Capossela e il Vittoriale: nelle fauci dell’ORCAESTRA

 

“L’attesa è più dolce del non vederti tornare”

L’Italia è un paese che non finisce mai di stupire. Può capitare infatti di recarsi in un luogo per un evento musicale e ritrovarsi immerso sia nella Storia con la S maiuscola, sia nella natura più evocativa ed emozionante possibile. Questo capita in particolare se il tour di Vinicio Capossela con l’ORCAESTRA Arturo Toscanini, iniziato il 7 luglio, il 21 dello stesso mese fa tappa a Gardone Riviera, ospite del Tener-a-mente festival 2018. L’evento si è svolto nell’anfiteatro del Vittoriale,  casa di Gabriele D’annunzio per gli ultimi 18 anni della sua vita, proprio alle spalle del Lago di Garda.

Davanti a circa duemila persone, con un cielo minaccioso che ha infine graziato i presenti, il cantautore di origine irpina, trent’anni di carriera alle spalle, ha proposto uno spettacolo raffinato e coerente, caratterizzato dal tema del mare e dell’Odissea, affrontati con libertà e premura. Si tratta di finire nelle fauci di questa orca per un’ora e mezza. Partendo da un mondo lontano e fiabesco non sono mancati riferimenti all’attuale situazione politica in merito ai migranti, verso i quali è andata la sua totale solidarietà. Alla prosa viene alternata la poesia in un continuo cambio di cappelli e abiti: la teatralità e la presenza scenica (qualche ballo, inchino e interpretazione gestuale delle parole di più canzoni), assumono un ruolo di primaria importanza.

Si susseguono onomatopee, folklore e narrativa metaforica. Il pubblico di Capossela è attento: non si accontenta, sa approfondire, è disposto a spendere del tempo per indagare le diverse chiavi di lettura, i riferimenti letterari, le citazioni. Il cantautore non ammicca mai agli ascoltatori, non ci sono abbassamenti. Per quanto riguarda la scaletta, si concede il lusso di lasciare fuori Che cos’è l’amor, in compenso ammalia tutti congedandosi con la struggente Ovunque proteggi.

Vinicio Capossela è un eterno fanciullo che ha saputo, grazie alla musica, non rinunciare al lato giocoso e felice della vita. Questo suo particolare atteggiamento risulta essere tanto saggio quanto infantile, ma sempre leggero, perché proposto con consapevolezza mascherata da spensieratezza. L’esperienza accumulata permette difficili virtuosismi sia al piano, sia nei giri di parole. L’intesa coi fan è alta: lo incitano, applaudono, ballano, cercano un suo cenno d’intesa, qualcuno chiede un cappello. Uno spettacolo non per tutti, lento e caratterizzato da molti brani non recenti. Per intenditori, ma interessante e suggestivo.


CREDITS

Foto © Fabio Sorrenti

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