I sabati sera che fanno bene alla cultura italiana

Un passato che non può essere dimenticato, anzi deve essere di tanto in tanto ricordato.

Così potrebbe definirsi la mission di Alberto Angela, studioso di storia e noto conduttore di programmi di divulgazione culturale, che entra nelle case degli italiani guidandoli verso un viaggio surreale di stupore e riflessione.

Quattro lezioni di massa di storia, di pubblico accesso, un privilegio per gli spettatori della televisione, che si pone in alternativa ai superficiali programmi di varietà che tanto vengono preferiti per evadere dalla frenetica quotidianità. I temi scelti da Alberto Angela sembrano svelare un messaggio che va oltre la semplice illustrazione di luoghi e avvenimenti storici; il pubblico italiano viene qui chiamato a riflettere sulla situazione attuale.

Il viaggio tra le vie di Pompei ed Ercolano ha fatto rivivere un’età d’oro in cui l’Italia era al centro del mondo allora conosciuto, fonte di usi e costumi, nonché una meraviglia artistica che tutt’oggi il mondo ci invidia. Ha ridato dignità a un luogo che è stato violato ed è stato per tanto tempo vittima di immeritata trascuratezza. Pompei così come Roma, e altre centinaia di siti archeologici lungo tutta la penisola italiana, custodiscono i segreti della nostra origine storica, politica e culturale ma spesso dimentichiamo di stupirci di fronte alla bellezza che resiste al tempo che passa.

Successivamente, due puntate dedicate a due figure femminili diverse tra loro ma che hanno fatto la storia, ognuna a modo suo e in epoche così lontane: la regina dell’antico Egitto Cleopatra e la Principessa Sissi. Due donne forti, amate e rispettate non solo per la loro posizione di potere ma anche perché incluse nella società delle rispettive epoche.

Ciò pone un fastidioso paragone con il ruolo delle donne nella società contemporanea. Ci ricorda infatti le limitazioni che ancora sono costrette a sopportare non solo nelle aziende ma anche nella famiglia stessa, l’esiguo numero di donne in politica e ai vertici dei centri di ricerca. Certe condizioni non sembrano cambiare davvero. Donne che ogni giorno devono fare ancora fatica a essere credibili in un mondo per molti aspetti maschile. La storia ci insegna qui che la nostra società, seppur occidentale, ha ancora molte battaglie da combattere e forti muri di stereotipi di genere da abbattere perché ci possano essere sempre più donne che facciano la storia, ogni giorno.

Infine la struggente puntata ad Auschwitz-Birkenau sullo sterminio degli ebrei, durante la Seconda guerra mondiale, sulla quale vale la pena soffermarsi. La tragedia dell’Olocausto è data per nota a tutti: oggetto di insegnamento nelle scuole nonché di numerosi film, documentari e di commemorazione annuale da parte delle più alte istituzioni a livello mondiale. Nonostante ciò, Alberto Angela lancia un messaggio che può sembrare apparentemente banale ma non lo è: mai sottovalutare il potere della storia.

70 anni dalla disumanizzazione più terrificante dell’epoca moderna non rendono nessuna democrazia al sicuro dallo spauracchio dell’antisemitismo, dalla negazione dei diritti che riteniamo scontati. Potenziali nuove vittime del razzismo e delle intolleranze vengono scelte allo stesso vecchio modo: tra le minoranze, tra i più vulnerabili.

Vedere Auschwitz fa venire i brividi, andarci è un’esperienza che andrebbe fatta almeno una volta nella vita, ma non basta. Non è abbastanza. Purtroppo la memoria e la parola di coloro che sono sopravvissuti all’Olocausto verrà cristallizzata solo da libri e biografie, ed è quindi necessario trovare dei nuovi ambasciatori di diritti umani. Siamo tutti potenziali candidati.

Questo è il messaggio più forte e importante dell’intero programma di Angela, il quale non è più una semplice lezione, bensì una riflessione sull’importanza della storia nella realtà attuale, perché sì, la storia si può ripetere. Sempre e ovunque. La sua trasmissione sembra sostenere le parole della senatrice a vita Liliana Segre, superstite dei campi di concentramento nazista, che dinnanzi ai sempre più numerosi episodi di intolleranza e odio nei confronti delle minoranze, quali migranti e rom, ci invita a non sottovalutare tali insidiose spinte, a studiare il passato e la nostra Costituzione, ci esorta a reagire fermamente alle ingiustizie, anche andando contro corrente, perché l’indifferenza è stato il vero morbo dell’Olocausto.

I programmi di Alberto Angela, per concludere, hanno dato nuova linfa alla televisione italiana, riportandoci alle radici della cultura stessa, in controtendenza agli oppiacei televisivi attuali. Egli, con un linguaggio semplice ma diretto, esalta valori indissolubili quali la cultura, il rispetto per il prossimo e l’arte. Ha ridato dignità alla storia, perché una storia che non viene raccontata è una storia muta che rischia di essere dimenticata dalle nuove generazioni. In un periodo di incertezza, di diffidenza verso l’altro, soprattutto se diverso, la soluzione forse ce l’abbiamo proprio davanti agli occhi: guardare al passato, perché solo così potremo migliorare il futuro.

 



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