L’importanza di chiamarsi Testo

Il fiume taglia la pietra
Da quando cristo non c’era
Calpesto del finocchietto
E si apre festa al mio naso
I fiori di cardo amaro
Grattano alle tue caviglie
Goccia di sangue nel fiume
La notte beve la lepre

Siamo in grado di riconoscere un testo scritto da un copy di frasi da Baci Perugina, autore di grandi hit, per carità, ma capace di sfornare a nastro solo testi preconfezionati, sempre uguali e banali, che in poco tempo risultano stantii, come vittime di una breve data di scadenza, da un autore che ha il coraggio e, parliamoci chiaro, un background letterario e culturale tale da poter scrivere un buon testo che comunichi immagini nuove e suggestive? Un testo che racconti un punto di vista originale, capace di emozionare senza ricorrere a cliché e frasi fatte? E soprattutto, quanto riteniamo importante un buon testo per considerare buona anche una canzone?

Una montagna foriera
Una necropoli intera
Mi mette in mano la vita
Quindi mi passa la morte
La notte non mi aspetta
Si porta avanti il lavoro
E succhio un’altra tetta
E sullo sfondo un coro

I premi non sono importanti

Il 13 Ottobre 2016 l’Accademia di Svezia ha conferito un contestato Premio Nobel per la Letteratura ad un restio Robert Zimmerman, premio ritirato quasi un anno dopo dalla vittoria. Già dal 1996 il professor Gordon Ball del Virginia Military Institute, membro della Reale Accademia, candidò Bob Dylan al Nobel; l’iniziativa trovò l’appoggio dei colleghi professori ma la notizia fu presa come una specie di provocazione dalla stampa di tutto il mondo e fece abbastanza scalpore. Solo venti anni dopo la proposta divenne premio e le motivazioni della commissione sono state chiare: “Per l’influenza che le sue canzoni e composizioni hanno avuto in tutto il mondo. Egli ha restituito dignità alla tradizione orale, dagli inizi degli anni Sessanta ha creato, in parole e musica, un universo illimitato, che ha pervaso il globo. Per aver creato nuove espressioni poetiche all’interno della grande tradizione della canzone americana”. Dopo un evento come questo non ci sono più dubbi sulla posizione che assume un testo cantautorale nei confronti del mondo della cultura e soprattutto della letteratura. Le cronache, inoltre, parlano di un boato dal pubblico presente in sala al momento dell’annuncio; c’è da chiedersi perché questo riconoscimento non sia arrivato prima, ma c’è anche da domandarsi perché il pubblico, soprattutto quello italiano, spesso mette in secondo piano l’importanza di un testo.

C’è stato un fuoco
In questa grotta bianca
Esce un bambino
Ha della cenere in mano
Una ragazza mi ha amato
Ma in quel momento non c’ero
Regnavo fra le rovine
Per appagare il mio ego

La tradizione cantautorale e autoriale italiana non è esente da grandi nomi che hanno fatto la storia della canzone. De André, Mina, De Gregori, Nada, Dalla, Martini, Tenco, Consoli, Mogol e Battisti e la lista può continuare a lungo, in un’Italia di Thegiornalisti e Baby K (senza offesa per Tommy P. e Claudia Judith Nahum), in quali nomi individuiamo l’eredità dei grandi? La verità è che oggi è un buon momento per i cantautori italiani anche se spesso rimangono in sordina, ma è certamente compito dei critici stare con le antenne sempre allerta per individuare e diffondere musica di qualità, un po’ come una radio pirata degli anni ’60 che lotta romanticamente contro il sistema.

Fra il fico d’India e le stelle
La vipera cambia pelle
Io mi riempio i polmoni
E ti continuo a chiamare
La notte non mi aspetta
Si porta avanti il lavoro
E succhio un’altra tetta, sì
E sullo sfondo un coro

A volte per comunicare un concetto in maniera efficace bisogna lasciar posto all’arte. Per questo motivo l’articolo è inframezzato dal testo di Pantalica, primo brano dell’album Infedele di Colapesce, uscito in Ottobre 2017 per l’etichetta 42 Records, quarto album capolavoro del cantautore siciliano. La vera notizia è che è stato appena pubblicato Compendio Infedele, nuovo EP che fa da coda all’album precedente; racchiude due brani inediti, un remix di Totale in collaborazione con Canova, due “Early demo version” di brani già presenti in Infedele e infine due cover: la prima di Una splendida giornata, registrata circa un anno fa e caricata insieme ad un video girato in studio sul canale youtube della 42 Records, insieme ad altre cover di grandi classici della musica italiana, reinterpretati dagli artisti dell’etichetta tra cui L’ombelico del mondo cantata da Cosmo. La seconda è la cover di Exit Music (For a Film) tratta da KO Computer, progetto tributo di dodici artisti italiani per l’anniversario dei vent’anni di Ok Computer dei Radiohead, pubblicato per la trasmissione King Kong di Radio 1, in download gratuito a questo indirizzo. Per chi se lo fosse perso, ricordiamo anche un fantastico duetto con Meg per il brano Satellite, tratto dal primo lavoro di Colapesce. Come vuole (forse) il senso di questo EP, cogliamo l’occasione per far riverberare l’eco di un disco clamoroso, e ripescare un testo che potrebbe essere presente in una raccolta di poesie o in un’antologia scolastica sotto la sezione “autori contemporanei” insieme ai grandi poeti della musica italiana.

La prossima volta che ascoltate un testo provate a farci caso.

C’è stato un fuoco
In questa grotta bianca
Esce un bambino
Ha della cenere in mano

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