Mary Shelley: dai libri al grande schermo

È al cinema Mary Shelley – Un amore immortale, film diretto dal regista Haifaa – Al Mansour, che ripercorre la vita dell’autrice del celeberrimo Frankenstein lungo le tappe che l’hanno condotta alla genesi dell’opera gotica. La pellicola si sofferma in particolare sulla passionale e sconvolgente storia d’amore tra la giovane e caparbia Mary, interpretata sullo schermo da Elle Fanning, e il già famoso poeta Percy Shelley.

Pochi e giustamente essenziali i dati biografici che è necessario fornire: Mary Shelley nasce con il nome di Mary Wollstonecraft Godwin il 30 agosto 1797 a Londra, dove muore il 1° febbraio 1851. Suo padre William è un politico e un filosofo apprezzato, mentre la madre Mary Wollstonecraft è una filosofa antesignana del femminismo.

Il regista non si sofferma unicamente sulla storia d’amore e il film non rischia di scivolare nel dramma sentimentale e di esaurirsi lì. Nel corso del film l’occhio della macchina da presa si sofferma su altre tematiche che assumono rilevanza notevole: la genesi tormentata e per nulla semplice del romanzo Frankenstein or the modern Prometheus, e le difficoltà incontrate dalla giovane scrittrice nella pubblicazione dell’opera con il suo nome in copertina. Difficoltà legate al suo essere donna, essenzialmente. Infatti, Mary trova un editore disposto a pubblicarla solo a condizione che il suo romanzo rimanga anonimo, e che Percy Shelley ne scriva l’introduzione. Tuttavia, il poeta non ha alcuna remora nel dichiarare chi sia la vera autrice del libro e, grazie anche al sostegno del padre di Mary, proprietario di una libreria, la paternità di Frankenstein viene resa nota ovunque.

L’incontro tra Mary e Percy avviene per la prima volta in Scozia, dove Mary è ospite presso alcuni parenti. Fin dai primi sguardi, tra i due si accende una scintilla che non si affievolirà più. Le loro vite si incrociano nuovamente quando Mary torna a casa Godwin, dove Percy Shelley è ormai frequentatore abituale. I rapporti tra la famiglia Godwin e Percy si incrinano nel momento in cui il poeta dice al padre di Mary che vorrebbe avere una relazione con la figlia, pur essendo sposato. Il signor Godwin non accetta tale situazione e impone a Mary di allontanarsi dalla casa nel caso in cui avesse perseguito nel suo intento. Così, i due decidono di fuggire insieme, ma ben presto la loro storia inciampa in diversi ostacoli: Mary rimane incinta e la bambina muore a soli pochi mesi. La giovane donna cade dunque in una profonda depressione, e non trova l’appoggio che spera nel suo compagno. Dopo un’estate trascorsa a Ginevra nella casa dell’eccentrico Lord Byron, che ha una relazione con Claire, la sorella di Mary, i rapporti tra i due giovani amanti si incrinano ulteriormente, fino a portarli a una temporanea separazione, durante la quale Mary ultima il suo capolavoro, Frankenstein.

Successivamente, i due si riavvicinano e, nonostante il loro rapporto si incrini a causa dei numerosi lutti (infatti solo uno dei figli da loro concepiti sopravviverà ai genitori) e dell’infedeltà di Percy, il loro rapporto prosegue fino alla tragica e prematura scomparsa di lui, avvenuta alla giovane età di trent’anni, in seguito a un annegamento.

Quello che colpisce di più dell’avventura tortuosa e a tratti dolorosa della giovane Mary è, da un lato, la sua capacità di riversare nella sua opera creativa tutta la rabbia e il risentimento che ha provato la giovane nel sentirsi tradita e abbandonata. Dall’altro, l’attualità della sua vicenda trova vigore nelle difficoltà editoriali che la giovane ha incontrato prima di riuscire a vedere la sua opera pubblicata. Difficoltà che, magari per motivi diversi da quelli di allora, molti giovani scrittori di oggi, spesso validissimi, si ritrovano ad affrontare.


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