Vuoti a rendere in Germania, un esempio per tutti

Germania, Norvegia, Svezia, Finlandia, Estonia, Lettonia, ma anche Svizzera e Ungheria, sono paesi conosciuti per aver a cuore il benessere della natura.  È ormai da parecchi anni che proprio questi stati hanno deciso di muoversi verso una direzione che permetta di ridurre gli sprechi e la produzione di plastica.

In ogni punto vendita, negozio o supermercato in cui si vendono bottiglie sia in plastica sia in vetro, deve obbligatoriamente essere presente una macchinetta per ritirare i vuoti. Ovunque tu stia acquistando una bottiglia, sarà applicato un sovrapprezzo al costo unitario dell’articolo, che ti verrà restituito una volta riciclata la bottiglia. La cifra che ti verrà ridata varia da un minimo di 0.10 cent. ad un massimo di 0.50 cent., in base all’oggetto comprato; si possono restituire bottiglie in plastica e vetro di grandezza massima di 3 litri, ma anche i barattoli di miele sono accettati, anzi sono i più remunerativi. Anche all’interno dei bar, quando si ordina un bicchiere oppure una birra in vetro, bisogna lasciare un euro di deposito al barista, in modo che ognuno sia incentivato a restituire quanto utilizzato.

I vantaggi di un sistema simile sono numerosi: innanzitutto, considerando che una bottiglia di vetro può essere riutilizzata fino ad un massimo di 50 volte e una di plastica fino a 25, la produzione di questi beni cala sicuramente in maniera sensibile; inoltre costa molto meno sterilizzare e ripulire una bottiglia già utilizzata, piuttosto che produrne una nuova. In questo modo si contribuisce a sensibilizzare la popolazione verso un uso attento ed intelligente della plastica, per evitare l’”usa e getta”, troppo frequente.

Sulle bottiglie viene apposto un codice a barre specifico per distinguere quelle adatte ad essere accettate dalle altre non idonee, perché ad esempio le bottiglie di importazione estera non vengono riciclate.

Il sistema ha favorito un evento sociale molto importante, lanciato nel 2011 da un grafico berlinese Matthias Gomille, il quale ha pensato di abbandonare i pfand, in tedesco i vuoti, vicino ai cestini delle città, in modo che i Pfandsammler, cioè coloro che rovistano nei cestini alla ricerca di vuoti da restituire per poter guadagnare qualche spicciolo, potessero trovare facilmente bottiglie o bicchieri da rendere. Volgiamo lo sguardo anche ad un’iniziativa eticamente importante, poiché tutti i giorni ogni singolo individuo, attraverso un gesto banale, che non obbliga a sforzi eccessivi,  può aiutare una persona bisognosa concedendogli il proprio deposito. Diciamo che questo aiuto dal punto di vista economico non è proprio insignificante per i Pfandsammler, in quanto permette loro di ricavare dai 100 ai 150 euro mensili. Oltre che essere positivo per le loro finanze, i “raccoglitori di vuoti” contribuiscono sensibilmente alla pulizia della città e dei parchi.

Ovviamente sorgono anche critiche da parte di alcuni in merito a questo sistema, poiché essi sostengono che se le bottiglie provengono da un raggio di 100 km, allora si ottiene un riscontro positivo, ma se la bottiglia supera questo raggio, allora si perde il senso green del progetto, in quanto i costi di trasporto sarebbero molto più alti, così come l’inquinamento causato.

In Italia anche il Movimento Cinque Stelle aveva pensato di introdurre il sistema delle macchinette, con una proposta di legge del 4 aprile 2014 da parte del deputato Vignaroli. Purtroppo nulla si è più fatto da quella data, ma non è detto che non si possa fare in un futuro speriamo prossimo. Ci si augura, però, di evitare le critiche che a quel tempo sono state fatte da chi apparteneva ai consorzi di raccolta dei rifiuti. Queste critiche nascevano a causa di una questione prettamente economica, infatti, essi temevano un calo economico dei loro profitti nel caso in cui molte bottiglie fossero state riciclate da ogni individuo, invece che essere buttate nei cestini e, dunque, lasciate a loro, che si occupano di pulizia.

Nonostante ciò, sarebbe positivo che in Italia il governo riprendesse in considerazione la proposta del 2014, poiché contribuirebbe a risolvere un problema sociale gravissimo, quale l’inquinamento. I bambini, inoltre, verrebbero sensibilizzati sin da piccoli al riciclo e a limitare gli sprechi, sperando così che crescendo diventino adulti sempre più attenti e attivi verso la risoluzione del problema e che abbiano a cuore le sorti del proprio pianeta.

 

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