Prendersi cura della propria città: a Como ci pensano i ragazzi del Circolo Olmo

O.L.M.O, Omnes Libera Mente Orti (tutti sono generati con una mente libera, liberale), questo il nome scelto per il Circolo nato a Como il 21 maggio 2017, ad opera di una decina di ragazzi comaschi con un obiettivo chiaro: rilanciare il proprio territorio. Oggi, a quasi due anni di distanza, il Circolo Olmo conta una sessantina di Millenials tra i 15 ed i 30 anni pronti a mettersi in gioco in prima persona per la loro città, sotto la direzione di Elisa Pensotti (presidentessa) e Kevin Guzzetti (vicepresidente).

Fin dal manifesto dell’associazione emerge l’immagine di giovani che non hanno paura di impegnarsi in prima persona per costruire qualcosa di nuovo, vantando un bagaglio eccezionale: menti aperte e libere. Così recita il manifesto: <<Il Circolo Olmo nasce a Como; un nuovo movimento di giovani. Ci Proponiamo di affrontare i quattro aspetti che, come le frecce di una bussola, indirizzano la nostra vita: la cultura, l’economia, la politica e il sociale. In questo momento decadente della società, in mezzo a una generazione sempre più apatica e disorientata. Siamo menti che vogliono riflettere, che hanno ambizioni, che vogliono costruire…>>.

Un obiettivo tanto chiaro quanto arduo da raggiungere per un’associazione giovanile no profit e chiaramente apartitica. Eppure i ragazzi del Circolo Olmo stanno dimostrando di avere tutte le carte necessarie per raggiungere i propri obiettivi. Quattro sono i grandi campi di cui si occupa il Circolo: economia, arte e cultura, sociale ed ecologia, politica. Ma come trasformare idee ed ideali in progetti concreti? Tale compito, certo non semplice, è affidato al comitato scientifico dell’associazione: il Pensatoio, guidato da Thomas Ganzetti. Questo organo, insieme al Direttivo (composto dai responsabili di ogni Team) valuta come gestire i singoli progetti, suddividendo i compiti tra: Team organizzazione eventi, Team segreteria, Team risorse umane, Team comunicazione esterna, Team foundraising e tesoreria. Così facendo, ogni membro dell’associazione può dare il suo contributo, secondo abilità e competenze personali.

Mentre inizialmente il format delle proposte era quello di piccoli eventi intimi con i cosiddetti vecchi maestri, personalità che già avevano tracciato la strada da seguire operando sul territorio, oggi il Circolo Olmo può vantare la realizzazione di tre grandi progetti. Da una parte il rilancio del cinema-teatro Politeama, anima storica della città ormai caduto in rovina: ogni anno dal 2017 (nel 2019 si terrà la terza edizione), nel mese di giugno, i ragazzi del Circolo allestiscono la proiezione di un film muto ai piedi del Politeama, cinema abbandonato e dunque “senza voce”. L’attenzione sul mondo cinematografico è poi mantenuta sempre viva dalla Cineroulette mensile organizzata in collaborazione con Ostello Bello.

Altra iniziativa fondamentale è stata infine Non di Sole Briciole, attualmente gestita da Paolo Gazzola e Daniele Bonanomi. Finanziato con i fondi vinti partecipando ad un bando della Youth Bank, il progetto si rivolge ai senzatetto e si occupa della cura della persona: un servizio di taglio per i capelli (occasionalmente anche tinte e manicure) offerto mensilmente dai ragazzi del Circolo, con l’aiuto di parrucchieri volontari.

A parlarci del Circolo Olmo è Maria Funghini, responsabile del Team Comunicazione Esterna.

Come nasce il Circolo Olmo?

A Como c’erano tanti eventi, ma nessuno era ben strutturato, nessuno era ben collegato. Nessuno rispondeva veramente a quello che i giovani si aspettavano. Di base ciò che ci ha unito è stato l’entusiasmo per il Politeama. Questo perché a Como manca una realtà effettivamente artistico, teatrale, cinematografica. Si sentiva il bisogno di smuovere le acque. Da lì si sono cominciati a sistemare i tasselli, e da quindici, venti persone siamo aumentati piano piano (…) L’idea di base rimane questa: io abito qui, e devo prendermi cura del mio territorio. Devo capire di cosa hanno bisogno le persone della mia età, e ancora più di cosa ha bisogno la città e di cosa io possa fare con le mie forze.

Inizialmente operavate soprattutto attraverso piccoli eventi intimi. Cosa vi è rimasto di quell’esperienza?

Erano occasioni in cui avevamo la possibilità di incontrare persone già affermate, che hanno operato sul territorio e che potessero indicarci che strada seguire.  Abbiamo diviso i protagonisti di queste serate tra Nuove Guide e Vecchi Maestri. Le prime sono persone generalmente al disotto dei quarant’anni, figure affermatesi da relativamente poco tempo. I Vecchi Maestri sono invece coloro che hanno lasciato il segno sul territorio per primi, che hanno tracciato la strada. Un esempio è Anna Maria Tarantola, ex direttrice della Banca d’Italia e della Rai. Ci siamo trovati a cena per ascoltarla, e ognuno di noi è stato libero di farle una domanda. E’ stato un evento con un impatto particolare, anche perché la prima domanda che ti viene in mente in quanto donna è come si riesca ad arrivare, a farcela. Molte volte sono quesiti che ci si pone ma che non si sa a chi rivolgere, invece lei è una persona che ce l’ha fatta e ha avuto successo in un momento in cui il girl power non era ancora così popolare (…). Lei è stata una delle prime, trovarsela lì a portata di domanda è stata una manna dal cielo, ci ha aiutati a crescere in maniera pazzesca.

Cosa puoi dirmi invece del progetto Non di Sole Briciole?

E’ un servizio rivolto a chiunque sia in difficoltà, chiunque non abbia un’occupazione. La soddisfazione di essersi presi cura di una persona che poi si presenta ad un colloquio di lavoro è enorme. Non serve altro. Ad usufruirne sono stati in tantissimi, di origini diverse: conta che ogni volta che offriamo il servizio ci sono tra le quaranta e le cinquanta persone. In generale ci sono più uomini che donne, alcune possono aver bisogno della tinta, di altri prodotti. Siamo noi ragazzi del Circolo che dobbiamo andare a fare la spesa e comprare il materiale necessario. Qualche parrucchiere all’inizio metteva i suoi strumenti a disposizione, ma noi ora stiamo cercando di diventare sempre più indipendenti e non pesare su di loro. In generale posso dirti che Non di Sole Briciole si struttura per passaggi, tappe. Alla fine vorremmo arrivare al reinserimento di queste persone nel tessuto sociale, nel mondo del lavoro. Non è facile, e per il momento iniziamo con la cura esteriore della persona. E’ un passo piccolo a cui però non hanno pensato in molti. Infatti le prime cose che vengono in mente sono un rifugio e un pasto caldo. Questi servizi sono però già forniti, e noi abbiamo cercato di colmare un gap. Abbiamo scelto di affrontare la problematica che avremmo potuto risolvere, nel nostro piccolo.

Riguardo invece il vostro altro grande progetto, il rilancio del Politeama?

E’ stata un’idea fortemente portata avanti dal direttore del Pensatoio, Thomas Ganzetti. Lui in prima persona, con la sua personalità focosa, si è messo in gioco. A questo carattere si è abbinata Fiammetta Grieco, una ragazza molto più pragmatica che è riuscita a concretizzare questi ideali. Abbiamo dovuto fare la richiesta in comune, siamo stati noi a trovare gli sponsor. Non è stato comunque facile, sembra quasi che sia una questione che non interessa a tutti. E’ un teatro bellissimo, antico, nel centro di Como che però è ormai un palazzo enorme, fatiscente, di cui nessuno si occupa. Non si tratta solo dell’edificio, rappresenta il decadimento culturale di una città di cui sembra che non freghi niente a nessuno. Gli adulti lavorano, i ragazzi vanno a Milano. Il Politeama però rimane lì, come rimane lì la cultura. Se non ci si muove, la città si svuota. Il nostro progetto è partito nel 2017 con la prima proiezione, e abbiamo optato per un film muto (Luci della Città di Charlie Chaplin). Nel 2018 invece la colonna sonora è stata suonata dal vivo, e il pianista aveva la bocca chiusa dal nastro adesivo. Questo perché lo slogan dell’evento era: Il cinema rimane ancora qui, senza voce. Abbiamo avuto circa quattrocento spettatori, e anche molti turisti ne sono rimasti colpiti. Quest’anno l’evento si ripeterà, speriamo ci sia la stessa affluenza anche perché è completamente gratuito. Noi ci impegniamo a trovare gli sponsor, ci mettiamo in gioco dalle quattro di pomeriggio alle due di notte banalmente ad impilare le sedie. Vogliamo sensibilizzare la nostra città.

 

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