Il Setsubun: lanciare fagioli per avere fortuna

“Oni wa soto! Fuku wa uchi!” (“鬼は外! 福は内!”). È questa la formula utilizzata dal popolo giapponese durante la festa nazionale che inaugura l’arrivo della primavera: IL SETSUBUN (節分). La tradizione nipponica celebra infatti il sorgere del nuovo anno lunare il 3 Febbraio, giorno che segna il vero e proprio cambio di stagione.

Nel rispetto della tradizione, i giapponesi salutano in modo bizzarro il nuovo periodo. Odori, sapori e colori particolari caratterizzano la varietà di questa festa. Protagonisti assoluti della cerimonia sono i fagioli di soia tostati. Tra i vari riti volti alla purificazione del male, il Mamemaki (豆撒き) consiste nel peculiare lancio di tali legumi. Ma perché proprio i fagioli?

La leggenda narra che, in un tempo mitologico, un rivoltante mostro giunto all’improvviso per devastare le regioni del Paese del Sol Levante fu sconfitto dai popoli autoctoni proprio grazie all’utilizzo dei fagioli. Scagliandoli in faccia a tale creatura, ne hanno infatti provocato la cecità e, proprio tramite questo espediente, sono riusciti a rinchiuderlo in una grotta e ad annientalo.

Calamità, disgrazie, malattie sono rappresentati dall’essere mitologico. Questi pertanto non solo racchiude al proprio interno gli spiriti maligni da estirpare – sia quelli dell’anno precedente sia dell’anno venturo – ma costituisce anche l’immagine simbolica di tutto ciò che il popolo vuole tenere lontano da se stesso e dalla propria città.

Il rito si svolge in templi e luoghi sacri, presso i quali, i partecipanti si recano per richiedere sanità e vigore dei familiari. L’acquisto dei fagioli è il passaggio successivo. Prima di essere venduti, sono però rimasti immersi nell’acqua per molte ore e poi cotti nel forno. Un procedimento molto semplice, casereccio e che, senza dubbio, rispetta l’intimità della cerimonia e l’importanza della tradizione locale.

Lancette dell’orologio puntate sulle 10.30 e i festeggiamenti iniziano. Uomini, donne, ragazzi e bambini ne sono coinvolti. All’urlo di “Fuori i demoni! Dentro la buona sorte!”, per oltre un’ora e con rulli di tamburi in sottofondo, si gettano non solo fagioli, ma anche dolci e caramelle che soprattutto i più piccoli cercano di agguantare.

Ma chi c’è dall’altra parte? Contro chi vengono gettati questi alimenti?  È il capofamiglia a dover subire il lancio dei fagioli. Gli basta indossare una maschera colorata ed ecco che diventa l’incarnazione momentanea del demone, di quel mostro leggendario. Travestito da metà tigre e metà mucca, il padre di famiglia simboleggia, in quelle 5 ore all’anno, il male da sradicare.

Bancarelle, statue rappresentanti le divinità e infine ospiti speciali, personalità di spicco, grandi sportivi completano questo vivace quadro popolare. Al termine della celebrazione, ogni partecipante mangia tanti fagioli quanti sono i suoi anni, più uno. L’augurio è vivere un altro anno in salute e prosperità.

A testimoniare la rilevanza dell’evento è la facile reperibilità dei magici fagioli in città come Tokyo. Famoso è il negozio Mamegen, ubicato ad Azabujuban, il più grande esperto nel settore dal 1865.

Chiaro ed evidente si mostra sin da subito il significato della festa: da un lato rinascita personale, dall’altro risveglio dei sensi. Volontà di migliorare e al tempo stesso destare nuovi e genuini sentimenti, accantonare energie negative per attirarne di positive.

Ma la festa e la simbologia non si esauriscono qui. A completare il tutto si presenta una sfida: mangiare, durante la sera, il sushi di primavera. Battezzato con il termine di EHOMAKI, è un futomaki, ovvero un rotolo di sushi con all’interno più di sette ingredienti: da uova a funghi a verdure di vario tipo, senza dimenticare il pesce crudo. La difficoltà consiste nel riuscire a divorare tutti questi ingredienti avvolti nella usuale alga nera. Un pasto che pesa addirittura mezzo chilogrammo!

I dettami da rispettare al momento del pasto sono due: mangiare rigorosamente in silenzio e stare seduti nella direzione della buona sorte. Nessuna parola e con lo sguardo rivolto verso il segno zodiacale del felice auspicio.

Complesso è anche riuscire a mangiare il lungo futomaki senza tagliarlo. Ma dividerlo in pezzi equivarrebbe a separarsi da legami che fino all’anno precedente erano ben saldi e uniti. Amore, amicizia e lavoro rimarranno forti e incatenati se si riesce a vincere la sfida. Curiosa e simpatica è infatti l’idea del cibo come metafora dei rapporti umani: non si disgregheranno se non sarà l’uomo che mangia l’ehomaki a volerlo. È realmente nelle sue mani la decisione di mantenere o tagliare con il coltello le relazioni dell’anno venturo.

A conclusione della giornata fuochi d’artificio che illuminano la città in ogni suo angolo. Oltre ad un meraviglioso spettacolo, simboleggiano un anno che se ne va e un altro che incomincia, in mezzo a tanta gioia, entusiasmo e positività.

Un suggestivo festival che, nella sua peculiarità, è attento alla tradizione ma contemporaneamente guarda avanti. Verso il futuro, incominciando dall’imminente anno accolto con solenni celebrazioni. E lancio di fagioli.

 

 

 

 

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