PAOLO COGNETTI SVELA IL SEGRETO DI ALICE MUNRO

Il segreto di Alice Munro, quando scrive i suoi racconti perfetti? Prova a svelarlo Paolo Cognetti.

Lui è autore de Le otto montagne, libro che ha vinto il premio Strega, lo scorso 2017. Lei, invece, è la scrittrice a cui è stato assegnato, nel 2013, il premio Nobel per la letteratura grazie alla raccolta di racconti intitolata Nemico, amico, amante…. In tale occasione la scrittrice è stata definita “maestra del racconto breve contemporaneo”.

Alice Munro, Nemico, amico, amante…

È molto importante il retroscena biografico e culturale di questa talentuosa scrittrice, poiché esso non solo emerge, ma vuole una gran parte nelle sue opere. Alice Laidlaw, questo il vero nome della scrittrice, è nata il 10 luglio 1931 a Wingham, in Ontario, luogo che rappresenta tutta la sua infanzia e adolescenza ed è protagonista di molti suoi racconti, sebbene l’autrice non lo nomini mai direttamente. Questa campagna – questo è, di fatto – l’ha vista nascere in una famiglia piuttosto povera – come lei stessa dirà – segnata dal lutto della madre naturale della scrittrice, della quale prenderà il posto una matrigna il cui carattere è profondamente diverso da quello della trasognata Alice.

Sono queste due figure – quella della stessa autrice e quella della matrigna – a comparire – sempre indirettamente –  trasfigurate, via via con nomi diversi e ruoli diversi, nei racconti della Munro. Paolo Cognetti sostiene ai microfoni di Rai Letteratura che la parte dell’autrice è quella di una persona che cerca di scappare dal luogo d’origine, mentre la matrigna incarna la donna pratica ed efficiente. Queste due figure necessariamente confliggono.

Alice, ancora Laidlaw, si iscrive all’università, alla facoltà di inglese, nel 1950, e si mantiene con piccoli lavoretti. È proprio in questo periodo che scrive la sua prima novella. Non porta a termine gli studi, poiché nel 1951, un anno dopo averli iniziati, decide di sposare James Munro, con il quale si trasferisce a Vancouver. Anche Vancouver, città e non paese, è protagonista di numerosi scritti. Con James, Alice avrà quattro bambine, una delle quali, purtroppo, morirà subito dopo essere nata. I Munro si trasferiscono a Victoria, dove aprono la libreria Munro’s Books e divorziano nel 1972; Alice ritorna nell’Ontario e, pochi anni dopo, sposa il geografo Gerald Fremlin.

Gli uomini dei suoi racconti ricalcano tre ruoli “predefiniti”, nella maggior parte degli scritti. Sono spesso professori universitari, scrittori, studiosi. Dunque figure forti da cui le donne si sentono spesso indagate, dice Cognetti.
Tentano di fuggire dal luogo in cui sono nate – come Munro da Wingham – dalla loro educazione, di stampo protestante, rigida, intransigente, che è quella in cui l’autrice stessa è stata da sempre immersa. Libertà e modernità, queste le parole d’ordine delle figure femminili.
Eppure, sostiene Cognetti, questa libertà, spesso anche sessuale, è artificiosa. “A quaranta, cinquant’anni, queste donne si ritrovano sole, con dei figli, più spesso delle figlie”, spiega. Ancora, dunque, un dato che caratterizza la vita della scrittrice.
Queste donne non si danno per vinte, non smettono di lottare e cercano un nuovo inizio (si veda la protagonista del racconto Nemico, amico, amante… che dà il titolo all’ultima raccolta).

Alice Munro

Munro è una profonda conoscitrice dell’animo umano e non smette mai di cercare di comprendere e delineare quella che sarà la psicologia dei suoi personaggi, influenzata dal vissuto personale, dalla cultura, dal luogo di nascita.

C’è, quindi, un momento ricorrente in ogni narrazione, ed è quando tutto torna, quando tutto si incastra”, dice Cognetti; “alla fine, il senso dell’esistenza dei personaggi viene svelato ed esso riguarda sempre, anche solo un po’, pure le nostre vite”.

Per questo Paolo Cognetti sostiene che ogni sua breve storia sembra essere un racconto giallo, o un racconto del mistero, un’indagine.

Nel 2010 Alice Munro aveva dichiarato di aver smesso di scrivere, ma così, di fatto, non è stato.
Da quell’anno ha prodotto altre due raccolte. Lo ha ripetuto, però, dopo aver vinto il Nobel.
Durante il discorso di accettazione del Premio, ha infatti detto:

quando si scrive si fa una cosa di cui gli altri non sanno niente, e non se ne può parlare, si torna di continuo al proprio mondo segreto per poi fare cose diverse nella vita normale. E questo mi ha un po’ stancata”.

Ad oggi, però, abbiamo ben quattordici opere in cui ritrovare questa formidabile scrittrice.


FONTI
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