Tumore al seno maschile: una realtà da non sottovalutare

Spesso si è soliti parlare del tumore al seno femminile, ma in quanti sanno che esiste anche il tumore al seno maschile? Ora la domanda spontanea sarà: perché può svilupparsi? Anche negli uomini sono presenti piccole quantità di tessuto mammario che possono mutare e far sì che  si sviluppi il cancro, per poi magari diffondersi negli organi a distanza.

Comunque, il tumore al seno maschile è molto raro. Questo perché il tessuto mammario dell’uomo che potrebbe trasformarsi in tumorale è molto scarso rispetto a quello presente nelle donne.  Nello specifico, manca nell’uomo l’esposizione costante agli estrogeni, che potrebbe promuovere la crescita delle cellule mammarie.

Il cancro della mammella maschile rappresenta lo 0.5-1 per cento di tutti i tumori della mammella. Si presume che in Italia interessi un uomo ogni 620 circa. L’incidenza sta tuttavia lievemente aumentando come per la donna e si estende alla fascia di età sotto i 45 anni, anche se l’età più a rischio resta quella tra i 60 e i 70 anni. Per l’Italia, nel 2017, il Registro nazionale tumori ha stimato circa 500 nuovi casi di tumore maschile della mammella (contro gli oltre 50.000 delle donne). Di solito poi, se ad un uomo giovane viene diagnosticato il cancro al seno, si può pensare a fattori di rischio di tipo ereditario.

Secondo una ricerca recentemente pubblicata su Scientific Reports, il tumore al seno maschile più diffuso è quello duttale, con oltre otto casi su dieci. Questo perché la malattia si origina sopratutto dai dotti galattofori. Nella femmina hanno lo scopo di portare il latte dai lobuli al capezzolo, per questo nell’uomo il tumore lobulare è molto raro, mentre nella femmina è l’esatto contrario.

Tra le cause di sviluppo del tumore al seno maschile, oltre ai fattori di età e di ereditarietà, possiamo citare l’obesità, la terapia ormonale per curare un cancro alla prostata, l’abuso di alcol, le malattie del fegato e i disturbi a carico dei testicoli. Insomma tutto ciò che altera l’equilibrio ormonale.

Ma quali sono i sintomi del tumore al seno maschile?

Inizialmente il tumore alla mammella non provoca sintomi particolari o uno specifico dolore.  Allora come si fa a prevenirlo? Gli unici segnali sono la formazione di noduli, che possono essere riconoscibili al tatto o persino visibili , oppure arrossamento della pelle o ancora un cambiamento della forma del seno e del capezzolo che si ritrae e fa fuoriuscire del liquido.

Uno dei problemi maggiori del tumore al seno maschile è il fatto che di solito viene scoperto già in fase avanzata. Questo perché si  crede ancora che il tumore al seno sia una malattia esclusivamente femminile.  Un altro problema è il fatto che non è possibile effettuare screening specifici con la mammografia che permettano di identificare il tumore nelle fasi iniziali. Solo il medico riesce a diagnosticare un tumore al seno maschile, basandosi su eventuali noduli o sulla storia familiare del paziente.

Ci sono anche diversi stadi della malattia, ovviamente. Questi stadi sono definiti in base al sistema di stadiazione TNM, dove T indica la dimensione del tumore, N lo stato dei linfonodi e M la presenza di metastasi. Ci sono in tutto cinque stadi. Il primo stadio ( ovvero lo zero) indica che il tumore non ha ancora raggiunto linfonodi e altri organi. Lo stadio quattro invece può classificare i tumori che hanno provocato metastasi in organi lontani. Ovviamente è molto importante stabilire lo stadio della malattia per una eventuale guarigione. Più basso è lo stadio più le possibilità di guarigione solo elevate e viceversa.

Ma c’è un modo per curare questa rara malattia?

Ci sono tanti modi per curarla in tempo; il sapere dei medici riguardo alla malattia, però, deriva sopratutto dal tumore al seno femminile, dato che quello maschile è molto raro.

Tra i tanti metodi di cura comunque ci sono ad esempio la chirurgia, la radioterapia, la chemioterapia sistemica, la terapia ormonale e dei farmaci mirati. Per quanto riguarda la chirurgia, di solito, viene preferita la mastectomia che rimuove tutto il tessuto mammario. La radioterapia, invece, è poco utilizzata, visto che colpisce le cellule del tumore sfuggite all’operazione chirurgica e di solito quest’ultima è molto più efficace. La chemioterapia sistemica può essere utilizzata sia prima dell’operazione chirurgica, (per ridurre le dimensioni del tumore e renderlo facilmente più asportabile), sia dopo l’operazione chirurgica (per eliminare cellule tumorali rimaste dopo l’operazione). Come terapia ormonale di solito si utilizza il temoxifene. Tra i farmaci mirati può essere utilizzata la proteina HER2/neu.

Fortunatamente ci sono tanti metodi di cura. Nonostante ciò,come detto in precedenza, è molto difficile prevenire questo tipo di tumore soprattutto per l’ignoranza riguardo ad esso.  Insomma, si spera che al più presto si riesca a capire che il tumore al seno maschile esiste e non è una fantasia.

 

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