Flooded Modernity: Villa Savoye di Le Corbusier si fa metafora della modernità

L’artista danese Asmund Havsteen-Mikkelsen rivisita l’emblematico manifesto del Movimento Moderno: Villa Savoye del grande maestro Le Corbusier viene sommersa nelle acque del fiordo di Vejle e diventa Flooded Modernity, metafora di una modernità ormai inabissata.

Il manifesto del Movimento Moderno: Villa Savoye

Le Corbusier, ricordato con il titolo di maestro del Movimento Moderno, è rinomato anche per il suo importante contributo alla storia dell’architettura contemporanea: un personaggio a tutto tondo, che ha saputo spaziare in più campi artistici, tra architettura e pittura, design e urbanistica. Sin dagli albori della sua carriera, Le Corbusier ha palesato un sentimento di insofferenza rispetto agli accademismi delle scuole e alle forme ridondanti dell’Art Nouveau, incapaci di adattarsi alla realtà delle cose.  Le Corbusier credeva infatti in un’architettura che fosse su misura d’uomo e capace di rispondere ai suoi bisogni sociali; la sua ricerca in direzione di una «scala umana» trova compiutezza nella teoria dei Cinque punti di una nuova architettura (Verso un’architettura, 1923), alla base di una nuova concezione dello spazio architettonico e della costruzione in calcestruzzo armato, possibilità fino ad allora ignorata dall’architettura tradizionale. Pochi anni dopo con la collaborazione del cugino Pierre Jeanneret, progetta e costruisce Villa Savoye. Situata in Poissy su uno sfondo naturale, la villa risponde di tutti i principi dettati dal suo creatore: l’edificio è retto da alti piloni di cemento armato, privo di murature, ma dotato di facciate libere tagliate in lunghezza dalle finestre e di terrazze giardino per risanare il rapporto uomo-natura.  Villa Savoye vuole essere emblema dello spirito idealista di Le Corbusier ed espressione di un sentimento ottimistico, che vede nella modernità una nuova era della storia umana fondata sulla razionalità.

L’inabissamento della modernità: Flooded Modernity

Nel 2018 l’artista danese Asmund Havsteen-Mikkelsen partecipa al Floating Art Festival promosso dal museo d’arte Vejle con l’allestimento Flooded Modernity: una parziale ricostruzione della Villa Savoye viene immersa per metà nelle acque del fiordo di Vejle sotto gli occhi di tutto il mondo. Rispettoso nei confronti dell’importante opera di Le Corbusier, Havsteen-Mikkelsen decide di rileggere l’emblematica villa, interrogandosi sul significato più attuale di modernità. Di fronte ai più recenti eventi geopolitici – a partire dall’elezione di Trump all’avanzata della destra radicale in Europa – i concetti di modernità e democrazia, veicolati dal progetto di Le Corbusier, vengono messi in discussione. Flooded Modernity vuole essere espressione del disappunto dell’artista danese nei confronti dell’attuale clima politico e un commento critico capace di provocare l’opinione pubblica. La razionalità umana sembra in pericolo. A ciò si aggiunge un ulteriore messaggio: la vista della Villa Savoye sommersa per metà dalle acque scure del fiordo vuole richiamare le immagini degli uragani, dei tsunami e delle rovinose colate di fango che stanno avvenendo in ogni angolo del mondo – segnale di una Terra ormai arrivata al suo limite.

 

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