Entartete Kunst: Hitler e il nazismo contro l’arte di Picasso, Matisse e compagni

Modigliani, Klee, Kandinskij, Derain, Matisse, Kirchner e Picasso. Sono solo alcuni dei nomi degli artisti dichiarati degenerati dal regime nazista, le cui opere furono confiscate dai maggiori musei tedeschi negli anni Trenta del secolo scorso.

Locandina della mostra, 1938

Nel luglio 1937 fu inaugurata la mostra Entartete Kunst (“Arte degenerata”), a Monaco di Baviera. Organizzata dai maggiori rappresentanti del regime, per raccogliere in un unico luogo e mostrare unitariamente le seicentocinquanta opere di oltre cento artisti, confiscate – tra dipinti, disegni e sculture – da trentadue musei tedeschi, prese come modello di quell’arte malata che tanto disprezzavano.

Il governo nazista era ben consapevole del ruolo fondante delle immagini. Basti ricordare che lo stesso Hitler aveva seguito una formazione artistica e una volta al potere ha sempre sfruttato il ruolo dell’immagine come simbolo, propaganda e icona. Non era quindi estraneo al potere di dipinti e sculture, e l’idea di base della mostra era proprio quella di purificare i musei da queste offese.

I protagonisti tanto disprezzati della Entartete Kunst erano i grandi esponenti dell’arte d’avanguardia, vista dal governo tedesco come una malattia. Erano presenti tutte le grandi correnti artistiche del primo Novecento, c’erano i cubisti, i dadaisti, gli espressionisti, i surrealisti e i fauves. La mostra, inaugurata presso l’Istituto di Archeologia dell’Hofgarten, seguì un itinerario di cinque anni presso le maggiori città tedesche, mostrando al pubblico del Reich quali fossero gli artisti da disprezzare.

È paradossale che il regime intendesse mostrare questi lavori in quanto esempi negativi, mentre una mostra di proporzioni così importanti, così famosa e che rimase visitabile per un tempo così lungo, fu una fondamentale presentazione della grande arte rivoluzionaria del primo Novecento. Fu visitata da oltre tre milioni di persone. Entartete Kunst era curata da Adolf Ziegler, responsabile della Camera del Reich per le Arti Visive, egli stesso pittore, ed era stata organizzata in concomitanza con un’altra esposizione fondamentale per il Reich: la Grande mostra d’arte tedesca, opposta alla Entartete Kunst per contenuti e obiettivi. Questa esposizione, anch’essa allestita a Monaco, mostrava al pubblico quella che era considerata la grande arte nazionale: una pittura dalle forme chiare, nitide, che si rifaceva eccessivamente all’ideale classicismo, risultando banale e didattica. Alcuni artisti ben rappresentativi ed acclamati di questo stile sono stati Thomas Baumgartner e lo stesso Adolf Ziegler.

Adolf Ziegler, I quattro elementi, 1937

Non era comunque la prima volta che gli artisti d’avanguardia venivano presentati come dei pazzi e degli inetti. Nel 1928, Paul Schultze-Naumburg aveva pubblicato Kunst und Rasse (Arte e razza), un testo in cui paragonava – tramite accostamenti di fotografie, così da rendere il tutto concreto e facilmente comprensibile a chiunque -, opere d’avanguardia con fotografie di persone affette da deformazioni fisiche o malattie mentali che si riflettevano sul loro aspetto esteriore. In tal modo l’autore intendeva dimostrare come i pittori avanguardisti fossero capaci di produrre esclusivamente opere malate.

Paul Schultze-Naumburg, Kunst und Rasse, 1928

Allo stesso modo, nel catalogo di Entartete Kunst, le opere d’avanguardia erano accostate ai lavori di persone affette da malattie mentali.

Entartete Kunst, catalogo, 1937

Persino l’allestimento contribuiva a denunciare questa vicinanza con ambiti che spaventavano (le malattie mentali, l’art nègre) e dunque a dichiarare la degenerazione degli artisti. Il pubblico doveva sentirsi a disagio di fronte a questi lavori, in quanto poco chiari, privi di senso logico, ma allo stesso tempo doveva anche sentirsi superiore agli artisti degenerati e totalmente in diritto di additare le opere e riderne. Il catalogo presenta commenti irrispettosi e ironici in continuazione, per sollecitare il riso e lo sberleffo nel lettore.

«Ignoranza o stupidità – o entrambe – spinte all’estremo!», Entartete Kunst, Catalogo della mostra, 1937

Veniva posta l’enfasi sulle enormi cifre stanziate dai musei tedeschi per l’acquisto di questi lavori di infima qualità, sottolineando dunque la complicità dei responsabili di tali istituzioni.

Visitatori di fronte a Strada di Berlino di Ernst Ludwig Kirchner all’esposizione

In totale, il regime nazista sequestrò oltre ventimila opere e agli artisti degenerati venne proibito di creare altri lavori che andassero contro l’estetica del Reich. Le opere confiscate furono in gran parte distrutte pubblicamente, e quelle che sopravvissero vennero messe all’asta il 30 giugno 1939 a Lucerna a prezzi irrisori. L’asta si tenne presso la Galleria Theodor Fischer, e vi parteciparono personalità provenienti da tutto il mondo. Furono presentate circa centocinquanta opere tra dipinti e sculture, di trentanove artisti degenerati. Alcune rimasero invendute e molte di queste vennero bruciate dai nazisti nel 1939. Entartete Kunst è stata una pagina buia della storia, una delle tante che compone il pesante libro del nazismo tedesco. Fortunatamente, molte delle opere raccolte dal regime sono sopravvissute e sono oggi conservate nelle collezioni dei più grandi musei del mondo.

L’elenco completo di tutte le opere trafugate dal regime è oggi consultabile e gratuitamente scaricabile dal sito del Victoria and Albert Museum di Londra.

 


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