Ossigeno: un EP da tenere in considerazione

“Zona 4”, Calvairate, quartiere di Milano, è uno di quei luoghi fondamentali per comprendere il nuovo fenomeno che ha di recente scosso la scena urban italiana, ossia la trap. Uno dei suoi più celebri figli, vale a dire Rkomi, amatissimo dalla critica ma meno appariscente di alcuni suoi colleghi, torna dopo Io In Terra (2017) con un EP di 6 brani, colonna sonora di Ossigeno, omonimo libro che racconta i primi anni di carriera del giovane milanese.

Sei i brani in cui il ventiquatrenne non si smentisce, consolidando anzi le caratteristiche che lo avevano finora fatto apprezzare e riconoscere. L’attitudine prettamente conscious si concretizza nella complessità dei testi, sia a livello di incastri metrici, sia per il loro contenuto personale e di spessore, sia nel morigerato utilizzo dell’autotune rispetto ai colleghi. Il talento di Roccia Music, il cui boss è uno dei grandi maestri del genere Marracash, ha collaborato con Dario Faini alla parte musicale, dove si evince un miglioramento tangibile, con ritornelli più convincenti anche dal punto di vista di un potenziale futuro passaggio in radio, mentre per le liriche ha preferito continuare a lavorare autonomamente. Vuoi una mano è il singolo scelto per le radio, mentre le produzioni sono curate da Zef e Night Skinny. Rkomi si è comunque concesso di ospitare alcuni interessanti artisti, ciascuno dei quali capace di arricchire il progetto Ossigeno.

Tedua, suo ex coinquilino, era la collaborazione più scontata e attesa dai fan: del resto la loro “amicizia ha forza nella forgiatura”.  Solletico non delude, fornisce anzi altre nuove rime memorabili a cui certamente la fanbase si legherà molto.

Anche Ernia, ex socio di Ghali nella non fortunatissima esperienza in Troupe d’elitè, dimostra di non partecipare in maniera svogliata e superficiale. Si distingue anzi per il flow e per la creatività, oscurando quasi la strofa del padrone di casa in Acqua Calda e Limone.

Più ricercata e coraggiosa la presenza di MC Bin Laden, esponente della scena brasiliana. Non capita spesso che Italia e Brasile collaborino a livello di musica rap: ne esce un confronto aperto e orecchiabile dove le diversità, inserite in una lettura gangsta rap,  sono proposte in una chiave credibile e originale. Uno dei pezzi più riusciti.

Nel 2019 è atteso il nuovo progetto ufficiale di Rkomi: già 18 brani pronti, più il titolo, ma questo rapper ci ha abituati a non voler bruciare le tappe, preferendo raggiungere i traguardi passo dopo passo, nel lungo periodo. Un modo di fare che stona rispetto al trend generale del “tutto e subito” dei suoi coetanei. “Chi va piano va sano e va lontano” vale soltanto a volte nell’imprevedibile mondo dell’industria musicale. Allora in bocca al lupo, Mirko: nel frattempo questo tuo EP merita un ascolto attento e consapevole.

 

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