The Handmaid’s Tale: un terrificante patriarcato raccontato con agghiacciante realismo

La serie televisiva The Handmaid’s Tale ha avuto un successo planetario, appassionando milioni e milioni di spettatori. La serie è stata ideata da Bruce Miller e la prima stagione è uscita sugli schermi nel 2017.

La storia si basa sull’omonimo romanzo della scrittrice canadese Margaret Atwood, pubblicato ben trentatrè anni fa, nel 1985.

La fiction è ambientata negli Stati Uniti, in un futuro distopico non troppo distante. Il racconto inizia in medias res, con la protagonista, June, che è un’“ancella” a casa di uno dei “capitani”.

Con grande abilità viene creato un effetto di suspense, che fa vivere allo spettatore un sentimento d’attesa, in quanto ciò che è accaduto alla società si scopre solo a poco a poco, attraverso i flashback costituiti dai ricordi della protagonista o degli altri personaggi.

June viene chiamata “DiFred” (traduzione della versione originale “OfFred”), in quanto è l’ancella del capitano Fred. Nella casa di ogni capitano si trova un’ancella, così come si trovano una o più “Marte”, cioè donne che hanno il compito di cucinare e badare alle case dei capitani. Il compito delle ancelle è invece quello di procreare, in quanto i capitani, anche se hanno delle mogli, non riescono ad avere figli.

La società è aberrante e sclerotizzata. Tutti sono controllati da tutti, in una gerarchia durissima, ottenuta con punizioni sanguinose e violentissime.

Difred è relegata tutto il giorno in una stanzetta e può uscire solo una volta al giorno, accompagnata da un’altra ancella assegnatale dai padroni e dalla quale è controllata. Il solo sospetto di tradimento infatti è sufficiente per essere impiccati sulla pubblica piazza, dove i muri sono intrisi di sangue, così abbondante che è impossibile da lavare via.

Una volta al mese, quando le ancelle sono nel periodo fertile, avviene il “rito”. Nel “rito l’ancella, tenendo la testa tra le gambe della moglie e avendo le mani strette dalle mani di questa, viene penetrata dal marito che fa sesso con lei, guardando però in faccia la moglie: l’ancella è infatti un mero strumento per procreare e deve essere invisibile, i suoi sentimenti non valgono né possono essere espressi.

Stride però il contrasto tra una società così violenta e insensibile con la società che vi era prima. Tale struttura sociale è stata infatti imposta da un gruppo di fanatici di una setta religiosa che ha compiuto un colpo di stato negli Stati Uniti. Queste informazioni arrivano frazionate e un po’ alla volta allo spettatore, che puntata dopo puntata, inizia a sbrogliare i fili, mentre soffre per le angherie insensate subite dall’eroina e dalle altre sue compagne.

Ciò che aveva reso forte la setta e ne aveva permesso l’ascesa era stata la difficoltà di avere figli che si era diffusa nel mondo: le nascite erano sempre meno e dei pochi bambini nati solo pochi risultavano sani.

Ciò che stupisce e atterrisce è la verosimiglianza con cui alcune dinamiche si snodano. Prima di commettere il colpo di stato, la setta aveva infatti agito con passi graduali. Innanzitutto aveva impedito a tutte le donne di avere un lavoro; in seguito tutti i conti bancari delle donne, senza preavviso vennero bloccati. June, attraverso i cui ricordi veniamo a sapere dei fatti, era sposata con l’uomo che amava, era una editor ed aveva una bellissima bambina di tre anni. Ricorda con disperazione come lei e il marito non avessero compreso fino in fondo quel che stava accadendo, pur essendoci state le avvisaglie. Anzi, quando il suo conto venne congelato, il marito, pur essendo un uomo intelligente e comprensivo, ci aveva addirittura scherzato su, quasi compiaciuto che la moglie dovesse dipendere così tanto da lui.

Infine, quando June insieme al marito e alla figlia stava ormai lasciando il confine, viene fermata, in quanto donna fertile. I tre riescono poi anche a nascondersi in una casa isolata e collocata in una regione molto fredda, ma vengono scoperti e, in fuga sulle strade ghiacciate, finiscono fuori strada. Abbandonando l’auto con la figlioletta, June si addentra nei boschi, ma viene trovata e fatta “prigioniera”, mentre la figlia le viene sottratta per sempre e del marito non sa più nulla.

Dopo essere stata prelevata, June compie un periodo di “formazione” insieme ad altre donne fertili, catturate come lei. Nel centro, vengono addestrate da una donna durissima e vestita di scuro, chiamata “Zia Lydia”. Le “Zie”, come le “Marte” e le “Ancelle”, sono altre figure create dalla nuova società ed hanno il compito di educare, guidare, sorvegliare e punire le ancelle. Ad una ragazza che non osserva le regole della disciplina, infatti, Zia Lydia non pensa due volte a far cavare un occhio, punizione che dev’essere esemplare per le altre sue compagne: gli occhi infatti non servono per procreare. Allo stesso modo, se un’ancella viene sorpresa a leggere, le viene tagliata una mano.

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La durezza delle punizioni e l’aberrazione con la quale le ancelle vengono stuprate dai capitani è giustificata dai fanatici al potere attraverso la Bibbia. Ogni atto disumano perpetrato dal governo è infatti corredato da versetti dell’Antico Testamento, che, interpretati a piacimento dalla setta, paiono giustificare le peggiori atrocità.

A questo stato di terrore instaurato negli U.S.A. si contrappone lo Stato fondato sui diritti dell’uomo, che è il Canada. In Canada sono fuggiti tutti coloro che sono riusciti ad andarsene prima del colpo di stato e i pochi che son riusciti a scappare senza essere uccisi.

Pur essendo The Handmaid’s Tale una serie televisiva di forte impatto, il ritmo della sua narrazione è lento, riflessivo, in quanto segue il punto di vista della protagonista, che abusata, violentata, maltrattata e separata dai suoi familiari, per non impazzire e per non essere uccisa diventa apparentemente apatica e cauta, aspettando lunghi minuti prima di rispondere e pensando oculatamente ad ogni suo piccolo movimento, come d’altronde ha imparato a fare per poter sopravvivere. La follia è un mostro molto temuto dalle ancelle, ma che aleggia anche per tutti gli altri che vivono nella società del terrore imposta dai fanatici.

The Handmaid’s Tale, con un messaggio forte e che colpisce, mostra la deriva di quello che potrebbe essere il patriarcato, nella peggiore delle sue forme.

Per questo probabilmente ha fornito lo spunto per alcune proteste femministe, dove le manifestanti hanno indossato una veste rossa e un cappellino bianco simile a quello delle ancelle nella serie. Una di queste manifestazioni è avvenuta in Italia ed è stata contro il disegno di legge Pillon, che mette in discussione l’assegno di mantenimento dei figli da parte del padre verso la madre dopo il divorzio, limitando dunque la libertà della donna nei confronti del marito.

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In effetti The Handmaid’s Tale è agghiacciante e terrificante proprio per il suo realismo. Molto curata nelle immagini e nei dialoghi, la serie è capace di tenere incollati allo schermo non con l’ausilio di effetti speciali, bensì per mezzo di sapienti e calibrate attese, nonché con inquadrature degne dei quadri di Vermeer.

FONTI

wikipedia

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