La grande onda di Kanagawa: la tradizione dietro l’avanguardia

Poi un giorno il segno prende significato.
  Quei riccioli di spuma come tanti artigli, di cui mi ero sempre chiesto perchè.”

                                                             (Hatsushika Hokusai 1760-1849)

 

Frutto del tocco di Katsushika Hokusai nei primi anni ’30 dell’800, “La Grande onda di Kanagawa” si inserisce in una serie di opere intitolata “36 vedute del Monte Fuji”. Alle prime se ne aggiunsero altre 10 dopo il primo anno di pubblicazione in un circolo virale che raggiunse le cinquemila copie stampate. Queste si diffusero sotto il segno del contrabbando parigino di fine secolo, utilizzate come carta da imballaggio per i prodotti preziosi provenienti dal Giappone. L’Europa di Degas e Van Gogh accolse così la tradizione orientale, omaggiandola attraverso il movimento del Japonisme tra il 1850 e il 1870. Non è un caso quindi che La notte stellata di Van Gogh rievochi con la sua natura spiraleggiante gli artigli spumeggianti dell’onda di Hokusai.

La grande onda di Kanagawa” di Katsushika Hokusai e “La notte stellata” di Vincent Van Gogh

L’opera è una xilografia, ovvero una stampa di immagini incisa su legno secondo lo stile giapponese Ukiyo-e. Il soggetto in primo piano è un’onda mastodontica, che domina minacciosa su un gruppo di barche di pescatori a largo delle coste dell’attuale prefettura di Kanagawa.  Sullo sfondo il Monte Fuji spicca oltre il mare, anche se si perde nello stesso colore dell’acqua, Blu di Prussia. I fiocchi di neve che delicatamente lo ricoprono si intrecciano con i tocchi di schiuma dell’onda impetuosa, creando un effetto ottico. Il dipinto si traduce così nel perfetto incontro tra la stilizzazione delle immagini giapponesi e la prospettiva occidentale. Una panoramica paesaggistica, di ispirazione per gli impressionisti, che richiede una lettura da destra verso sinistra, secondo la tradizione giapponese.

Da questa prospettiva lo sguardo non si concentra più sull’onda, ma sui barcaioli, che affrontano senza paura il mare impervio. È la traduzione dell’incontro-scontro tra uomo e natura. Da un lato la potenza della massa infinita acquatica contro la fragilità dell’uomo, dall’altro l’uomo che si offre spontaneamente alla grandiosità della natura senza timore. C’è qualcosa di sotteso alla distesa acquatica, un magma di impulsi inconsci sottocutanei che affiorano in tutta la loro potenza. Questo è legato anche all’origine del termine Ukiyo-e, che letteralmente significa “immagini del mondo fluttuante”.

Katsushika Hokusai
Il fiume Tama nella provincia di Musashi, dalla serie Trentasei vedute del monte Fuji (1830-1832 circa)

Un’opera dinamica, viva, che riflette la sua gestazione conflittuale, durata trent’anni. La sua adattabilità l’ha resa da sempre protagonista del panorama mediatico, dai fumetti alla pubblicità. La Levi’s in particolare ha adottato il dipinto nella sua campagna pubblicitaria, attraverso un omaggio accattivante e innovativo all’opera. Quest’ultima, nella sua reiterazione continua, si è trasformata anche in un’emoticon di Whatsapp. Riduzionista, forse, ma specchio della vocazione popolare dell’opera.  L’immagine dell’onda è la rappresentazione dell’equilibrio tra movimento e stasi e invita il suo spettatore a seguire con lo sguardo il dinamismo intrinseco alla composizione. Il risultato si traduce nel felice incontro tra tradizione millenaria e innovazione avanguardistica.

“La grande onda di Kanagawa” per la campagna pubblicitaria Levi’s

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