Halloween con Lovecraft: cinque racconti da conoscere assolutamente!

Ottobre è il mese dell’autunno. Ritorna il freddo che ci fa rintanare in casa al calduccio e che al contempo porta con sé la festa più spettrale di tutte: Halloween. Importata dagli Stati Uniti, oramai anche in Italia Halloween è una festa conosciuta e celebrata. Quale Millennial da bambino non ha mai letto o visto una storia dei «Piccoli brividi»? Se c’è uno scrittore ideale da leggere per calarci nell’atmosfera cupa e tetra della festa pagana, fatta di mistero e terrore, quello è senza alcun dubbio Howard Phillips Lovecraft (1890 – 1937),uno dei grandi maestri della letteratura horror.

Lovecraft, che oggigiorno è considerato un classico imprescindibile per gli amanti dell’orrorifico, in realtà non ebbe molta fortuna in vita, fu anzi poco apprezzato dai suoi contemporanei se non talvolta addirittura criticato. A differenza dei suoi numerosissimi racconti pieni di “misteri insondabili”, col senno di poi è facile capire i motivi del mancato riconoscimento verso l’autore americano: Lovecraft era semplicemente troppo avanti; così avanti che in un certo senso diede al genere horror nuova linfa vitale, proponendo numerosi elementi fantascientifici. Rispetto alle più tradizionali streghe, vampiri e mummie, dietro l’intero pantheon di creature create da Lovecraft  si possono intravedere mostri di origini aliene o in ogni caso non provenienti dal nostro mondo.

Fatta questa doverosa premessa, ecco cinque racconti (o romanzi brevi) da leggere tutti d’un fiato per arrivare pronti alla notte di Halloween:

1) La tomba (1917): scritto all’età di ventisette anni,La tomba è il primo racconto di Lovecraft. La trama ricalca quella che con il tempo sarebbe divenuta “la classica storia di fantasmi” in cerca dell’eterno riposo e del ricongiungimento coi propri cari. Colpo di scena finale annesso. A differenza delle storie dal carattere folcloristico tipico del New England (dalle streghe di Salem a It di Stephen King), Lovecraft fa fin dalle sue prime pagine sfoggio della propria cultura classica strizzando l’occhio a Plutarco e alle sue Vite Parallele.

Halloween H.P Lovecraft

2) Herbert West, rianimatore (1921-1922): l’unico racconto, considerabile anche romanzo breve vista la mole, scritto da Lovecraft su commissione. Narra gli esperimenti di rianimazione compiuti da Herbert West, promettente studente di medicina presso la Miskatonic University, università fittizia che sarà più volte ripresa e citata nell’universo di Lovecraft. Spinto dall’hybris, Herbert West riuscirà a riportare in vita diversi cadaveri dando inizio a una sottocategoria del genere horror: gli zombie. Va sottolineato come fino a quel momento la figura dello zombie fosse ancora legata ai concetto di Vodoo e sciamanesimo dell’America Centrale. Sulla falsa riga di Frankenstein di Mary Shelly, Lovecraft opta invece per una variante scientifica.

3) Il Richiamo di Cthulhu (1926): questo racconto, probabilmente il più famoso e conosciuto del Nostro, segna l’inizio del celeberrimo Ciclo di Cthulhu. Attraverso le indagini di un suo lontano parente, Francis Wayland Thurston scopre l’esistenza della “città-cadavere” di R’lyeh dove, dopo un sonno millenario, si è risvegliato Cthulhu, divinità mistica appartenente a una stirpe che abitò il pianeta Terra prima di quella umana. A partire da questo racconto la figura di Cthulhu, ispirata sia al Kraken e sia alle divinità mesoamericane, è entrata a far parte dell’immaginario collettivo venendo citata innumerevoli volte nella cultura pop (basti pensare alla sigla di Rick & Morty). La frase «Ph’nglui mglw’nafh Cthulhu R’lyeh wgah’nagl fhtagn» è diventata praticamente un mantra degli appassionati del genere.

4) Il Colore venuto dallo spazio (1927): il racconto che probabilmente si avvicina di più alla fantascienza. Un meteorite cade vicino alla cittadina di Arkham (lo stesso nome sarà poi ripreso in Batman per il manicomio che ospita il Joker). Il materiale portato dal meteorite viene assorbito dalla terra di una fattoria dove è piombato; ben presto i prodotti della fattoria manifestano caratteristiche insolite e indescrivibili per l’occhio umano, anche per gli scienziati e gli esperti. Su tutta la Terra non si era mai visto nulla di simile prima.

5 ) La maschera di Innsmouth (1931): romanzo breve considerato dagli esperti la miglior opera di Lovecraft. Come la maggior parte dei racconti, ancora una volta la vicenda si svolge nel New England e ancora una volta a narrare i terrificanti aneddoti è l’Io narrante, l’ideale per far immergere lo spettatore nell’atmosfere lugubri della fatiscente Innsmouth. Isolato e disperso tra la nebbia del Massachusetts, il paese di Innsmouth è abitato da strani personaggi che assomigliano più a rospi che a esseri umani. Zadok Allen, vecchio ubriacone del paese, racconterà al protagonista come gli originari cittadini della città si sono uniti a creature anfibie provenienti da “Lontani e sconosciuti Abissi”; questi sono i figli della divinità Dagon, altra bestia mitica inventata da Lovecraft nell’omonimo racconto (1923). Nel finale Lovecraft pone l’interrogativo: chi e cosa può definirsi realmente “mostro”?

L’influenza di Lovecraft ha marcato e continua a marcare la cultura americana a tal punto che possiamo trovare alcuni suoi residui in contesti ormai distanti, ma non per questo estranei alla letteratura, come fumetti (Providence di Alan Moore) o persino serie tv, come il famigerato Demogorgone di Stranger Things. D’altronde negli Stati Uniti Halloween è una delle feste maggiormente sentite e per questo Lovecraft ne è diventato una sorta di “padre spirituale”.

 


FONTI
Lovecraft, Tutti i racconti, traduzione e cura di G. Lippi, Milano, Mondadori, 2015. 

 

 

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