Riconciliazione e perdono: Les Euménides

Nel 1998 Fernand Garnier, poeta, drammaturgo e fondatore del Théatre Action, scrisse un testo teatrale commissionatogli da La Chapelle-en-Vercors, “Les Eumenidés” (Le Eumenidi), trattando l’universalità del perdono e del pentimento. “Les Eumenidés” è stato poi tradotto in italiano e rappresentato più volte, in entrambe le lingue.

L’autore prende in esame i bombardamenti avvenuti sull’altopiano del Vercors, nel 1944. Antoine è un partigiano francese e Kurt un paracadutista nazista. Accecato dalle parole di una madre che non l’ha mai amato, Kurt, dopo aver indossato la divisa, semina morte e distruzione. Il suo cuore arido non sembra lasciare spazio alla pietà, così Kurt uccide anche Antoine, nonostante le parole supplichevoli.

“Lui era sdraiato sull’erba del terrapieno la testa appoggiata su uno zaino. Ho guardato il suo corpo giovane, la sua barba di molti giorni, la fatica e la fame che s’impigliavano sul suo viso. Aveva occhi verdi ed era biondo. I nostri sguardi si sono incrociati: “Mi chiamo Antoine: non uccidermi”

Tuttavia il sentimento d’amore che sembrava sublimato si è poi manifestato in un rimorso, assillante e perpetuo, dando origine al processo di redenzione. Le Eumenidi si presentano come divinità della riconciliazione e della benevolenza nei confronti dei pentiti, proprio come le aveva descritte Eschilo nell’ultima parte dell'”Orestea”. Le parole di Kurt traspaiono tutta la sofferenza di un personaggio carnefice, ma anche vittima: egli è, infatti, imprigionato dal suo stesso dolore e il tormento per il male compiuto non lascia aperta nessuna via di fuga.

Il processo di espiazione di Kurt non è immediato e non può avvenire, se non tramite una realtà che trascende l’uomo stesso: le Eumenidi, che nel regno dei morti evocano i personaggi, rendono possibile il dialogo. Proprio grazie a loro Antoine riconosce in Kurt il suo alter-ego, la sua controparte. Loro interrogano Kurt, rendendo visibile la psicologia contorta e la fragilità dell’oppressore. Infine, evocano anche Blanche, la vergine bambina che, morta in un bombardamento, diventa il simbolo di purezza a cui Kurt aspira.

Garnier fa dialogare la tragedia antica con vicende moderne, sottolineando l’atemporalità del dolore e la piccolezza dell’uomo. “Les Eumenidés” è un segnale di speranza. In una società che classifica tutto come bianco o nero, quest’opera ricorda l’esistenza delle sfumature del grigio e chiarifica la possibilità di un pentimento autentico, mettendo in scena la più alta nobiltà umana.

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