Il perché di un bacio: Johanna Siring e la terapia della relazione

La giovane fotografa norvegese realizza dittici fotografici in cui mostra le reazioni di sconosciuti prima e dopo la richiesta di un bacio. Il suo esperimento racconta la generazione Millennials attraverso un messaggio di amicizia e scoperta dell’altro.

#Sconosciuto 1

Qual è la reazione di uno sconosciuto davanti alla richiesta di un bacio? Lo ha sperimentato la giovane fotografa norvegese Johanna Siring al Rolkside Festival in Danimarca, nel 2017. Johanna si è immersa in un crogiolo di persone di etnie, genere, età e aspetto diversi per conoscerli in modo del tutto inusuale. Ha scelto soggetti per lei interessanti, ha conversato con loro, li ha fotografati e come effetto sorpresa ha chiesto loro un bacio. Tutto è avvenuto consensualmente e con la chiara esplicazione di essere all’interno di un progetto. La fotografa ha poi immortalato la reazione dei suoi protagonisti, cogliendoli in un attimo di sorpresa e sconcertamento. Ciascuno ha avuto una reazione differente, da chi ha sorriso imbarazzato, a chi è fuggito via, fino a quelli che volevano spingersi oltre. L’aspetto più interessante dell’esperimento riguarda lo studio delle capacità empatiche della fotografa e dei suoi soggetti. La natura socievole di Johanna e la sua passione di ritrarre l’altro l’hanno condotta con facilità verso un punto di accordo con gli sconosciuti. Ragazzi e ragazze giovani hanno visto in lei una loro coetanea, una persona di cui fidarsi, lasciandosi andare liberamente.

#Sconosciuta 2

Ma la giovane fotografa ha compiuto un passo ulteriore, coniugando nel suo progetto arte e scienza. Perché non leggere le conseguenze di un bacio da un punto di vista scientifico? Il bacio scatena una reazione chimica, rilascia dopamina e ossitocina, due dei quattro principali neurotrasmettitori responsabili della felicità. Di un bacio si loda il suo effetto analgesico e antidepressivo, scatenante del benessere fisico. Il suo compimento brucia 12 calorie e provoca l’attivazione di 29 muscoli facciali, i quali, al termine del bacio, si rilassano, trasferendo sul viso un’espressione serena e beata. È esattamente questo ciò che traspare dagli scatti della Siring, un’esplosione ormonale rilassatasi nel suo compiacimento. Non c’è filtro nello sguardo dei suoi protagonisti, solo verità. La felicità addensata nei loro occhi è il dettaglio che rende le fotografie così efficaci e comunicative. Non hanno paura di mostrare le loro emozioni poiché hanno creato un ponte di fiducia con la fotografa che sta loro di fronte. Un’innocenza giovanile che non si cura dello scatto nella sua completezza finale. Certo, si nota che alcuni soggetti sono in posa, ma la costruzione dell’immagine diminuisce dalla prima alla seconda fotografia, a favore della naturalezza.

#Sconosciuta 3

A tal proposito è interessante studiare il contesto in cui si è svolto l’esperimento: il più grande festival musicale del Nord Europa, sulla scia di una tradizione sessantottina, che imbraccia ogni anno giovani provenienti da tutto il mondo appassionati di musica. Un microhabitat hippie che accoglie circa 125.000 persone, riunite per 8 giorni da una passione in comune e dalla possibilità di conoscersi liberamente, senza vincoli formali. Si lascia quindi spazio a una libera interazione, che ha dato campo libero alla Siring per condurre il suo esperimento in un ambiente amicale, aperto e cordiale. Nessuno è rimasto indifferente o infastidito dalla sua richiesta, ma tutti ne sono usciti con il sorriso. Segno delle potenzialità chimico-scientifiche di un bacio. Johanna in due giorni è riuscita a realizzare scatti vincenti e incredibilmente spontanei grazie alla sua capacità di cogliere il momento. Torna subito alla memoria una frase dello scrittore inglese James Allen:

Per avere successo bisogna porsi quattro domande: Perché? Perché no? Perché non io? Perché non adesso?

Johanna agisce in risposta a questi stimoli e riesce a dare una pura rappresentazione dell’immediato.

#Sconosciuta 4

Potrebbe sembrare che la gioiosità adolescenziale delle fotografie contrasti con la scelta di riprodurle in bianco e nero, ma tale accorgimento creativo permette di trasportare l’osservatore in un universo parallelo, quasi cinematografico. L’occhio dell’obiettivo incornicia gli occhi dei suoi protagonisti, forse il dettaglio più interessante, poiché al di là delle differenze stilistiche e caratteriali degli sconosciuti, gli occhi sono espressione di un’unica serenità manifesta.

Creare nuove relazioni, così come conoscere pensieri e opinioni altrui, ci regala la possibilità di costruire ponti emotivi, combattendo l’ignoranza e il pregiudizio.

È il modo con cui Johanna valica qualsiasi forma di diffidenza e paura dell’altro a favore di un messaggio di pace e amicizia. Solo con uno spirito empatico è possibile accogliere la differenza altrui e creare un ponte comunicativo, che possa essere indirizzato al divertimento. Le sorprese più belle sono quelle che evolvono verso qualcosa di totalmente inaspettato.

Johanna gioca sull’effetto sorpresa e ne esce vincente. Esordisce nel suo progetto con la frase «Tutti sono fotogenici anche quando non credono di esserlo», un messaggio guida, un po’ alla “Chiunque può cucinare” dello chef Gusteau nel celebre film d’animazione Ratatouille. Anche se superficialmente i soggetti da lei scelti sono fisicamente attraenti, la sua convinzione e la gioia di spirito con cui conduce il suo esperimento sono i piccoli tocchi che rendono realmente fotogenici i suoi soggetti. Le fotografie che ne risultano sono da cornice, ma al tempo stesso rifuggono un’impalcatura strutturale che le appesantirebbe. Il loro effetto si traduce in quello di un bacio, rilassando lo spettatore e al tempo stesso cullandolo in un’aura di spensieratezza adolescenziale.

 


CREDITS

Copertina by Lo Sbuffo

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