diverso ed entra in contatto con il mondo della letteratura solo in età già adulta. Questo porta inevitabilmente a un tipo di prosa che si ispira non alla fase infantile dalla sua vita ma solo a quella più consapevole e matura, sviluppando in questo senso quasi una sorta di complementarietà con Mari.
I due autori, apparentemente lontani, mostrano in realtà di avere molte più somiglianze di quel che appare in prima battuta. Infatti, mentre Mari viene spesso nominato come rappresentante del genere fantastico, Siti è visto dai più come emblema del realismo; insomma, due comodi poli opposti di tendenze letterarie inconciliabili. Allora perché intervistarli insieme e in parallelo? Galanti ha voluto mettere in evidenza come i due scrittori siano invece accomunati dal fatto che si dedichino allo stesso genere, l’autofiction. Questa tipologia di romanzo include tutte quelle opere che vedono l’autore stesso essere protagonista delle vicende di finzione narrate, proprio come accade nei libri di entrambi gli scrittori, che traggono largamente ispirazione dalle loro vicende personali.
Le domande poste dall’intervistatore spaziano sulle tematiche più varie: inizialmente i quesiti riguardano infanzia e formazione, successivamente si passa a questioni di tipo estetico per arrivare infine a domande riguardo i massimi sistemi della letteratura. Si parla infatti di stile, di pubblico, di questioni editoriali… Emergono talvolta visioni in contrasto, altre estremamente conciliate: da una parte Mari legato alla figura dello scrittore all’antica, intellettuale settecentesco che vive di arte, dall’altra Siti, molto più moderno e alla mano, uno scrittore del terzo millennio al passo coi tempi. Galanti spiega così le ragioni che lo hanno spinto alla scrittura di questo saggio:
Lasciar parlare questi due autori, articolare le loro riflessioni intorno al fare letteratura, al mondo letterario e al pubblico dei lettori, significa – nelle mie intenzioni – fornire una tara e una misura di cosa possa significare ancora oggi essere un romanziere, uno scrittore e un artista credibile, animato dalle motivazioni che fanno dell’arte un destino, una necessità, e non un semplice intrattenimento funzionale alla ricerca di soddisfazioni a breve termine o un viatico per altre mete.
Nel libro si trovano dunque affrontate questioni fondamentali che riguardano l’universo della letteratura dall’interessante punto di vista di autori fondamentali per il panorama italiano contemporaneo. Con le risposte date Mari e Siti, seppur separati nelle modalità di scrittura, mostrano un’ostinata fiducia nella letteratura e nei suoi mezzi.
FONTI
Presentazione del libro con Michele Mari, Walter Siti e Carlo Mazza Galanti il 7 Maggio 2019