Per i giovanissimi lo sballo è low cost e assolutamente legale

Si chiama purple drank ed è una bevanda all’ultima moda tra i giovanissimi (ragazzi di 14-17 anni), che consente loro di sballarsi non solo spendendo poco, ma anche rimanendo entro i confini della legalità. Solo di recente si è scoperto il fenomeno e sono stati messi in luce i gravi rischi in cui questi ragazzi incorrono.

Di cosa stiamo parlando? Si tratta di un beverone violaceo (da cui purple), ottenuto mescolando Sprite e Makatussin, uno sciroppo anti-tosse, che contiene un derivato della codeina e un antistaminico. Ma quali sono gli effetti di questa bevanda da sballo? Nel corpo una parte di codeina viene trasformata in morfina, il cui abuso può essere molto pericoloso – lo sciroppo, come indicato sul foglietto illustrativo, è infatti controindicato per tutti i minorenni e per certe tipologie di individui –, mentre lo zucchero e l’anidride carbonica della bevanda gassosa favoriscono la salita dell’azione farmacologica. L’assunzione di questa bevanda, spesso unita a cannabis ed alcol, provoca gravi effetti collaterali come difficoltà respiratoria, stipsi e sonnolenza, e crea inoltre molto velocemente dipendenza.

Purtroppo tra le sostanze da sballo low cost utilizzate dai giovani non c’è solo la purple drank, questi ricorrono infatti anche ai più comuni farmaci, facilmente reperibili o nell’armadietto dei genitori o sul web, come le benzodiazepine, una classe di psicofarmaci (sono derivati benzodiazepinici lo Xanax e il Tavor), oppure  oppioidi a base di codeina (come il Tachidol, il Co-Efferalgan o Vicodin) o di ossicodone (come il Depalgos). Diffusissimo è anche l’utilizzo dell’Oki, sniffato come se fosse cocaina.

Per un ragazzo procurarsi questi farmaci è molto facile: possono essere acquistati su smart-shop o su siti illegali, facendo arrivare la “droga” direttamente a casa, magari pagando con la carta di credito dei genitori; oppure si trovano sul mercato nero. Per quanto riguarda il Makatussin, occorre un discorso a parte: in Italia è obbligatoria la ricetta, quindi una possibilità è quella di trovare un medico distratto o compiacente, l’alternativa è  di falsificare le ricette; un’altra strada consiste nel recarsi in Svizzera, dove non è ancora necessaria la ricetta e lo si può comprare a soli 6 euro. Non a caso alcuni gruppi di ragazzi erano soliti dirigersi in giornata verso le vicine città del Canton Ticino come Chiasso, Mendrisio, Ponte Tresa o comprare su siti svizzeri.

Ancora più preoccupante è il fatto che i giovani mettano bene in mostra sui social, in particolare su Instagram, sia i metodi di assunzione di queste sostanze, sia gli effetti che provocano, imitando le star della musica trap, come Sfera Ebbasta, il rapper di Cinisello Balsamo che ha dedicato l’intero testo del suo pezzo “Blunt e Sprite” alla purple drank.

Il Makatussin era già finito nel mirino delle autorità svizzere nel 2015, ma ha continuato a circolare legalmente o con vendite sottobanco; oggi il farmaco non è ancora vietato, anche se si raccomanda ai farmacisti svizzeri di non venderlo a chiunque.

I ragazzi più giovani si lasciano facilmente attrarre da questo tipo di tendenza: in una fase della vita in cui si sentono così insicuri, vedono queste nuove droghe come un mezzo per allentare la tensione, alzare l’autostima e risultare più interessanti agli occhi dei loro coetanei, o semplicemente per evadere da se stessi e dal mondo. Preferiscono poi i medicinali alle droghe tradizionali perché oltre a costare meno, sono “legali” e “facilmente” reperibili; si informano in rete, in cui appositi tutorial spiegano come mixarli, e si illudono di poterne gestire l’effetto. Il fenomeno è più grave di quello che sembra; gli esperti infatti definiscono questi farmaci “droghe d’entrata”: negli anni Ottanta quattro eroinomani su cinque hanno iniziato con antidolorifici di questo tipo. L’ossicodone, in particolare, è noto come l’hillibilly heroin (l’eroina dei poveri) perché ha iniziato ad essere utilizzato nelle zone rurali, per poi diffondersi in quelle borghesi, fino ad arrivare a grandi della musica come Prince, la cui autopsia ha definito che la sua morte fu causata da un’overdose di medicinali oppioidi.

I genitori di questi ragazzi non sono ancora sufficientemente informati su queste nuove mode e, spesso, sottovalutano certi segnali o non si rendono nemmeno conto del pericolo.

Per far fronte al fenomeno, a Trieste è nato nel 2012 lo spazio “Androna Giovani”, un servizio per le dipendenze rivolto esclusivamente ai ragazzi con meno di 25 anni. Non si tratta di un vero e proprio Sert, dove i ragazzi non entrerebbero mai perché non si riconoscono nei “classici drogati”, ma di un luogo in cui è offerta un’assistenza diversa, che considera la loro dipendenza come collegata ai problemi di età evolutiva. È proprio qui che nel 2014 è stato registrato il primo caso di abuso di ossicodone da parte di un minorenne benestante, che ha raccontato di essere arrivato all’eroina cominciando proprio con gli psicofarmaci. Dal momento che nessun ragazzo ne aveva mai parlato prima, cercando tracce negli esami delle urine, si sono resi conto che ad usarli erano in molti.

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