Istruzioni per diventare fascisti: Michela Murgia docet

«Prima dovrebbero venire gli italiani.»

«E comunque esiste una famiglia naturale.»

«Se lo Stato non mi protegge devo proteggermi da solo.»

«Nei loro paesi questo a noi non lo lasciano fare.»

«Li raderei al suolo e poi spianerei con la ruspa.»

«Quando ti imporranno il burqa non lamentarti.»

Come diventare fascisti? Nel suo ultimo libro, edito da Einaudi, Istruzioni per diventare fascisti, Michela Murgia si schiera

«contro la democrazia perché è un sistema di governo irrimediabilmente difettoso sin dall’origine. (…) È il peggiore e basta ma è sempre difficile dirlo apertamente, nonostante nell’esperienza quotidiana questa evidenza sia piuttosto lampante».

E prosegue dicendo che il suo “manuale” si propone non solo di dimostrare che la democrazia è dannosa, ma per spezzare una lancia a favore della sua alternativa per antonomasia, il fascismo.

In poco meno di un centinaio di pagine, Murgia spiega punto per punto come questo metodo di governo sia il più auspicabile per il Paese e si propone di insegnare come diventare de facto fascisti, fornendo persino – in coda – un piccolo test per mettere alla prova le competenze “fascistissime” acquisite durante la lettura.

In un clima politico e sociale complesso e delicato come lo è quello italiano oggigiorno, Istruzioni per diventare fascisti è, onestamente, un bel calcio nello stomaco.

A partire dal titolo, provocatorio e surreale, si capisce come questo libro voglia – attraverso un ribaltamento delle parti e dei punti di vista – far riflettere non tanto sul diventare fascisti, ma su quanto, inconsciamente, già lo siamo in alcuni atteggiamenti e prese di posizione. Centrali sono le conseguenze e le responsabilità dei singoli che non fanno nulla di concreto per evitare che il fascismo si diffonda.

Con uno stile semplice e spesso ironico, l’autrice affronta passo per passo tutte le questioni sociali più spinose come la famiglia (rigorosamente composta da mamma, a casa che bada ai bambini, e papà, che lavora e provvede al sostentamento economico), il tema dell’immigrazione ( «sarebbe meglio aiutarli a casa loro»), il populismo in politica («il fascismo le racconta [le classi popolari, nda] come a esse piace essere raccontate: forti nelle intenzioni, fragili solo per le circostanze, matrici di autenticità nazionale e vere protagoniste sociali») e, in generale, insinua nel lettore il dubbio che tante tendenze “fasciste” siano già in atto nella politica e nei rapporti sociali.

Leggendo Istruzioni per diventare fascisti ci si ritrova. E, come dice Murgia stessa, è inutile negarlo:

«Le cose che ho scritto, non tutte e non sempre, in qualche momento della mia esistenza, quelli più duri, superficiali, incazzati, ignoranti, anche solo per un istante, le ho pensate e credo sia capitato a ciascuno di noi».

Ma è una consapevolezza che arriva dopo, verso la fine; si inizia il libro partendo dal presupposto che è una provocazione, ci si sente superiori: noi non penseremmo o faremmo mai certe cose.

Poi, però, il dubbio inizia a instillarsi nel lettore; alcuni riferimenti (più o meno velati) a personaggi politici contemporanei e non, delle frasi che magari si son dette o pensate almeno una volta. Arrivati alla fine del libro arriva un vago senso di colpa, quasi un’angoscia: «E se fossi un po’ fascista?».

Con Istruzioni per diventare fascisti, Murgia vuole, attraverso una provocazione, farci riflettere. Il fascismo più pericoloso non è quello di chi alza i muri e limita la libertà; il problema qui è

«…stabilire chi è in parte coinvolto nella legittimazione del fascismo con metodo, cioè quanto fascismo c’è in quelli che si credono antifascisti. Il rischio è dire: se tutto è fascismo, niente lo è. Non è così. Non tutto è fascismo, ma il fascismo ha la fantastica capacità, se non vigiliamo costantemente, di contaminare tutto».

E che chiunque possa, magari senza rendersene davvero conto, avere atteggiamenti fascisti. Il concetto è ribadito anche nella copertina, che contiene a sua volta un messaggio mirato: una vignetta di Mario Biani, fumettista e illustratore, che, parafrasando il celebre film Forrest Gump, dice: «Fascista è chi il fascista fa». Insomma, fascisti non si nasce; lo si diventa quando, per un motivo o per l’altro, si alzano i muri nei confronti dell’altro per principio, ancora prima di conoscerlo.


FONTI
M. Murgia, Istruzioni per diventare fascisti, Einaudi, 2018

 

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