La scrittrice Maryse Condé vince il New Academy Prize

Come avevamo già annunciato, quest’anno l’Accademia Nazionale di Svezia, con il sostegno della Nobel Foundation, ha deciso di non assegnare il Premio Nobel per la letteratura – per la prima volta dal 1949 – a causa degli scandali di violenza e corruzione che hanno coinvolto l’Accademia.

Per far fronte a questo vuoto, è stata istituita in Svezia una nuova Accademia, The New Academy. Si tratta di un’associazione no-profit, politicamente ed economicamente indipendente, che si è attivata affinché anche la letteratura, quest’anno, abbia il suo Nobel e soprattutto «per ricordare come la letteratura debba essere associata alla democrazia, all’apertura, all’empatia e al rispetto», come si legge sul loro sito web.

La selezione del vincitore è avvenuta attraverso tre fasi: in prima istanza, un comitato di bibliotecari svedesi ha nominato un ventaglio di candidati al premio che sono stati votati successivamente dal pubblico e, infine, una giuria di specialisti ha decretato un vincitore fra i tre finalisti più votati.

La scelta – annunciata il 12 ottobre – è ricaduta sulla scrittrice francese, originaria della Guadalupe, Maryse Condé. Tra le sue opere: Io, Tituba, strega nera di Salem (dal titolo originale Moi, Tituba sorcière… Noire de Salem), un romanzo storico che racconta le vicende di una donna di colore condannata per stregoneria durante i processi di Salem; Segou, ambientato in Africa Occidentale e Windward Heights. 

I suoi romanzi sono accomunati da una profonda indagine dell’animo umano e da una riflessione sui rapporti tra i sessi, le differenti culture e le epoche e, in particolare, sulle conseguenze del colonialismo.

Non a caso, tra le ragioni che hanno portato ad attribuirle il premio, ci sono la rilevanza internazionale delle sue opere e la sua capacità di descrivere le devastazioni del colonialismo e del post-colonialismo – ma anche la profonda umanità e solidarietà, che caratterizzano i suoi racconti – in un linguaggio chiaro ma allo stesso tempo coinvolgente.

Maryse Condé nasce nel 1937 – ultima di otto figli – nell’isola di Guadalupa e si trasferisce a Parigi per studiare alla Sorbona, dove si laurea. In seguito, si trasferisce in Africa Occidentale dove lavorerà come docente in Guinea, in Ghana e in Senegal. Andrà poi in America con il marito, il traduttore Richard Philcox, dove insegnerà presso le università di Berkeley, Harvard e Columbia, occupandosi di letteratura caraibica in lingua francese. Ha svolto, inoltre, il lavoro di giornalista sia in Francia che alla BBC.

Nonostante la scrittrice abbia pubblicato il suo primo romanzo alla soglia dei quarant’anni, ha dichiarato di aver desiderato di fare questo mestiere fin da bambina, in particolare dopo aver letto Cime Tempestose di Emily Brontë, e di aver atteso a causa della mancanza di sicurezza in se stessa. Questo premio, quindi, oltre ad aver gratificato la sua persona e la sua carriera, giunge come motivo d’orgoglio anche alla sua terra d’origine, spesso conosciuta solo per le vicende coloniali a cui è legata e per i frequenti uragani.

Il 9 dicembre avrà luogo una cerimonia ufficiale per la premiazione della vincitrice.

A dividere con lei il podio dei finalisti, ci sono Kim Thuy, canadese di origini vietnamite, e lo scrittore britannico Neil Gaiman. In realtà, la New Academy aveva espresso l’intenzione di eleggere quattro finalisti e non tre, nello specifico due donne e due uomini, così da rispettare la parità di genere. Tuttavia, il quarto finalista, Haruki Murakami – considerato unico possibile contendente regolare del premio Nobel – si è ritirato dalla competizione dopo aver dichiarato di volersi concentrare sulla scrittura, lontano dall’esposizione mediatica. Maryse Condé - 11 février 1937

Il premio “alternativo” si è distinto dal Nobel anche per l’attenzione dedicata agli autori di generi convenzionalmente popolari: figura, tra i nomi emersi nella prima fase della selezione, quello di J.K. Rowling, autrice della saga di Harry Potter. Lo stesso finalista Neil Gaiman è anche autore di romanzi per ragazzi e di fumetti.

Non sono mancate le critiche al New Academy Prize, che è stato tacciato da alcuni esponenti della stampa svedese di essere poco serio e retto da personalità che poco hanno a che fare con la cultura.

D’altra parte, la fondatrice Alexandra Pascalidou, giornalista, lo scorso luglio ha dichiarato al New York Times di non voler rimpiazzare il Nobel, ma di voler rendere questo premio «più contemporaneo, aperto al mondo, inclusivo e trasparente», incentivando anche il coinvolgimento del pubblico.

Che i parametri siano condivisibili o meno, l’iniziativa resta lodevole.

Siamo d’accordo con la New Academy, come espresso sul loro sito web, nell’affermare che «in un tempo in cui i valori umani sono messi sempre più in discussione, la letteratura diventa la controforza all’oppressione e al codice del silenzio».

 



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