Intervista a Daniela Caraiman: dalla Moldavia all’Italia per investire nel proprio futuro

Giornalista di successo e conduttrice televisiva in Moldavia, Daniela Caraiman, classe 1992, ha deciso di lasciare la sua terra d’origine per ricominciare da zero tornando in università.

Conosco Daniela da un paio di mesi, e mi aveva subito colpito per il suo spirito di iniziativa e la sua semplicità. Penso che questa storia possa dare ottimi spunti e dare modo di riflettere sul paese della Moldavia da chi in Moldavia ci è nata; perché possa raccontare il pensiero di un giovane come noi e possa darci un confronto con una realtà “altra”, che non fa mai male.

Vivere in Moldavia

Daniela è nata a Cubolta, piccolo paesino a un centinaio di km da Chișinău, la capitale della Moldavia. In questo paese l’agricoltura di sussistenza è molto importante per permettere alle famiglie di sopravvivere in un ambiente povero e non agiato. Proprio Daniela mi ha raccontato di una situazione critica per i tanti abitanti dei piccoli paesi sparsi per la Moldavia. Moltissimi bambini non hanno i soldi neanche per l’istruzione primaria, né la possibilità di avvicinarsi alla cultura e alla scoperta del mondo oltre i propri recinti.

Quando ero piccola aiutavo tutto il giorno il mio papà nei campi – racconta, e la sera mi facevo leggere dei romanzi dai miei nonni. La maggior parte dei ragazzi non aveva neanche la possibilità di leggere, ma io non riuscivo ad accontentarmi di una vita come gli altri“.

Quello che ha differenziato Daniela dagli altri è stata la fortissima volontà di scoprire un modo per crescere, una via per maturare e sperimentare nella vita.

“Non sono venuta in Italia per studiare di per sé, per lavoro o per sposarmi: sono venuta in Italia per confrontarmi con una nuova cultura, un altro mondo, investire fortemente su me stessa arricchendomi di nuove esperienze”.

Se vi ha stupito il pensiero sul matrimonio, dovete sapere che la cultura della donna in Moldavia è molto diversa. Rispetto all’Italia, le donne moldave si sposano molto presto, e intorno ai 18 anni la maggior parte delle ragazze è maritata. Sopra di tutto ci sono i valori tradizionali della famiglia, considerata importantissima.

Lo spirito di sacrificio: liceo e lavoro, lavoro e liceo

Nonostante un ambiente difficoltoso, Daniela è sempre stata una ragazza attiva e votata al sacrificio: ha ricevuto il suo primo stipendio a 15 anni, e durante quegli anni si divideva tra scuola e lavoro. Proprio al primo anno liceale si impegna talmente tanto da vincere un importante concorso nazionale di letteratura rumena, destando scalpore:

Mi ricordo che quando vinsi fu una sorpresa un po’ per tutti, per il fatto che nessuno si aspettava che una ragazza che veniva da un paesino di poco più di 2000 abitanti potesse vincere quel concorso.

Durante gli anni del liceo ha cominciato a lavorare per Radio Moldova, l’unica radio statale dell’intero paese e mezzo di comunicazione più diffuso, poiché la televisione era un lusso per pochi. Diplomatasi, decide di fare esperienza in una realtà migliore e più stimolante, e si sposta all’università di Chișinău.

Da quel momento in poi, partecipando a vari eventi organizzati da Radio Moldova, Daniela ha bruciato le tappe professionali venendo notata da più personalità del mondo del giornalismo e da vari direttori di giornale. Nel tempo ha collaborato con realtà più locali, come il giornale Zile Și Nopți fino a passare per Teleradio Moldova e per Vip Magazine, la testata più importante del paese, diventando in 4 mesi direttore artistico.

Nel mentre, vari concorsi vinti, come quello importante di Best Student of Moldova, con un premio in denaro per aiutare il vincitore nel rincorrere i propri sogni. L’ultimo lavoro di grande responsabilità: ambasciatrice presso la fondazione EDELWEISS di Vlad Plahotniuc, politico dei più influenti e ricchi della Moldavia. Il suo lavoro consisteva nel raggiungere le famiglie più povere donando loro ciò che poteva servire di più e portando giocattoli ai più piccoli.

Alcune domande per Daniela

Perché hai scelto proprio L’italia e non un altro paese per studiare? Rimarrai qui anche dopo la laurea?

Sono già stata a Milano un po’ di anni fa, nel 2012, quando sono venuta a documentare Milano per il mio progetto Escapade, che fondeva idee di viaggi e moda. Ho pensato che questa città fosse quella che maggiormente si avvicinava ai miei ambiti di competenza lavorativa. Era da tanto che volevo iscrivermi di nuovo all’università. Quello che ho fatto è mollare tutto e investire fortemente su me stessa, ricominciando da zero. Se rimarrò ancora dopo la laurea? Non lo so, al momento sto facendo esperienza di questa città; se alla fine del mio percorso di studi mi piacerà l’idea di rimanere, lo farò.

Che differenze ci sono tra la Moldavia e l’Italia?

La situazione in Moldavia è molto diversa dall’Italia: si vive in povertà. Molti vanno all’estero per lavorare e per passare i soldi ai figli rimasti in Moldavia. Per loro, al momento non c’è possibilità di sogno. Molte famiglie lavorano nei campi per sopravvivere. Anche le mie amiche e colleghe giornaliste sono andate via dalla Moldavia, perché là non c’è un bell’ambiente, vanno tutti via. E la stessa cosa ho fatto io, anche se torno ogni tanto da mio papà, che vive ancora a Cubolta.

Qual è la tua esperienza più bella professionalmente?

Senza nessun dubbio il lavoro che ho fatto per la fondazione Edelweiss. Cercavo tra le moltissime lettere che mi arrivavano e cercavo di aiutare i più bisognosi, andandoli a trovare. Lavoravo tutti i giorni, dal lunedì alla domenica, svegliandomi a volte anche alle cinque del mattino, perché il paesino che dovevo raggiungere era a tre ore di treno da Chisinau, dove abitavo. La sera tornavo verso le dieci, e così tutti i giorni. Ma ne valeva decisamente la pena. Quando aiutavo un bambino in difficoltà, mi abbracciava, mi teneva per mano e mi affezionavo ogni volta. Non puoi comprare i loro abbracci, sono qualcosa di speciale. Dalla loro povertà, dal nulla, ti davano qualcosa, se’ stessi.

Quali sono i tuoi obbiettivi a lungo termine nella vita?

Quello di aiutare il mio paese, aiutare i bambini. Ho un sogno: quello di aprire una mia fondazione di carità, che non si focalizzi sul dare i soldi, quanto insegni loro cosa significhi una buona etichetta, a parlare bene in pubblico, come ci si comporta nella vita. Una fondazione che aiuti i bambini a comprendere i valori importanti e a trasmetterli adeguatamente agli altri.

Un tuo pensiero e messaggio personale da trasmettere a tutti?

Vorrei dire per tutti che ricominciare da zero è possibile. Se hai obbiettivo, è importante capire che lo puoi raggiungere. Devi però applicarti, devi fare tanti sacrifici. Se hai dei bei valori, gli altri lo noteranno e ti potranno prendere come esempio. Questo è quello che voglio trasmettere.

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