L’avanguardia russa e il problema dei falsi: il giallo che imbarazza il mondo dell’arte

Le avanguardie artistiche dell’Unione Sovietica sono considerate un importante movimento dell’arte moderna del XX secolo, manifestatosi nella sua massima creatività dalla Rivoluzione russa del 1917 fino all’inizio degli anni Trenta, quando si è scontrato con un generale ritorno all’ordine, artisticamente rappresentato dal figurativismo del realismo socialista, coincidente con l’ascesa politica della figura di Stalin. Diversi esperti d’arte sono stati testimoni di un caso molto particolare sui falsi d’arte attribuiti proprio a questo periodo: lo scorso anno due uomini sono stati accusati di aver trafficato centinaia di dipinti che dichiaravano creati da maestri dell’avanguardia russa. I pareri degli esperti si sono rivelati però fin da subito discordanti: per esempio Patricia Railing, storica dell’arte specializzata in arte russa e famosa per i suoi studi su Kazimir Malevich, ha detto in un’intervista che molte delle opere sembravano autentiche; mentre Andrei Nakov, autore del catalogo ragionato Malevich, ha affermato che i lavori sequestrati sono da considerare indiscutibilmente falsi.

Malevich

Questo tipo di controversia può verificarsi con l’arte di qualsiasi periodo. Ma sta affiorando con frequenza sempre maggiore negli ultimi anni quando si tratta di riconoscere un lavoro creato proprio durante l’avanguardia russa.

IL CASO DI GAND IN BELGIO

Lo scorso anno la mostra Modernismo Russo 1910-1930, che ospitava 24 opere attribuite ad artisti come Kandinskij, Malevich, Rodcenko e molti altri, tenuta al Museum voor Schone Kunsten (Msk) di Gand, in Belgio, è stata improvvisamente chiusa. Il quotidiano fiammingo «De Standaard» ha pubblicato infatti una lettera aperta firmata da dieci personalità del mondo dell’arte ed esperti di avanguardia russa, che hanno definito le opere in mostra a Gand come «estremamente discutibili», con la richiesta di rimuoverle in attesa di ulteriori approfondimenti. La provenienza di tutte le opere era stata inizialmente identificata dalla Fondazione Dieleghem, istituita dai russi Igor Toporovskij e da sua moglie. Tra i firmatari della lettera, invece, vi sono famosi mercanti d’arte, curatori e collezionisti, tra cui Natalia Murray, co-curatrice nel 2017 della mostra Arte russa 1917-1932 alla Royal Academy e Alex Lachmann, presenza fissa nelle aste londinesi di arte russa.

Non hanno una storia espositiva, non sono mai state riprodotte in pubblicazioni scientifiche e non hanno dei dati di vendita rintracciabili

ha dichiarato Lachmann.

IN GERMANIA E IN ITALIA

In Germania, invece, alcuni test scientifici hanno dimostrato che il dipinto della collezione di arte statale del Nord Reno Westfalia intitolato Black Rectangle, Red Square del 1915 e attribuito a Malevich, non avrebbe potuto essere prodotto prima del 1950. È un’autentica predilezione quella per le avanguardie russe da parte dei falsari, che dura da svariati anni: ricordiamo anche il caso del K19, presunto inedito di Kandinskij che nel 2011 stava per essere collocato a Milano per una somma vicina ai tre milioni di euro.

Ma a cosa è dovuta questa propensione dei falsari per l’avanguardia artistica russa?

Un grosso problema per i rivenditori specializzati in questo periodo è che la provenienza di molta arte d’avanguardia russa è un buco nero

ha detto Zarug, commerciante israeliano di 73 anni, in un’intervista per il New York Times.

RAGIONI STORICHE

Storicamente, molte opere sono state nascoste dopo la Rivoluzione, a causa della censura negli anni Venti. In seguito, sotto il regime di Stalin negli anni Trenta, gli artisti erano obbligati a soddisfare le richieste della macchina di propaganda di Stato per l’arte del realismo sociale, oppure costretti a emigrare o a lavorare in segreto. Per questo motivo, svariate creazioni non considerate conformi al totalitarismo staliniano – incluse molte delle avanguardie – finirono nelle cantine dei musei, messe da parte e dimenticate. Solamente dagli anni Settanta il mercato dell’arte d’avanguardia russa si è sviluppato, fiorendo con il crollo dell’Unione Sovietica: e così in quegli anni sono ricomparse improvvisamente moltissime opere, spesso non accompagnate da documentazione di provenienza. Infine, con l’emergere di una nuova generazione di collezionisti russi – alcuni molto ricchi – i prezzi sono aumentati vertiginosamente. Un dipinto di Malevich, per esempio, è stato valutato 60 milioni di dollari da Sotheby’s nel 2008.

Il collegamento tra scarsa documentazione e crescente valore delle opere del periodo ha attirato velocemente l’attenzione del mercato, comprendendo ben presto quella dei falsari.

Kandinskij

 

L’arte delle avanguardie è attualmente l’area più calda del mercato dell’arte russa

ha scritto Aleksandra Babenko, esperta e specialista di quadri russi presso Christie’s, in un articolo pubblicato sul sito web della nota casa d’aste.

Ma i dipinti sono estremamente rari e vendibili solo quando hanno una provenienza completa e una storia di mostre precoce.

Vicino a Colonia, in Germania, un laboratorio gestito da Elisabeth ed Erhard Jägers è stato incaricato di determinare l’autenticità di queste opere.

Usando metodi scientifici, possiamo solo scoprire se siano falsi. Al contrario, non possiamo confermare che siano autentici. Se l’esame non contraddice l’attribuzione dell’opera a un certo artista o periodo, è necessaria poi la valutazione di uno storico dell’arte.

È l’unico modo per tentare di risalire alla verità in questo giallo sulle opere delle avanguardie russe che imbarazza il mondo dell’arte.

 



 

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