Your Name racconta un’emozione che trascende spazio e tempo

Makoto Shinkai è un giovane regista giapponese che si è fatto conoscere per film poetici e struggenti come 5 cm per seconds e Il Giardino delle Parole, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “nuovo Miyazaki”, etichetta che però lui rifiuta. La sua ultima opera, Your Name, ha riscosso un successo clamoroso in Giappone e all’estero, diventando l’anime più visto di tutti i tempi proprio a scapito della Città Incantata del Maestro Hayao.

That day when the stars came falling, it’s almost as if a scene from a dream.

Your Name segue le vicende intrecciate di due giovani nel Giappone dei nostri giorni. Mitsuha Miyamizu è una studentessa delle superiori che vive nella remota Itomori, piccola cittadina di montagna legata ancora alle antiche tradizioni e al contatto con la natura. La ragazza passa le giornate assolvendo i propri doveri presso il locale tempio Shintoista, in preparazione alla Festa d’Autunno del paese e allo straordinario passaggio di una cometa previsto per la medesima sera. I suoi compiti comprendono la preparazione del kuchikamizake (un sakè speciale composto da saliva fermentata) e l’intreccio dei fili kumihimo, manufatti dalla forte valenza simbolica che si richiamano al complesso concetto di Musubi, l’energia primordiale che pervade l’universo e rappresenta lo scorrere stesso del tempo. L’esistenza tranquilla e bucolica di Itomori annoia tuttavia Mitsuha, che preferirebbe di gran lunga una vita da ragazzo nella moderna e frenetica Tokyo. Il suo desiderio viene esaudito una mattina, quando svegliandosi si ritrova nel corpo di Taki Tachibana, liceale della capitale che divide a fatica il suo tempo tra la scuola, gli amici e il lavoro da cameriere. Taki, a sua volta, è trasportato a Itomori nei panni della giovane sacerdotessa e inizia a conoscere un mondo agli opposti della sua concitata quotidianità.

Gli scambi di corpo non durano più di un giorno per volta e al mattino dopo Taki e Mitsuha dimenticano rapidamente quanto accaduto, scordandosi persino il nome dell’altro; per questo in un primo momento bollano l’esperienza come semplice sogno. Ben presto però si rendono conto della realtà della situazione e iniziano a comunicare a distanza lasciandosi note e messaggi sui cellulari, sui quaderni, persino sulla propria pelle. Nel corso delle settimane successive sviluppano un legame profondo, una simbiosi che li porta a non poter fare a meno l’uno dell’altra, finché decidono di incontrarsi dal vivo nei rispettivi corpi. Ma l’incontro non avviene, gli scambi si interrompono, Mitsuha scompare: il passaggio della cometa sembra segnare la fine di tutto. Taki si lancia allora in una ricerca disperata che è anche lotta contro il tempo, perché intanto i ricordi iniziano a dissolversi e la memoria a impallidire – proprio come un sogno che al mattino svanisce.

Con Your Name, Makoto Shinkai riprende il vecchio topos del body swap e lo plasma in una forma nuova dotata di rara sensibilità, dando vita a una storia coming-of-age capace di raccontare con efficace semplicità le incertezze e gli struggimenti adolescenziali. Gli sconvolgimenti della pubertà, l’alienazione dal proprio corpo, il distacco dalla realtà circostante, la curiosità per il sesso opposto sono tutti temi presenti nel film e raccontati con sapiente leggerezza. Attraverso lo scambio corporeo, Mitsuha e Taki scoprono l’altro e insieme loro stessi, fornendo un contributo fondamentale allo sviluppo delle reciproche personalità in un’età particolarmente incerta e malleabile. Taki dona alla ragazza la sicurezza e la capacità di ribellarsi che le mancavano; Mitsuha mette in evidenza il lato più dolce del giovane. Insieme, riescono a superare quel senso di incompletezza che li attanaglia.

Il tema degli opposti complementari è del resto radicato nella struttura profonda del film e non si limita a caratterizzare soltanto i due protagonisti. Natura e città, passato e presente, tradizione e modernità si alternano costantemente nel passaggio da Itomori a Tokyo e viceversa. Eppure, tutto questo non copre che la prima metà del film, fino al colpo di scena centrale che sconvolge la storia e la innalza a riflessione profondamente emozionante sulla natura umana.

Once in a while when I wake up, I find myself crying.

Taki scopre che lo scambio di corpi coinvolgeva uno sfasamento del piano temporale, oltre che spaziale: Mitsuha è in realtà morta tre anni prima, la notte in cui un frammento della cometa precipitò su Itomori annientandone la popolazione. Il film subisce allora un completo capovolgimento analogo al body swap dei suoi protagonisti: gli elementi prima sullo sfondo, che sembravano mero corollario all’ambientazione (il filo rosso, il sakè, il tempio del dio locale), assurgono a fondamentali chiavi di volta della storia. Taki sa che c’è solo un luogo e un tempo in cui può sperare di incontrare Mitsuha un’ultima volta e cambiare il corso degli eventi: è proprio lì, nel crepuscolo scintillante del Kataware Doki, quando il giorno e la notte si incontrano e i mondi collidono, che risiede il cuore profondo del film. È solo allora, la sera in cui il cielo cadde sulla terra, che il passaggio della cometa sembra squarciare il tessuto onirico dell’Universo e l’amore dei due può trascendere spazio e tempo. I fili del destino si intrecciano, si torcono, si sciolgono e infine tornano a lambirsi per un breve momento. È il Musubi, che alimenta e pervade ogni cosa.

Il regista Shinkai dipinge una storia che parla al cuore di ciascuno di noi. Your Name racconta quella sensazione di angoscia esistenziale che molti, presto o tardi, sperimentano: un sentimento di nostalgica incompletezza, il sentore di un significato segreto nascosto nel profondo, il desiderio di una vita che vada oltre la ripetitiva routine quotidiana incatenata allo scorrere inesorabile del tempo.

Il film, avvolto in un’atmosfera di realismo magico in cui l’elemento mistico emerge inaspettato tra le pieghe della realtà, trasporta lo spettatore in una malinconica rêverie capace di colmarne pienamente i sensi e i sentimenti. Ci riesce anche grazie a un’animazione che combina disegno tradizionale e computer grafica per raggiungere vette tecniche ineguagliate, dipingendo affreschi vibranti di magnifici paesaggi e cieli notturni incendiati di luce; e a una colonna sonora emozionante che, come la storia narrata, arriva a toccare l’anima.

I’m always searching for something, for someone…

 

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