Tre mostre da non perdere a Palazzo Reale

Palazzo Reale è una delle istituzioni più prestigiose nel campo delle esposizione artistiche organizzate nel capoluogo lombardo fin dagli anni Cinquanta. In questo storico palazzo, proprio nel centro della città, letteralmente a pochi metri di distanza dall’iconico Duomo, si organizzano importanti mostre d’arte, design e fotografia, monografiche e collettive, che contribuiscono a rendere Palazzo Reale un luogo centrale nella vita culturale della città.

Grazie all’ampiezza degli spazi espositivi, l’istituzione offre sempre varie esposizioni contemporaneamente, con un’offerta curata e variegata, comprendente sia mostre gratuite, che a pagamento.

Ve ne segnaliamo qui tre da non perdere, visitabili tra maggio e giugno.

  1. JEAN AUGUSTE DOMINIQUE INGRES. La vita artistica ai tempi dei Bonaparte.
Jean-Auguste-Dominique Ingres, Ritratto di Napoleone I sul trono imperiale, 1806

Presso il primo piano nobile di Palazzo Reale è visitabile questa ricca antologica .
La mostra porta in Italia un gran numero di opere di Ingres e dei colleghi francesi e italiani. Sono infatti circa centocinquanta le opere esposte, di cui più di sessanta solo di Ingres, mentre tra gli altri nomi figurano artisti come Franҫois Fabre, compagno di studi di Ingres, Jacques-Luis David, maestro di entrambi, fino ad Antonio Canova, presente in mostra anche per sottolineare il rapporto tra la cultura artistica francese e italiana.

L’esposizione si propone di restituire un ritratto completo di Ingres, troppo spesso visto soltanto come un pittore accademico capace di assoggettare ogni cosa –addirittura l’anatomia umana,- al Bello ideale. Nella mostra milanese, curata da Florence Viguier-Dutheil, si vuole invece ricordare il ruolo anticipatorio che Ingres ha avuto per la pittura moderna, addirittura per un artista come Picasso. L’intento è ben riuscito, anche grazie alla varietà di opere scelte, che aiutano a percorrere alcune tappe importanti del percorso dell’artista, soprattutto mostrando il forte legame che intratteneva con l’Italia, dove soggiornò più volte.

La mostra è visitabile fino al 23 giugno, con biglietto intero di 14 euro.

  1. ANTONELLO DA MESSINA
Locandina della mostra

Anche in questo caso si tratta di una mostra personale, tuttavia è un caso molto diverso dal precedente.
Se per Ingres sono presentate numerose opere provenienti dai maggiori musei del mondo ed è una mostra molto ricca di materiali pittorici, per Antonello si contano ‘soltanto’ diciannove opere e un solo dipinto di un altro artista (il figlio Jacobello d’Antonio). Questo aspetto è sicuramente da imputare al già ridotto catalogo del ceciliano, la cui opera è purtroppo stata soggetta a molte sfortune conservative, e svariati lavori ci sono giunti in cattive, se non pessime condizioni, dunque impossibili da spostare in occasione di un’esposizione temporanea.

Detto questo, è da ricordare che molte delle opere esposte sono capolavori assoluti, qui riuniti in un percorso che ripercorre alcuni momenti della vita dell’artista, e la possibilità di vederle così, una dopo l’altra è sicuramente un’occasione interessante.

C’è però un altro aspetto che, da solo, varrebbe l’intera visita alla mostra: oltre alle opere di Antonello, sono esposti meravigliosi taccuini di Giovan Battista Cavalcaselle (1819-1897), uno dei padri fondatori della storia dell’arte. I suoi meravigliosi quaderni di studio, vergati durante i lunghi viaggi di ricognizione per l’Italia e l’Europa, sono fitti di appunti, disegni, schizzi e annotazioni, che accompagnano il visitatore durante la visita, commentando quasi ogni opera di Antonello presente in mostra, con interessantissime note sui colori utilizzati dall’artista, piuttosto che sull’espressione che caratterizza un personaggio (come quando Cavalcaselle prende nota del Ritratto d’uomo di Cefalù e annota che ha la bocca come quelle di Van Eyck).

L’esposizione è dunque un’occasione per vedere riunite opere fondamentali come l’Annunciata (1475 ca.) di Palermo, il San Girolamo nello studio(1474-75) di Londra, e l’Ecce Homo(1470-74) di Piacenza.

La mostra è curata da Giovanni Carlo Federico Villa e visitabile fino al 2 giugno, con biglietto intero di 14 euro.

  1. IL MERAVIGLIOSO MONDO DELLA NATURA. Una favola tra arte, mito e scienza.
Sala del Grechetto, Palazzo Sormani, Milano

Dopo due mostre personali, è il turno di una collettiva.
La mostra è organizzata in occasione del cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci(1452-1519), e tratta il modificarsi del ruolo della natura legata anche all’influenza dell’artista toscano. Da semplice sfondo, fondale o elemento decorativo infatti, la natura ha mutato più volte il proprio ruolo in arte, attraverso i secoli, arrivando ad essere anche l’unico soggetto di un’opera, come nel caso della magistrale Canestra di Caravaggio, portata in mostra per l’occasione dalla Pinacoteca Ambrosiana, caso emblematico di natura morta.

L’esposizione prende in considerazione principalmente l’arco di tempo tra il Quattrocento e il Seicento, in area lombarda, infatti Leonardo soggiornò due volte a Milano, dal 1482 al 1500 e dal 1508 al 1513.

Oltre alla Canestra di Caravaggio, un’altra opera cardine dell’esposizione è il ciclo di tele seicentesche solitamente conservate presso Palazzo Sormani, precedentemente considerate del Grechetto, oggi ritenute di un artista fiammingo. Il ciclo di 23 tele raffiguranti vari animali in un paesaggio naturale, è stato riallestito nella suggestiva Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, così da creare un interessante contrasto tra natura dipinta e architettura.

La mostra è curata da Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa.
Il biglietto d’ingresso è di 14 euro per la tariffa intera. Visitabile fino al 14 luglio 2019.

 


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