Stendiamo un velo d’ignoranza

Come vi immaginate una società giusta? La mia prevede un Nicolas Cage ai lavori forzati per il resto della sua fastidiosissima esistenza. Ma qui non si tratta di me, né tanto meno di Nicolas Stramaledetto Cage.

Il vero problema è che la nostra non è affatto una società equa. Le donne, non è una novità, guadagnano meno degli uomini e una piccolissima parte della popolazione possiede gran parte del patrimonio mondiale. Giusto per dirne due.

Ora, come potremmo riformulare i principi per una società più giusta? La fregatura è sempre la solita, e si chiama “dipende”. Ma anche il dipende dipende, e questa volta è più subdolo che mai. Perché se si domandasse a una persona ricca quale sia la sua idea di società giusta, la risposta sarebbe inevitabilmente viziata dalla sua posizione di privilegio, che tenderebbe a voler mantenere con ogni mezzo. Potrebbe dire, per esempio, che quello che è suo è suo di diritto (sulla base di principi quali la libertà e il merito personale). Un “povero in canna” invece invocherebbe principi del tutto differenti e magari opposti (per esempio di ridistribuzione delle risorse, pari opportunità e simili).

Insomma, siamo tutti di parte. Il guaio è che molto spesso non ce ne accorgiamo nemmeno. Qualsiasi visione del mondo, anche quella apparentemente più nobile e illuminata, ad un esame più attento finisce per rivelarsi terribilmente interessata. (Ok, non la vostra, ovviamente. Mi riferivo a quello dietro di voi). Come venirne fuori?

John Rawls un’idea ce l’avrebbe: velo d’ignoranza. Immaginate di mettervi a tavolino per stabilire i principi sui quali basare la società perfetta. Immaginate anche di dimenticare per un attimo se siete uomo o donna, ricco o povero, colto o ignorante, bianco o nero, magro o grasso, brutto o bello, ateo o credente, Pelé o Maradona, Vasco o Liga.

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John Rawls

Questo è il velo d’ignoranza: mettere da parte tutti quegli attributi personali che potrebbero influenzare la vostra visione del mondo in un senso o nell’altro. Alcuni facinorosi arriverebbero ad includere perfino l’appartenenza di specie.

L’idea è che voi, messi in questa posizione (che Rawls chiama posizione originaria), sareste costretti a pensare anche agli interessi di chi sta peggio di voi, dal momento che sareste momentaneamente obbligati a ignorare posizione sociale, attributi naturali e convinzioni filosofico-religiose. In questo modo i vostri principi risulterebbero decisamente più equilibrati.

Una volta tanto è il caso di dirlo: beata ignoranza.

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