“Il diavolo veste Prada”, un grande classico

Il diavolo veste Prada della regia di David Frankel è diventato un classico del cinema e, sebbene nel 2016 abbia soffiato dieci candeline, è una delle pellicole più amate dai fashion victims.

Il film è basato sull’omonimo best seller del 2003 di Lauren Weisberger, la quale ha tratto ispirazione dalla propria esperienza presso la redazione di Vogue America, sotto la direzione di Anna Wintour. Il successo del romanzo ha spinto l’autrice a scrivere il sequel La vendetta veste Prada, nel quale la protagonista è diventata direttrice di una rivista di moda e si scontra con il suo vecchio capo. Molti si chiedono se tale opera ispirerà un’ulteriore sceneggiatura pur risultando estremamente improbabile.

Protagonista è la bella e giovane Andrea (Anne Hathaway), una ragazza che ha ottenuto tutto dalla vita: un dolce e sexy fidanzato cuoco e una laurea a pieni voti in giornalismo. Pur non provando interesse per la moda riesce ad ottenere un impiego presso la rivista Runway, come seconda assistente della temibile direttrice Miranda Priestly (Meryl Streep), un capo sadico e autoritario. La sfida è ardua, ma lavorare un anno nel giornale può spalancare le porte del mondo del giornalismo. Inizialmente Andrea è derisa dalle colleghe e fatica ad adeguarsi agli estenuanti ritmi e alle richieste impossibili che il suo impiego comporta finché non decide di adeguarsi. Non solo aggiornerà il proprio guardaroba con abiti firmati, ma riuscirà a soddisfare le richieste del capo fino a prevenirle, come nel caso in cui le è stato chiesto di procurare alle figlie di Miranda il manoscritto non ancora pubblicato di Harry Potter. Il successo prevede però un amaro prezzo: la deriva della propria vita sociale e sentimentale e la perdita dell’integrità morale, che nel caso di Andrea consisterà nel tradire la prima assistente di Miranda andando a Parigi al suo posto.

Anne Hathaway ha conquistato Hollywood proprio con Il diavolo veste Prada, dopo aver recitato in Pretty Princess e I segreti di Brokeback Mountain. Interpreta egregiamente il ruolo dell’onesta e intelligente protagonista del film dando prova del proprio talento. In seguito altri successi e l’oscar in Les Misérables confermeranno le sue capacità.

Miranda Priestly è eccezionale nella propria professione, “nessuno sa fare il suo lavoro meglio di lei” e le sue competenze compensano il “sadismo” manifestato in ufficio. Il personaggio di Meryl Streep è tuttavia un’icona a tutto tondo: si tratta di una donna consacrata al lavoro che deve sfidare i pregiudizi (se fosse stata un uomo non sarebbe giudicata poi così crudele), l’ennesimo divorzio e la difficile cura delle proprie figlie. Tale ruolo ha guadagnato all’attrice un Golden Globe e una nomination all’oscar nel 2007. Una curiosità: la scena in cui Miranda getta il cappotto sulla scrivania è stata rifatta trenta volte perché l’indumento non cadeva sul ripiano nel momento giusto.

Un applauso meritato per la costumista Patricia Field: con un badget di 100.000 dollari, nel film compaiono vestiti griffati per un valore totale di oltre un milione di dollari, firmati soprattutto da Vivienne Westwood, mentre l’abito indossato da Miranda durante il party di beneficenza è un Valentino. Lo stilista effettua inoltre una breve apparizione in una scena del film.

Il segreto per una pellicola di successo è una colonna sonora travolgente. Sono stati interpellati i migliori: Madonna, con Jump e Vogue, gli U2, Alanis Morisette, Suddenly I See di KT Tunstall. Il theme musicale è di Theodore Shapiro.

Sebbene siano trascorsi dieci anni da quando il film debuttò sul grande schermo, Il diavolo veste Prada ha tutti gli attributi per essere ricordato nella storia del cinema degli anni Duemila: le perfide pretese di Miranda e il suo stile impeccabile non possono essere facilmente dimenticati.

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