La tematica dell’istruzione, specialmente universitaria, è spesso ampiamente dibattuta. I punti di vista a riguardo sono differenti ed è così che troviamo chi sostiene che investire nell’istruzione sia essenziale per migliorare lo status sociale di un individuo, la propria qualità di vita e la propria carriera professionale. Tuttavia, c’è chi afferma che studiare troppo non garantisce adeguati ritorni in termini di remunerazione e tipologia di impiego, sottolineando il rischio di spendere troppo senza ottenere le adeguate ricompense.
Ciononostante, lo studio mostra come le famiglie italiane investano poco nell’educazione dei propri figli. Nel 2016, infatti, la spesa complessiva ammontava a meno di 9 miliardi di euro, al contrario di altri Paesi più attivi in questo settore quali Spagna, Francia, Irlanda, Gran Bretagna, Stati Uniti ma soprattutto Corea del Sud e Danimarca. Per di più, in Italia vi è una accentuata differenza tra Nord e Sud del Paese per quanto concerne il numero di laureati che dopo un anno dalla laurea trova lavoro (74% nelle regioni settentrionali contro il 53% in quelle meridionali) come anche l’ammontare della prima remunerazione (in media 1.290€ al Nord contro 1.088€ al Sud).
Investire poco nell’istruzione dei propri cittadini non è mai la scelta più giusta. Anche durante i periodi di crisi, infatti, avere una buona istruzione può essere un’arma contro la disoccupazione, sebbene si debba sempre tenere in considerazione la tipologia di specializzazione che meglio si adatta a un determinato Paese. La domanda di laureati in materie scientifiche, ad esempio, proviene maggiormente dalle grandi imprese di cui l’Italia è poco fornita. Nonostante tutto l’accesso al mondo del lavoro per i laureati dovrebbe essere ulteriormente facilitato: secondo il Centro Studi di Confindustria chi è in possesso di una laurea ha il 40% di possibilità in più di trovare un impiego rispetto a chi possiede solo un diploma.
In conclusione, nonostante le spese per l’istruzione universitaria siano onerose e non sempre, soprattutto in Italia, si riescano a ottenere dei ritorni adeguati e bilanciati nell’immediato, sia in termini di salario che di tipologia di mansione, investire nell’educazione dà sicuramente i suoi frutti. Non solo dal punto di vista di un arricchimento culturale e valoriale, ma anche a livello di maggiori e migliori opportunità lavorative, alle quali seguono un successivo incremento salariale. Investire in istruzione, quindi, non è mai la scelta sbagliata.